Il modenese Franco Guerzoni vince a Milano il premio internazionale Bonfatti Segantini
La 59esima edizione sul tema della memoria al centro della ricerca artistica del modenese
MODENA A Franco Guerzoni è stato assegnato il premio internazionale Bice Bugatti/Giovanni Segantini, il cui tema, per questa 59esima edizione, è la memoria. La memoria della pittura, la memoria della parete, due nozioni intorno alle quali si è articolata gran parte della ricerca di Franco Guerzoni, cui è dedicata una mostra nella sede di Villa Brivio dove vengono esposte circa venti opere, dal 1973 ad oggi: dai primi Affreschi, stampe fotografiche trattate con pigmenti e scagliola, un’opera della serie Scavi superficiali (1987), due Impossibili restauri e tre esempi dal Museo Ideale (2011) oltre a alcuni grandi Strappi d’affresco (2016) e altre opere recenti su carta, tela e tavola.
Come artista, Guerzoni ha corteggiato con insistenza le vecchie pareti scrostate, sia nell’aspetto visuale sia nei materiali che nella precarietà evidenziata da crepe e graffi, affioramenti, muffe e salnitri. Negli ultimi decenni queste operazioni sono state condotte in termini pittorici ma in precedenza, alla fine degli anni Sessanta, anche in forme concettuali: allora Guerzoni faceva fotografare dall’amico Luigi Ghirri pareti di case parzialmente abbattute, quelle pareti che ancora conservavano la traccia delle divisioni fra le diverse stanze pitturate a colori differenti, come un quadro astratto-geometrico.
«Non ho mai ricevuto - dice Guerzoni - premi, o meglio, sono stato premiato dal mio lavoro in molte occasioni, ma mai in modo così ufficiale e ne sono anche imbarazzato, soprattutto perché i premi designano spesso l’età non giovanile del vincitore. I due cognomi che danno il titolo al premio lo rende onorevole, Bugatti Segantini. La coincidenza poi che mi sia stato attribuito da Martina Corgnati, storica dell’arte che stimo da molto tempo, me lo rende ancora più gradito. Il premio inoltre si concretizza in una esposizione di miei lavori a Villa Brivio, una piccola brossure ne riproduce le opere presenti accompagnate da un testo critico della curatrice ed una lunga intervista a cura di Simona Squadrito pubblicata sulla rivista della libera accademia. Credo comunque che l’occasione annuale del premio sia un pretesto che finisce per costituirsi come un festival dell’arte che coinvolge negli spazi di Villa Vertua tanti giovani artisti che, nelle intenzioni degli organizzatori, mi rendono un omaggio attraverso le loro opere. Insomma, nell’edizione che mi riguarda ho avvertito un entusiasmo e una attenzione sincera verso le mie ricerche che sinceramente mi onora». —