Gazzetta di Modena

Musica

Lucio Corsi fra sogni e fantasie: «Ho dato un suono al silenzio»

di Stefano Bertolino

	Lucio Corsi
Lucio Corsi

È uscito “Volevo essere un duro”, il nuovo album del cantautore toscano che si intitola come la canzone con cui è arrivato secondo a Sanremo e che porterà sul palco dell’Eurovision a Basilea: «Fuggire con l’immaginazione»

3 MINUTI DI LETTURA





MILANO. Atteso come il primo giorno di primavera. Lucio Corsi arriva all’incontro con la stampa a Milano con il solito stile solare: cappello fedoria, giacca a righe bianca e nera con inserti azzurri, pantaloni gialli e stivali. In spalla l’inseparabile chitarra con cui inizia a cantare il lato tragicomico della vita attraverso le canzoni del suo nuovo album, “Volevo essere un duro”, uscito ieri. «Pochi anni fa suonavo in un locale a Napoli con due spettatori», racconta. Questo prima che il palco dell’Ariston lo lanciasse e a poche settimane dall’Eurovision Song Contest 2025 a Basilea, dove, il 13 maggio, rappresenterà l’Italia dopo la rinuncia di Olly.

Verso l’Eurovision

«Questo momento me lo sto vivendo bene e sono felice, il fatto di essere circondato dai ragazzi che suonano con me da una vita, amici e fratelli come Tommaso, ci tiene con i piedi per terra a vicenda - spiega - . Quando ho saputo che Olly rinunciava e toccava a me andare all’Eurovision ho parlato con Tommaso Ottomano e con gli altri, eravamo dell’idea di andare perché eravamo in ballo e volevamo continuare a ballare. Andiamo lì con lo stesso identico spirito con cui siamo andati a Sanremo e con la stessa linea e direzione, senza fronzoli o fuochi d’artificio, senza cambiare la canzone. Noi vogliamo concentrarci sulla musica, sugli strumenti, andiamo dritti, scarni. Sarà molto in linea con quello fatto all’Ariston, forse avrò un’armonica in più».

Il nuovo album

Corsi rimbalza tra il pianoforte e la chitarra acustica suonando i nove brani dell’album che prende il nome dalla canzone arrivata seconda all’Ariston, un lavoro durato due anni e che ora vede la luce: «In questo disco ho cercato una trasformazione soprattutto a livello testuale, cercando di non staccare più di tanto i piedi da terra. Ho cercato di cantare in maniera chiara e diretta di persone». Tra ricordi di infanzia e adolescenziali nascono canzoni che raccontano personaggi senza rinunciare al sogno e alla fantasia, come “Francis Delacroix”, un talking blues sul fotografo «bugiardo più autentico che abbia mai conosciuto», o “Let There Be Rocko” meraviglioso racconto di un bulletto delle medie, «mostruoso come solo a quell’età si riesce ad essere». Corsi presenta un disco che parla della sua infanzia e adolescenza «ma anche quella di altre persone mischiate ai miei ricordi. Ci sono tanti personaggi, amicizie, amori».

La provincia e la città

E descrive noia e pace come due sentimenti dal confine «molto sottile» e che ha imparato a conoscere. «Spesso in provincia si respira quella pace che è noia e viceversa. Io sono felice di questo, per me è una fortuna essere cresciuto in campagna in provincia di Grosseto, perché c’era quella noia con la quale bisogna imparare e fare i conti ed è inutile fuggire, bisogna trovare un modo per dialogarci. Bisogna avere una relazione con il silenzio anche se è difficile avercela perché poi vengono fuori i pensieri. La noia della provincia è fondamentale perché ti porta a fuggire con l’immaginazione». Anche se Milano, dove vive adesso, non è famosa per il silenzio. «Sono venuto a Milano per fare della musica un mestiere, ho suonato tanto in strada e questo mi ha insegnato molto: devi fare in modo che le persone si fermino e restino lì, uno show continuo ma una grande scuola. Della città soffro la grande quantità di persone, ma non ci sputo sopra. Nel quartiere Niguarda ho trovato una mia dimensione».

Il tour

L’impatto di Corsi sulla scena musicale italiana dopo l’esperienza del Festival è misurabile dal boom di biglietti venduti per i live: già tutto esaurito per il “Club Tour 2025”, in partenza il 10 aprile, a cui seguirà il tour “Estate 2025”, 25 nuove date nei principali festival (a Gavorrano il 17 agosto), che vanno ad aggiungersi agli appuntamenti di “Ippodromi 2025” a Roma il 21 giugno e a Milano il 7 settembre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA