Gazzetta di Modena

Emotion

Modena, a tu per tu con Adriana Serra Zanetti: «È Matilde la mia vittoria più bella»

i Davide Berti
Modena, a tu per tu con Adriana Serra Zanetti: «È Matilde la mia vittoria più bella»

L’ex tennista, oggi coach, si racconta: «Fisso gli obiettivi, come quando giocavo»

30 novembre 2016
5 MINUTI DI LETTURA





«Mi piace vivere in famiglia perché quando giri il mondo per quaranta settimane all'anno hai bisogno di sentirti a casa anche quando sei all'estero». Parola di Adriana Serra Zanetti, anno 2002, ad un tavolo di un ristorante di Wimbledon, rigorosamente italiano, per una pizza in compagnia di qualche amico.

C'erano la sorella Antonella, anche lei giramondo con la racchetta, e c'era una Roberta Vinci che non immaginava un giorno di diventare una delle tenniste azzurre più forti di sempre. E c'era appunto lei, Adriana Serra Zanetti, che in quei giorni giocava sul campo più famoso del mondo, incontrava la Navratilova e viveva ospite di una famiglia inglese come se nulla fosse.

Lontano dai grandi alberghi, vicino a quella normalità che le ha permesso, con grinta e determinazione, di entrare nella storia del tennis. La famiglia è ancora oggi, che da giocatrice è diventata coach, il suo punto fermo: «C'è e ci sarà sempre. Siamo molto uniti, non posso pensarmi lontano dagli affetti».

Se la sua famiglia fosse un colpo tennistico, quale sarebbe?

«Il servizio, senza dubbio, perché è da lì che si comincia. Sempre».

Stiamo in metafora: il suo rovescio bimane lungolinea?

«Quello rappresenta la determinazione, la mia capacità di decidere, il tempo sulla palla: oggi, che il match che gioco è la vita di tutti i giorni, è la volontà di fissare sempre obiettivi precisi, sperando di arrivarci».

Decisa come quando ha deciso di smettere.

«Dovevo farlo - era il 2007 - l'infortunio non mi permetteva di continuare. Mi è costato, ma sapevo che era un passaggio da fare. Da giocatrice ad allenatrice, il passaggio non è stato semplice».

Come c'è riuscita?

«Senza prendermi troppo sul serio, come ho sempre fatto, dando il giusto peso alle cose. E sognando. Sognare di allenare un giorno ragazzi ad alto livello. Con orgoglio dico che ci stiamo riuscendo».

Soddisfatta?

«Qui al Tennis Modena stiamo ottenendo grandi risultati, tutti con giovani modenesi senza andare a cercare future promesse in giro per l'Italia. Sono i nostri ragazzi e ne andiamo fieri - insieme alla sorella Alessia e al fratello Andrea - tanto che siamo tra le prime dodici top school in Italia, trentaseiesimo club tra 1825 scuole tennis in Italia. Non male».

Chi dobbiamo tenere d'occhio?

«Oggi Leonardo Taddia, ha sedici anni, sta crescendo tanto. Ma ce ne sono e ce ne saranno altri».

Magari anche sua figlia...

«Ho vietato a tutti di parlarle di tennis - ride - Matilde ha cinque anni - è nata dal matrimonio con Federico Casali, marito di Adriana - gioca con gli zii, ma non deve essere ossessionata dai risultati della mamma. Se vorrà giocare a tennis lo farà, ma non è un obbligo, anzi. Io le auguro solo di avere come me una passione sulla quale concentrare le sue energie e i suoi talenti. Poi che sia musica, teatro, danza, non so. Spero che si appassioni e si emozioni. Lei è la mia vittoria più bella».

Tornando in metafora, che colpi usa da mamma?

«Con Matilde la smorzata, era uno dei miei colpi preferiti: dolce, ma deciso».

Il diritto a chi lo riserva?

«Era il colpo con il quale facevo più punti, ma anche quello che nei momenti importanti mi faceva tremare. È quell'indecisione che oggi vedo nel futuro pensando a mia figlia che crescerà».

Lei come è cresciuta?

«Sono stata fortunata. Ho girato il mondo, conosciuto diverse culture, mi sono resa conto di quanto sia stata privilegiata, di quanto lo siamo anche qui in Italia, di quanto spesso ci dimentichiamo di esserlo. Ho amici ovunque - parla italiano, inglese e spagnolo correttamente, capisce un po' di francese - ma comunque torno sempre a Modena. Qui so di avere tutto e non voglio mollarlo».

Se non fosse Modena, in quale città vorrebbe vivere?

«Gli Stati Uniti hanno un grande fascino, l'Australia mi è rimasta nel cuore». Forse per quei quarti di finale nel 2002... «Un risultato stupendo, ancora oggi indimenticabile, come i quarti a Roma nel 1994 arrivando dalle qualificazioni, nessuno mi conosceva».

Fosse in campo oggi, sarebbe arrivata oltre il 38esimo posto al mondo?

«Può darsi. Il livello medio è più alto, ma le top 10 si sono abbassate».

La più forte che ha incontrato?

«Davenport, le Williams, Hingis, Seles. Mostri».

Per concludere: Federer o Nadal?

«Federer».

Federer o Djokovic?

«Federer sempre e con tutti. Ha fatto tutto bene e meglio degli altri. Lui è l'esempio».

 

LA SCHEDA DI UNA SPLENDIDA CARRIERA

Adriana Serra Zanetti è nata a Modenail 5marzo del 1976. La sua miglior classifica in singolare l’ha raggiunta l’11 febbraio 2002, quando il ranking Wta le assegnò la posizione numero 38 al mondo. Nello stesso anno raggiunge anche la sua miglior posizione in doppio (69 al mondo). È stata numero uno d’Italia dall’under 12 all’under 18, vincendo tutto ciò che in Italia c’era da vincere. Professionista dal 1990, entra nelle prime cento giocatrici almondo il 1° agosto 1994. Il miglior risultato in una prova dello Slam restano i quarti di finale del 2002 agli Australian Open: sarà quello il suo anno migliore. A Melbourne si ferma solo davanti a Martina Hingis dopo essere stata la prima azzurra ad entrare tra le migliori otto in Australia. L’inizio di carriera è scoppiettante: quarti di finale agli Internazionali di Roma nel 1994, ottavi di finale al Roland Garros nel 1995. Con la nazionale azzurra esordisce nel 1995 in Federation Cup. Rappresenta l’Italia alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996. Nel circuito Wta raggiunge le semifinali a Mosca nel 1995 e a Bratislava nel 2001. In doppio vince a Quebec City nel 2001, a Palermo nel 2003 e a Tashkent nel 2004 in coppia con la sorella Antonella Serra Zanetti. Prima coppia di sorelle azzurreinsieme sui campi di Wimbledon contro niente meno che Martina Navratilova (2002). Tante soddisfazioni, tanti traguardi ed oggi una vita dedicata all’insegnamento al Tennis Modena, dove assieme al fratello Andrea e alla sorella Alessia allena tanti ragazzi.