Gazzetta di Modena

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«Su Alice voglio la verità»

«Su Alice voglio la verità»

Il marito Nicholas testimone al processo per l’omicidio della moglie «Mai agito per rivalsa su qualcuno: è una presa in giro sostenerlo»

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i Daniele Montanari

«Il messaggio che voglio lasciare è che tutto ciò che ho fatto e sto facendo in questa vicenda non è mai stato per rivalsa personale nei confronti di un amante di Alice. È una presa in giro nei miei confronti dire questo, ed è ora di finirla. Tutto ciò che voglio, è solo che venga trovato il colpevole della sua morte. Non ho altro interesse che questo».

Così ieri Nicholas Negrini al termine della sua deposizione nel processo per la morte di sua moglie Alice Neri, la 32enne di Ravarino trovata carbonizzata nel baule della sua auto la sera del 18 novembre 2022, nelle campagne di Fossa di Concordia. Unico imputato – con l’accusa di omicidio aggravato, violenza sessuale e distruzione di cadavere – l’oggi 31enne tunisino Mohamed Gaaloul.

Era una testimonianza molto attesa quella di Negrini. E infatti è stata ad ampio spettro: dalle ore precedenti e immediatamente successive all’omicidio, al loro rapporto di coppia, non esente da problemi nell’ultimo periodo. Ma che non avevano scalfito la grande voglia di vivere che Alice aveva.

Negrini è partito da quel momento che non dimenticherà mai: il risveglio alle 6.15 del 18 novembre senza Alice nel letto. «Non era mai successo – ha detto – ho fatto una serie di telefonate ad Alice ma non rispondeva. A volte faceva due squilli, altre volte tre, poi finiva sempre in segreteria. Ho avuto l’impressione che ci fosse qualcuno a rifiutare le chiamate. Poi dalle 6.52 in avanti è sempre rimasto spento».

Alice lo aveva salutato la sera prima dicendo che andava a un aperitivo con un’amica (in realtà allo Smart Cafè di Concordia incontrò il collega Marco Cuccui), ma era uscita «con gli stessi abiti con cui era rientrata dal lavoro. Di solito – ha precisato – quando usciva con le amiche era più curata».

Dopo aver portato la figlia all’asilo, Nicholas ha attivato la localizzazione sul cellulare di Alice: l’ultima posizione era vicino allo Smart Cafè. È quindi andato a cercarla alla Wam di Cavezzo, ma non era mai arrivata al lavoro, e non aveva mai comunicato nulla. È poi andato da Matteo, il fratello di Alice, e assieme a lui nell’azienda dove lavorava l’amica con cui Alice aveva detto che usciva. E da lei hanno capito che era solo una copertura, e che in realtà in quella serata era successo qualcos’altro.

Nicholas non ha fatto mistero di un rapporto entrato in crisi: «Nell’ultimo periodo stavamo attraversando delle difficoltà – ha riferito – soprattutto dopo la nascita della bimba. Le nostre strade si stavano allontanando. Alice era in psicoterapia da quando l’ho conosciuta. Era andata in crisi dopo la morte del nonno materno, e ha sempre continuato a prendere dei farmaci. Tra il 2020 e il 2021 aveva cambiato psicologo e psichiatra, ed era dentro a una rivoluzione personale che può averla esposta a pericoli in maniera maggiore. Non aveva mai fatto maratone come in quella lunga giornata del 18, quando si era alzata alle 5.30 e alle 3 era ancora a prendere un aperitivo. A volte tornava a casa dal lavoro così stanca che si metteva subito a letto. Ma non ha mai fatto uso di droghe in mia presenza: è sempre stata contro la droga. Avevamo tentato in tanti modi di recuperare il rapporto, negli ultimi mesi la situazione sembrava un po’ migliorata, però non era tutto a posto. Lei tra i due era quella che cercava di più di recuperare. Nonostante tutto, tra noi c’erano ancora sincerità e confidenza». l