Festival di Venezia con Paola Lavini in “Anime nere”
L’attrice maranellese aprirà la rassegna con il film del regista Francesco Munzi
MARANELLO. Ci sarà anche l'attrice maranellese Paola Lavini al Festival del Cinema di Venezia con la sua partecipazione al film “Anime Nere”, girato in Aspromonte per la regia di Francesco Munzi, co-produzione italo-francese, e liberamente ispirato all'omonimo romanzo di Gioacchino Criaco e sarà nelle sale dal 18 settembre. Verrà proposto in anteprima a Venezia domani alla sala Grande alle ore 17 e al PalaBiennale alle ore 22. Nel film si racconta Africo, uno dei centri nevralgici della 'ndrangheta calabrese. Narra la storia di tre fratelli: Luigi, il più giovane trafficante di droga. Rocco imprenditore e Luciano. I tre fanno cattivi affari a Milano e in Sudamerica. Una storia incentrata sul male e su una realtà familiare complessa. Tra gli interpreti anche Marco Leonardi e Barbara Bobulova. Paola Lavini ritorna sul set dopo il successo ottenuto su Rai 1 con la fiction “Il giudice meschino”.
«Io interpreto il ruolo della moglie di uno dei tre fratelli – spiega l'attrice di Maranello – Sono anche una mamma perché si parla anche di maternità all'interno della 'ndrangheta. Uno scontro tra due famiglie molto potenti. Le scene le abbiamo girate tutte in Aspromonte e ad Africo».
Sarà il primo film italiano proiettato al Festival del Cinema di Venezia.
«E' stato un film con una lunga lavorazione e merita di essere visto. Il regista Francesco è stato molto meticoloso nel girare le scene ed ha preso anche attori non professionisti del posto. Ha scelto le facce giuste per questo film. Anime nere è un film tratto proprio da un autore calabrese. E' stato fatto prima un lungo lavoro di documentazione e poi siamo andati sul set».
Il tuo volto ben si adatta ad interpretare donne del Sud.
«Tra Napoli, Calabria e Basilicata ho già girato diversi film parlando i loro dialetti. Questo è il mio terzo film girato in Calabria. La mia mamma è nata in provincia di Benevento e, quindi, ho preso i suoi lineamenti. Mi prendono anche per siriana e non hanno tutti i torti visto che ho girato anche un film in Marocco. A giugno ho preso parte a un nuovo film (a Pesaro) e mi sono avvicinata all'Emilia Romagna. La regia è stata firmata da Marco Pontecorvo, figlio di Gillo. Protagonista è John Turturro».
È vero che a settembre hai un altro progetto cinematografico?
«Non posso rivelare molto, ma sono l'unica donna del film. È l'opera prima di Paolo Cevoli che è anche il protagonista e regista».
Oltre che attrice sei anche una valida cantante.
«Questa estate abbiamo presentato in Abruzzo “Corradino d'Ascanio” che stiamo cercando di portare avanti. Anche se non riconosciuto è l'inventore dell'elicottero e della Vespa. È un recital con letture e poi un concerto con anche musicisti emiliani. Voglio ricordare Ellade Bandini, Massimo Morriconi, Marco Tamburini, Gianfranco Di Giovanni e Raffaele Pallozzi. Il progetto è quello di portarlo anche in altre regioni italiane».
Il tuo rapporto con Modena?
«Lo sto cercando. Sono nata a Maranello anche se lavoro molto al Sud, perché il cinema vive anche di facce. Per anni sono rimasta fuori ma vorrei tanto poter lavorare nel nostro territorio e parlare il nostro dialetto. A Modena non sono ancora riuscita a sviluppare qualche progetto. Ho avuto un ruolo in “Che Dio ci aiuti” e “Don Zeno” ma non siamo riusciti a fare scoppiare l'amore. Mi piacerebbe tanto poter lavorare nella nostra provincia, sia come attrice che come cantante. Vedremo in futuro se sarà possibile realizzare questo mio sogno».
Nicola Calicchio