Gazzetta di Modena

Spettacoli

«Benvenuti a Casa Morandi», Marco e Marianna raccontano la loro vita con papà Gianni

di Nicola Calicchio

	Marco, Marianna e Gianni Morandi
Marco, Marianna e Gianni Morandi

Tutto esaurito al Michelangelo per la commedia biografica dei due figli d’arte

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MODENA Cresciuti tra canzoni famose, film di successo, rotocalchi e ospitate in tv – Marco Morandi e Marianna Morandi, figli e fratelli d’arte, si esibiscono insieme per raccontare i tanti aneddoti e i ricordi esilaranti che hanno segnato la loro vita e che hanno condiviso con papà Gianni, mamma Laura e la Tata Marta. “Benvenuti a casa Morandi” è il titolo del loro spettacolo, in programma alle 21 di mercoledì 26 marzo al Teatro Michelangelo di Modena (sold out). In scena fratello e sorella si ritrovano a svuotare la casa della loro storica tata Marta scoprendo che questa donna li ha amati talmente tanto da aver conservato giocattoli, ricordi, quaderni e ricostruito la loro cameretta. Nostalgia, sorprese e risate si alternano nel cercare in casa qualcosa di molto importante. 

A tutto questo si aggiunge un traslocatore, ex ballerino, che si invaghisce di Marianna. “Benvenuti a casa Morandi” è una commedia romantica, ricca di episodi divertenti, che parla in modo ironico della vita dei due protagonisti: un viaggio nel loro passato ma anche in un presente pieno di domande, dubbi, (in) certezze e incursioni telefoniche di papà, mamma e figli sempre pieni di richieste. Marianna Morandi torna a recitare, sollecitata amorevolmente dal fratello Marco, che da anni alterna la sua attività artistica al ruolo di padre. Insieme offrono un racconto autentico, in cui lo spettatore può riconoscersi. Lo spettacolo, scritto dai due protagonisti assieme a Elisabetta Tulli e a Pino Quartullo, che ne ha curato anche la regia, è con le musiche originali di Marco Morandi and Sons. «Benvenuti a casa Morandi – spiegano Marianna e Marco Morandi – è una commedia sincera, arricchita da musica ed episodi esilaranti, capace di far ridere e riflettere allo stesso tempo. Uno spettacolo che parla con ironia delle dinamiche familiari, trasformando il vissuto personale in un racconto universale in cui riconoscersi».

Marianna, come è’nato questo progetto teatrale?

«La morte di Marta, la nostra tata storica che è stata con noi per cinquant’anni, ci ha dato lo spunto per scrivere questo spettacolo che Marco aveva in mente già da tempo. Mi ha chiesto se volevamo fare una cosa insieme anche se io erano tanti anni che non recitavo più. Stavamo decidendo cosa fare e, nel frattempo, è venuta a mancare la nostra tata. Nel svuotare la sua casa abbiamo trovato tutti i ricordi della nostra infanzia perché aveva conservato quasi tutte le nostre cose. Da lì siamo partiti per scrivere questa commedia che è un piccolo riassunto della nostra vita, con degli aneddoti straordinari riletti in chiave ironica. Soprattutto riletti da due adulti che tornano indietro nel tempo a quando erano ragazzi».

Marco, nostalgia, sorprese e risate si alternano nel cercare ricordi.

«Abbiamo trovato di tutto. Io ho trovato il mio primo violino, giocattoli, lettere delle mie fidanzate. Noi, nel corso degli anni, ci eravamo persi alcune cose e poi le abbiamo ritrovate nella casa della tata Marta. È stato un tuffo nel passato molto forte. Sono cose che succedono a molte persone quando si ritrovano a svuotare le case di persone care scomparse. In questo la gente si riconosce molto e si riconosce anche in alcuni meccanismi familiari che sono per noi un po’particolari perché conoscono bene i nostri genitori. Alla fine però qualcuno è sempre figlio di. . .» .

Marianna, è un viaggio nel passato ma anche in un presente pieno di domande e dubbi.

«Anche gli episodi vissuti quando si è piccoli, dei traumi che ti sono pesati, rivisti con gli occhi di due cinquantenni che sono a loro volta diventati genitori, si possono rileggere in un’altra chiave, con leggerezza. Come quella che abbiamo cercato di mettere in questo spettacolo».

Marco, il ruolo della musica in questa commedia?

«La musica ha, ovviamente, un ruolo importante. Io ho in scena la mia prima chitarra con la quale faccio tre o quattro canzoni e con Marianna improvvisiamo anche qualche balletto. Nella commedia c’è anche un terzo personaggio, un trasportatore, che ci dovrebbe aiutare a svuotare la casa ma che in realtà si invaghisce di Marianna e la coinvolge in improbabili balletti, essendo lui un vecchio ballerino di Raffaella Carrà. Tutto quello che raccontiamo è vero, ma un pochino alterato per renderlo più divertente”.

Qual è stato il giudizio di papà Gianni e mamma Laura dopo aver visto questo spettacolo?

«Lo hanno visto – risponde Marianna – e si sono commossi perché sono molto coinvolti. Mamma Laura, dopo la prima lettura che ha fatto insieme a noi, ha detto: io vi denuncio! Anche se poi lo ha già visto cinque o sei volte».