Gazzetta di Modena

La tradizione

A Sant’annapelago arriva la tradizionale Mascherata

A Sant’annapelago arriva la tradizionale Mascherata

La befana e il vecchione porteranno doni ai bimbi poi in serata sfilata dei carri e festa con il dj

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PIEVEPELAGO. A Sant’annapelago domenica sarà tempo di Mascherata. La tradizione ci racconta che nel mese di dicembre la Befana, accompagnata dal suo fedele compagno il Befanone, passava per le case del paese a controllare se i bambini erano stati buoni, portando loro dei doni, castagne secche, mele, noci e qualche caramella per i più bravi, mentre per i “birboni” solo un di carbone.

Il viaggio della Befana
Era una vecchietta stanca e tremante vestita di stracci, infreddolita dalle temperature rigide e dal lungo viaggio, iniziato in Garfagnana e terminato a S.Anna. Dopo il giro di tutte le case che erano in paese, l’anziana coppia si fermava in “un locale: “Trattora da uffa” l’attuale Albergo Sport.

La tradizione
Qui cominciava la festa …. si offriva cena agli stranieri e si dava il via alle danze accompagnati dal suono di una fisarmonica. Con il passare degli anni la “festa” prese la forma di un vero e proprio evento, cosi agli abitanti delle borgate che abitavano nelle campagne, per una sorta dI amichevole rivalità, venne in mente di creare una maschera, l’asino, con l’intento di andare a infastidire e sbeffeggiare i festanti.E così fu un gran successo, di anno in anno si aggiunsero sempre più maschere, si racconta che la loro caratteristica straordinaria non fossero i costumi in sé, che infatti erano costruiti con un’intelaiatura di filo di ferro e cuciti con i sacchi di ortica, piuttosto si narra di una straordinaria capacita mimica e interpretativa.

Le movenze, i gesti, le emissioni vocali che riproducevano i versi degli animali, facevano dI tutto questo un grande spettacolo, uscendo dallo stereotipo banale del costume, diventando veri e propri artisti. Si racconta che l’atmosfera fosse suggestiva; immaginate inverni ben più generosi di neve, le strade venivano spalate a mano e il sentiero che si formava era stretto e soffocato da alte sponde. L’illuminazione del tempo era pressoché scarsa, contribuendo a dare al tutto maggior mistero. Il corteo aveva un suo ordine e procedeva secondo regole precise, ad esempio ad aprire la sfilata era un militare che rappresentava l’ordine pubblico. Seguiva la fisarmonica e dietro a questa, la Befana accompagnata dal Vecchione con tutti gli animali al loro seguito. Solitamente prima c’era l’asino, poi l’orso, il coccodrillo etc.

L'evoluzione

Una grande svolta si ebbe intorno agli anni cinquanta con l’arrivo nelle fila della Mascherata del Signor Guerri, al tempo il sarto del Paese che ebbe l’idea di vedere la sfilata in un modo diverso, più organizzato e scenografico: i carri. Atteggiamento rivoluzionario e creativo, che permane ancora oggi nel panorama organizzativo della Mascherata. Una tradizione che con gli anni si è radicata nel corredo storico della comunità montana e di chi ama l’Appennino «perché è la nostra terra e va amata custodita e rispettata. - spiegano gli organizzatori - perché ci fa sentire più vicini e radicati alle nostre origini ed è per tutti questi motivi che ogni anno siamo qui a realizzare, sostenere, credere nella Mascherata».

Il programma

Il programma di domani prevede dalle ore 11 alle 12 e dalle ore 15 alle 16:30: raccolta doni presso Sci Club S. Annapelago. Alle 17 La Befana e il Vecchione consegnano i doni ai bambini. Distribuzione di vin brulè in piazza.
Alle 21 Sfilata dei carri allegorici. Dalle 23 la festa continuerà al teatro Don Bosco con musica e dj.