Gazzetta di Modena

Davide Gasparotto: il Ghetty Museum una sfida bellissima

di Stefano Luppi
Davide Gasparotto: il Ghetty Museum una sfida bellissima

Il direttore dell’Estense primo italiano nominato capo curatore dei dipinti del prestigioso istituto

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MODENA. Davide Gasparotto, direttore della Galleria Estense, naturalmente preoccupato per il furto del Guercino, ha però voglia di scherzare: «Di certo noi al Getty non lo compreremo». Il riferimento dello studioso della soprintendenza di Modena è al Getty Museum di Los Angeles, uno degli istituti d'arte più importanti al mondo del quale Gasparotto è appena stato nominato “capo curatore dei dipinti”.

Un ruolo prestigiosissimo, a cui un italiano non era mai giunto anche se il passato Federico Zeri era stato consulente del petroliere J. Paul Getty e Salvatore Settis, ex direttore della Normale di Pisa ed editorialista di Repubblica, aveva retto il centro di ricerca. Il Getty è senz'altro uno dei musei più prestigiosi del mondo ed è senz'altro il più ricco con un patrimonio di alcuni miliardi di dollari: in un ruolo chiave hanno voluto un italiano segno che il Paese non esporta solo piedi di calciatori ma pure cervelli.

Gasparotto, attendeva la nomina?

«Non posso dire sia piovuta dal cielo, visto che il percorso è iniziato a maggio. Sono però stupito della velocità con la quale la notizia si è diffusa tra America ed Europa, ho risposto a decine di telefonate di complimenti di colleghi ed amici».

Come si è giunti alla nomina di senior curator?

«Sono stato segnalato al direttore del Getty Timothy Potts dal collega del Metropolitan di New York Keith Christiansen. Non c'è stato un vero concorso, ma numerosi incontri prima via Skype e poi di persona a Los Angeles e a Londra. Ho incontrato anche James Cuno, il presidente e chief executive del Getty Trust che regge il museo».

Museo ricchissimo...

«Si, decisamente e anche l'offerta economica è buona inutile negarlo. Ma soprattutto è molto bello il lavoro che dovrò fare, come capo curatore avrò la gestione di tre colleghi esperti, poi io riempio il vuoto sul Rinascimento. Tra i miei compiti ci saranno gli allestimenti e la cura di mostre, materie in cui sono ormai esperto, ma poi dovrò anche acquistare».

Finora lei ha lavorato al ministero dei Beni Culturali che acquista poco...

«Già, mentre qui avrò un budget di alcuni milioni di euro all'anno per acquistare alle aste di Londra e di New York e nei principali luoghi del mondo, una grossa responsabilità, decisamente allettante. La sfida è complessa e sono felice di avere avuto la meglio su altri candidati al ruolo, anche perché l'ambiente è internazionale e molto stimolante».

Lei ora è direttore della Galleria Estense e sta curando la riapertura di febbraio.

«Non me la sono sentita di lasciare il soprintendente Stefano Casciu e i colleghi con i quali sto ben operando per la riapertura del museo dove resterò almeno fino a novembre: sto curando in particolare la nuova guida del museo e l'allestimento dei dipinti. Poi spero di poter essere qui il giorno della riapertura nel 2015».

Le cambia anche la vita personale.

«Già, io e mia moglie andiamo nell'altra parte del mondo, ma in una zona ottima. Tra l'altro lei, che fa la restauratrice, inizierà a collaborare con il settore conservativo del mio nuovo museo».

Davide Gasparotto è nato a Bassano del Grappa, ha lavorato per dodici anni alla Galleria nazionale di Parma prima di giungere a Modena. Ha pubblicato vari libri e curato numerose e importanto mostre.