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Poste, nuovo contratto e 42 portalettere assunti a Modena

di Manuel Marinelli
Poste, nuovo contratto e 42 portalettere assunti a Modena

Nella nostra provincia riguarda 900 dipendenti. Francesco Balzano, leader Slp Cisl Emilia centrale: «Stipendi migliori e più welfare interno»

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MODENA. Grandi novità negli uffici postali modenesi: per i 900 dipendenti della nostra provincia è in arrivo un nuovo contratto, che prevede anche la sperimentazione della settimana corta. È inoltre in programma un rinforzo dell’organico di 42 portalettere.
«Cosa significa davvero dire "servizio pubblico essenziale"? Significa proteggere un’attività senza la quale sarebbero peggiori le nostre vite e le nostre aziende. Il servizio postale a Modena è un grande servizio pubblico essenziale, portato avanti da oltre 900 dipendenti al lavoro da Fiumalbo a Concordia sulla Secchia, più di 300 dei quali sono portalettere e da novembre riceveranno il rinforzo di 42 nuove figure assunte a tempo indeterminato».
Parola di Francesco Balzano, leader Slp Cisl Emilia centrale, che rappresenta una categoria «che spesso si tende a dare per scontata ma che fa funzionare la comunità in condizioni non sempre facili. Il costo della casa a Modena capoluogo è devastante e lo sanno bene i più di 50 portalettere che lo scorso anno arrivarono qui con contratti di sei mesi, dovendo arrangiarsi a dormire nei primi giorni a casa di amici, parenti o in b&b dai costi elevati. Spesso ci accorgiamo dell’importanza del servizio postale quando viene limitato o ripensato. Per questo Slp Cisl sta tenendo aperto un confronto con l’azienda per gli uffici di Zocca e Sestola, dove dobbiamo lavorare insieme per trovare i rimpiazzi di tre operatori di sportello che hanno ottenuto un trasferimento e senza i quali il servizio sarebbe in difficoltà».
La media d’età dei dipendenti in servizio nel nostro territorio è di circa 50 anni, ma il mestiere si sta evolvendo verso un futuro dove non si possono ignorare logistica, algoritmi e nuove preferenze dei clienti.
«È in corso una sperimentazione importante che il Slp Cisl segue con attenzione. Guardare al futuro non significa, però, dimenticare i problemi del presente: per l’azienda non è facile reclutare personale per potenziare gli organici, specie se si propone la formula del contratto a termine ad una persona che dovrà trasferirsi dall’altra parte del Paese – prosegue ancora Balzano – Rendere più attrattivo per i giovani questo lavoro si può fare e crediamo che la sperimentazione della settimana corta negli uffici postali, prevista nell’ipotesi del nuovo contratto nazionale, nove ore al giorno per quattro giorni, sia un utile punto di partenza, senza diminuire la qualità e l’attività dei servizi».
La macchina per il nuovo contratto finalmente è partita, sui binari di uno stipendio migliore e di una crescita del welfare interno. Dopo quasi un anno dalla scadenza dell’ultimo contratto, l’ipotesi raggiunta con Poste Italiane è stata approvata anche a Modena dalla maggioranza dai lavoratori.
Come si legge in una nota di Cisl, «I numeri sul tavolo sono chiari e prevedono: un aumento di 230 euro a regime nel 2027, una cifra mediamente di 1.000 euro una tantum in arrivo con la prossima busta paga di settembre (per coprire il periodo senza contratto vigente), un aumento dei buoni pasto e passaggi di categoria più rapidi (da junior a senior). E soprattutto, come detto, più welfare per i dipendenti: l’ipotesi del nuovo contratto introduce il congedo mestruale, finalmente si danno gambe al meccanismo delle ferie solidali (ogni dipendente può devolvere a colleghi in necessità una quota di ferie), viene potenziata la maternità. Migliora l’accesso al part time per casi familiari importanti: l’azienda non potrà rifiutarlo ai genitori di bimbi con gravi disabilità o a chi è rimasto l’unico genitore all’interno della coppia».
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