Modena A Roots cuoche da tutto il mondo «Qui le radici per rifiorire»
Aiw, Associazione per l'integrazione delle donne, che nell'aprile 2022 ha aperto Roots, in via Selmi, il primo ristorante sociale multietnico della città, e che da allora ha accolto oltre 5mila clienti alla scoperta delle tradizioni culinarie delle donne migranti. Nei primi 8 mesi del progetto Roots si è trasformato in un vero e proprio ristorante.
MODENA Oggi è la giornata internazionale dei migranti e lo è anche per Roots, che vuole «rendere omaggio alle donne migranti che hanno scelto Roots come luogo dove mettere radici e rifiorire, condividendo la loro cultura e le loro storie con gli oltre 5.000 ospiti che si sono seduti alle nostre tavole».
Fornire risorse alle donne per mettere radici e rifiorire, è questa la missione di Aiw, Associazione per l'integrazione delle donne, che nell'aprile 2022 in via Selmi 67, ha aperto Roots, il primo ristorante sociale multietnico della città, e che da allora ha accolto oltre 5mila clienti alla scoperta delle tradizioni culinarie delle donne migranti. Nei primi 8 mesi del progetto Roots si è trasformato in un vero e proprio ristorante.
Il team, composto da 21 donne (tra dipendenti e tirocinanti) in rappresentanza di 14 paesi, ha presentato diversi menu multiculturali ispirati a Pakistan, Marocco, Nigeria, Colombia, Ghana, Camerun, Tunisia e Guinea. I piatti sono stati ispirati dalle tirocinanti, donne migranti arrivate a Modena accomunate da un unico amore: quello per la cucina. Roots ha aperto le sue porte come luogo in cui le donne possono realizzare i propri sogni, esprimere la propria diversità e dove un futuro inclusivo, nel vero stile modenese, inizia intorno alla tavola. Ecco chi sono Tahira, 29 anni, viene dal Pakistan.
Quando era ragazza, Tahira giocava a basket e studiava economia all'università. Nel 2014 si è trasferita in Italia, e da allora si è dedicata al suo ruolo di madre. Ora, nella sua nuova casa a Modena, si sta concentrando su sé stessa e sulla creazione di un nuovo futuro professionale. Ha sempre amato cucinare e si sente appagata pensando alla felicità dei clienti dopo aver assaggiato uno dei suoi piatti. Bouchra è stata una studentessa per tutta la vita. Ha 54 anni e viene dal Marocco.
Prima di trasferirsi in Italia ha frequentato l'università di chimica e fisica poi, successivamente, si è diplomata in gestione informatica nell’indirizzo di programmazione. E, quando una sua compagna di università le ha presentato il fratello, diventato poi suo marito, si è trovata di fronte all'opportunità di crearsi una vita in Italia. All'inizio, la cucina sembrava lontana dai suoi piani; tra lavoro e studio, restava poco tempo per imparare a cucinare. Ma quando è diventata mamma ha iniziato a imparare, e nella cucina di Roots ha scoperto una vera passione per il mondo culinario.
La cultura di Bouchra è racchiusa nell’insalata autunnale marocchina, un piatto che ha preso ispirazione dalle sue origini e dai suoi ricordi di casa. Poi c’è Esther, 39 anni, nigeriana, che si ricorda di quando aveva 19 anni e lavorava come parrucchiera nella sua città natale, Benin City. Quando sua sorella le ha detto di volersi trasferire in Italia ha deciso di seguire le sue orme e si è trasferita coraggiosamente in Islanda dove ha lavorato come ragazza alla pari.
Dopo un anno ha raggiunto la sorella in Italia, dove ha conosciuto, poi, il compagno e padre di sua figlia. Un giorno, mentre aspettava alla fermata dell'autobus, ha incontrato Mercy, un'amichevole camerunese che aveva appena iniziato il corso di formazione culinaria di Roots. La mamma di Esther aveva un ristorante in Nigeria e cucinare era sempre stata una delle sue più grandi passioni, quindi ha chiesto a Mercy se poteva partecipare anche lei. Sul menù si ritrovano i sapori della Nigeria nel piatto ‘Nigerian party fish’, una vera e propria festa di colori e sapori.
Lilian, 21 anni, è nata a Modena da genitori ghanesi, ed è cresciuta arricchita dall’unione di due culture distintive. L’amore per la cucina nasce da sua madre: Lilian sorride ricordando che, quando era piccola, per un certo periodo non voleva mangiare i suoi piatti.
La prima settimana del programma ogni tirocinante ha il compito di identificarsi con un piatto attraverso l’esercizio "Who am I". In quell’occasione Lilian ci ha parlato di ‘Eto’, un piatto tradizionale composto da una crema di platano e arachidi, un uovo con panatura di arachidi e olio piccante che viene preparato in Ghana per festeggiare il passaggio delle donne alla vita adulta, e rappresenta una vera e propria celebrazione dell’universo femminile.