Soul e Rythm 'n Blues: a Porretta una quattro giorni di star internazionali
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BOLOGNA. Eh già, 10 dicembre 1987. Un'idea molto pazza, sicuramente strampalata, uscita dalla mente di un appassionato di quella musica sanguigna “scaturita dall'incontro di jazz, blues, rock, gospel e country che diede voce e visibilità alle battaglie dell'America nera per i diritti civili e una cittadinanza degna di questo nome” (parole di Edoardo Fassio, scrittore, Dj, anzi Blue Jay, noto anche come il Catfish spacciatore di blues della saga dell'Alligatore del Carlotto migliore).
Graziano Uliani, un vulcano di idee, questo il nome ormai conosciuto a livello mondiale, del creatore di questo festival, ormai il meglio a livello planetario della musica black per eccellenza. Una kermesse che ha ospitato, negli anni, il meglio del soul, da Rufus Thomas ad Isaac Hayes, da Sam Moore ai Memphis Horns, da Wilson Pickett al grandissimo Solomon Burke. Insomma, non sono passati dalla Valle del Reno solo Otis Redding (aveva deciso di aggregarsi al club dei 27, precipitando con il suo aereo nel Lago Monona nel 1967) e Sam Cooke (lui invece finito con una pallottola in corpo nel classico motel americano, per mano della solita squillo, nella solita morte delle star). Poi, negli anni, tutta la crema della black music targata Memphis e dintorni è calata in questa parte dell'Italia appenninica. Quindi quest’anno grandi festeggiamenti (già iniziati), con un programma da brividi.
Il festival vero e proprio inizierà giovedì 20 luglio, al Rufus Thomas Park (e qui potremmo scrivere un'altra storia. Dove trovate una cittadina che ha intitolato una piazza al grande vecchio/giovane del soul? E una via a Otis Redding? E un ponte dedicato a Solomon Burke? Cose da matti eh….). Star della serata Martha Hight, corista per anni di James Brown. Venerdì 21 primi botti con The Original James Brown Orchestra, band di 13 musicisti che hanno fatto la storia del Godfather of Soul, quindi Funky-soul a manetta. Poi il mitico Bernard “Pretty” Purdie, batterista storico di una miriade di stars, come Aretha Franklin, per esempio. Sabato sera una “visitina” dalla parti di New Orleans con il pianismo feroce di Davell Crawford, con un grande Wee Willie Walker (uno di quei magnifici perdenti che hanno fatto la storia del soul, quelli di un paio di 45 giri di vinile e basta, quelle grandi voci che solo un Graziano Uliani poteva andare a scovare nelle terre fra Memphis e Nashville) e poi…una sorpresa: quel Ricky Fantè che qualche lustro fa spopolò nelle radio americane, e anche sulle nostre frequenze, con una “It ain't easy” orecchiabilissima e soulful come poche.
E poi le due figlie di Rufus Thomas, Vaneese e Carla (la seconda una delle prime star della Stax Records, storica etichetta musicale di Memphis), un ritorno eccellente sul palco di Porretta. E poi, la domenica 23, dopo la conferenza stampa del mattino e la presentazione del bellissimo libro “Soul City” di Edoardo Fassio, edito da Volo Libero Edizioni, praticamente la storia del festival nei suoi primi 29 anni, tutti i musicisti sul palco, per la solita, infuocata jam session finale. Insomma, le premesse per un grande 30 Porretta Soul Festival ci sono tutte.
Il consiglio è di farci un giro, a chi ama la black music, ma anche a chi ama, che so, la musica di tale Adelmo Fornaciari, così, giusto per capire da che sacco ha pescato la farina del suo successo.
Per i dettagli www.porrettasoul.it.
Carlo Botteri
Graziano Uliani, un vulcano di idee, questo il nome ormai conosciuto a livello mondiale, del creatore di questo festival, ormai il meglio a livello planetario della musica black per eccellenza. Una kermesse che ha ospitato, negli anni, il meglio del soul, da Rufus Thomas ad Isaac Hayes, da Sam Moore ai Memphis Horns, da Wilson Pickett al grandissimo Solomon Burke. Insomma, non sono passati dalla Valle del Reno solo Otis Redding (aveva deciso di aggregarsi al club dei 27, precipitando con il suo aereo nel Lago Monona nel 1967) e Sam Cooke (lui invece finito con una pallottola in corpo nel classico motel americano, per mano della solita squillo, nella solita morte delle star). Poi, negli anni, tutta la crema della black music targata Memphis e dintorni è calata in questa parte dell'Italia appenninica. Quindi quest’anno grandi festeggiamenti (già iniziati), con un programma da brividi.
Il festival vero e proprio inizierà giovedì 20 luglio, al Rufus Thomas Park (e qui potremmo scrivere un'altra storia. Dove trovate una cittadina che ha intitolato una piazza al grande vecchio/giovane del soul? E una via a Otis Redding? E un ponte dedicato a Solomon Burke? Cose da matti eh….). Star della serata Martha Hight, corista per anni di James Brown. Venerdì 21 primi botti con The Original James Brown Orchestra, band di 13 musicisti che hanno fatto la storia del Godfather of Soul, quindi Funky-soul a manetta. Poi il mitico Bernard “Pretty” Purdie, batterista storico di una miriade di stars, come Aretha Franklin, per esempio. Sabato sera una “visitina” dalla parti di New Orleans con il pianismo feroce di Davell Crawford, con un grande Wee Willie Walker (uno di quei magnifici perdenti che hanno fatto la storia del soul, quelli di un paio di 45 giri di vinile e basta, quelle grandi voci che solo un Graziano Uliani poteva andare a scovare nelle terre fra Memphis e Nashville) e poi…una sorpresa: quel Ricky Fantè che qualche lustro fa spopolò nelle radio americane, e anche sulle nostre frequenze, con una “It ain't easy” orecchiabilissima e soulful come poche.
E poi le due figlie di Rufus Thomas, Vaneese e Carla (la seconda una delle prime star della Stax Records, storica etichetta musicale di Memphis), un ritorno eccellente sul palco di Porretta. E poi, la domenica 23, dopo la conferenza stampa del mattino e la presentazione del bellissimo libro “Soul City” di Edoardo Fassio, edito da Volo Libero Edizioni, praticamente la storia del festival nei suoi primi 29 anni, tutti i musicisti sul palco, per la solita, infuocata jam session finale. Insomma, le premesse per un grande 30 Porretta Soul Festival ci sono tutte.
Il consiglio è di farci un giro, a chi ama la black music, ma anche a chi ama, che so, la musica di tale Adelmo Fornaciari, così, giusto per capire da che sacco ha pescato la farina del suo successo.
Per i dettagli www.porrettasoul.it.
Carlo Botteri