Gazzetta di Modena

La mostra

Antonella Monzoni e altre nove fotografe raccontano la casa di D’Annunzio

Antonella Monzoni e altre nove fotografe raccontano la casa di D’Annunzio

Al Vittoriale degli Italiani, a Gardone di Riviera, la fotografa modenese e le donne che influirono sul poeta

22 luglio 2024
3 MINUTI DI LETTURA





MODENA. C’è pure Antonella Monzoni tra le 10 fotografe selezionate, per la loro carriera professionale e per il posto che attualmente occupano nella storia della fotografia contemporanea, alla mostra “Il Vittoriale delle Italiane” fino al 30 settembre, presso il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (Brescia). L’esposizione si svolge nella cornice della VII edizione del Brescia Photo Festival. Con la modenese espongono le loro immagini Maria Vittoria Backhaus, Mariagrazia Beruffi, Patrizia Bonanzinga, Giusy Calia, Silvia Camporesi, Alessandra Chemollo, Caterina Matricardi, Luisa Menazzi Moretti, Ramona Zordini che offrono, con il loro sguardo,il racconto della casa di Gabriele D’Annunzio. Una visione originale, tutta al femminile, della residenza del Vate in una mostra, a cura di Renato Corsini, con cui è stato inaugurato “Il Golfo Nascosto”, un nuovo spazio espositivo al di sotto delle gradinate dell’anfiteatro.

L’attenzione della fotografa modenese si è concentrata sulle quattro presenze femminili che circondarono Gabriele D’Annunzio al Vittoriale fino alla sua morte. ”Lo accudirono, lo spiarono, se lo contesero. Amélie Mazoyer, la governante conosciuta in Francia, ribattezzata dal Vate «Aélis». La sua stanza – dice la Monzoni - si trova nella Clausura, zona off-limits per i turisti, accanto alla foresteria per le amanti di passaggio che spesso arruolava lei stessa e al piccolo appartamento, con bagno in comune, di Luisa Baccara, pianista, l’amante ufficiale che col tempo si trovò messa da parte. Maria Hardouin dei Duchi di Gallese, la moglie da cui il Poeta non ha mai divorziato e che quando era ospite al Vittoriale alloggiava a Villa Mirabella, a 200 metri dalla Prioria. Infine Albina Lucarelli Becevello, la cuoca del Vittoriale, ribattezzata «Suor Albina» o «Suor Intingola» o «Suor Ghiottizia» che nutrì D’Annunzio fino al giorno della sua morte, il 1° marzo 1938. Ho cercato tracce di queste donne nelle loro stanze, negli oggetti e negli arredi che riportano alla loro esistenza, nel tentativo di raccontare un universo femminile ricco di memorie, silenzi, rimorsi e rimpianti, senza mai tradirlo”.

Se Maria Vittoria Backhaus subisce il fascino dell’enorme quantità di oggetti, immagini, personaggi che il Vittoriale contiene, facendo di D’Annunzio un prsonaggio pop-punk ante litteram, Mariagrazia Baruffi si sofferma su statue del parco e della villa che costituiscono le “Mute sentinelle” di tanti eventi e vicende di quei luoghi. “Verità oniriche” sono quelle di Patrizia Bonanzinga che fa assumere a certe realtà (lago, gradinate, colonne…) una diversa dimensione. Ricorre al drone Giusy Calia per scoprire, oltre i contorni fisici, anche gli interni, i teatri di una performance multidimensionale, dove i mobili sontuosi e le opere d'arte fungono da specchi delle passioni umane.

Silvia Camporesi si è concentrata sull’esterno del Vittoriale, con fotografie, prive di figure umane. Evidente il dialogo con la natura, sia esso quello della Nave Puglia immersa nella vegetazione o la veduta del panorama lacustre, o ancora la vista della strada d'ingresso, in cui i muri sono ricoperti di fitta vegetazione. Punta Alessandra Chermollo all’architettura del Vittoriale considerandola come materializzazione in pietra di parole e simboli che dialoga con le persone che la vivono. Caterina Matricardi si è focalizzata sui volti dei busti di Gabriele D’Annunzio e di una figura femminile, ne ha strappato la fotografia e successivamente ne ha ricomposto l’immagine, per dare vita a una nuova realtà. Nelle sue foto Luisa Menazzi Morettini propone, partendo da “Il libro segreto”, ultima opera di D’Annunzio, le riproduzioni di brani del diario autobiografia del poeta e di alcune testimonianze delle donne importanti nella vita del Vate.

Eleonora Duse e Gabriele d'Annunzio ebbero una tormentata relazione amorosa tra il 1895 e il 1904. La musa, tuttavia, non ebbe mai la possibilità di visitare il Vittoriale. Così Ramona Zordini, con le sue foto, crea un universo immaginario in cui la Duse abita la villa di Gardone Riviera e documenta una sua immaginaria presenza. Alcune fotografe, tra cui la Monzoni, hanno raccontato le loro attività al pubblico presso il Museo di Santa Giulia a Brescia. Altre lo faranno nei prossimi mesi.l