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Da Kimi Raikkonen ad Antonelli, la “palestra” dei campioni di Formula 1 a Maranello

di Mattia Vernelli

	Un simulatore della Sim e la visita di Raikkonen
Un simulatore della Sim e la visita di Raikkonen

Viaggio alla scoperta della Sim, la casa dei simulatori nata da un’idea dell’ex tecnico Ferrari Giacomo Debbia e di Marco Zanasi: «I piloti vengono qui da tutto il mondo e provano i circuiti, le sensazioni virtuali sono uguali a quelle reali. Li vendiamo anche: Jack Doohan ne ha comprati due»

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MARANELLO. «I motori sono come una malattia: se ti prende è incurabile, un turbine da cui difficilmente si può uscire. Io ne sono affetto da quando sono giovane, e me la porterò fino alla vecchiaia». Tra simulatori di ultima generazione e macchine di lusso customizzate, il team manager Giacomo Debbia si muove come un sovrano nel suo regno. Sotto la scritta lampeggiante “SIM Maranello” proiettata nella vasta parete del salone principale, ci presenta la sua azienda: «Siamo nati nel 2021, da un’idea condivisa da me e Marco Zanasi della Carrozzeria Zanasi Group. I piloti professionisti vengono da tutto il mondo per provare o acquistare i nostri simulatori di gare automobilistiche. Abbiamo un’area dedicata per l’allenamento, utilizzata soprattutto dai giovani professionisti di categorie come l’F4 o delle competizioni monomarca. Solitamente sono accompagnati dal proprio ingegnere di pista che gli spiega la configurazione del circuito, e qui poi possono acquisire i dati di telemetria virtuali che sono uguali a quelli della pista, in modo tale che i risultati dell’allenamento siano assolutamente aderenti a quelli reali, e quindi comparabili».

La visita dei campioni di Formula 1

«In passato – prosegue Debbia – abbiamo ospitato Andrea Kimi Antonelli, Emmo Fittipaldi (figlio di Emerson) e ci ha fatto visita anche Kimi Raikkonen. I simulatori, inoltre, li vendiamo: soprattutto ai piloti, ma anche semplici appassionati che vogliono avere in casa una tecnologia che gli permetta di vivere l’esperienza della pista. Jack Doohan, pilota di Formula 1 figlio dell’ex campione di motociclismo Mick, ha due simulatori acquistati da noi, uno nella sua casa a Brisbane e uno a Monaco. A Montecarlo vendiamo tantissimo, abbiamo già consegnato sei modelli Rst Pro. Ci occupiamo di ogni fase, dalla progettazione all’assemblaggio, fino alla vendita del simulatore, che è una formidabile integrazione dell’allenamento in pista e in palestra. È possibile replicare più di 200 piste, oltre ad avere numerose vetture di ogni casa automobilistica esistente. Il prodotto base si aggira intorno agli 8mila euro, mentre le tecnologie più avanzate superano i 100mila euro, e sono corredate da maschere di realtà virtuale e una ventola che spara aria in basa alla velocità. Inoltre, abbiamo due team, il Sim Freem, e il Sim Maranello: con quest’ultima equipe siamo arrivati terzi nel 2023 a Le Mans Virtual Series (il corrispettivo virtuale della 24 ore di Le Mans), davanti al team della Ferrari».

La customizzazione delle auto

Al centro del grande salone dell’azienda, accanto ai simulatori, c’è una Ferrari customizzata in esposizione, che presenta pregevoli rifiniture in blu elettrico. Il team manager ci chiede di non fotografarla, perché sarà presto consegnata a un cliente. «Quest’area – spiega Debbia – viene condivisa con la Zanasi Group, che è appunto il proprietario di Sim Racing. Loro customizzano auto di lusso, e la consegna al cliente avviene qui, con tanto di unveiling (svelamento) dell’auto e un video emozionale con il cliente può immergersi nel processo della customizzazione».

La carriera di Giacomo Debbia

Questa passione di Debbia per i motori, così smisurata da guadagnarsi l’appellativo di “malattia”, ha radici molto lontane: «Da quando scorrazzavo in sella a un motorino a 15 anni fino ai grandi circuiti in cui ho lavorato in giro per il mondo, ho sempre coltivato la stessa dedizione. Ho passato 26 anni della mia vita in Ferrari, di cui 12 lavorando nell’equipe in pista, dagli anni ’90 fino al 2003. Poi mi sono fermato, erano ritmi sfrenati. Ma è stata un’esperienza incredibile. Ero un tecnico responsabile dei sistemi di telemetria in gara. I primi piloti che ho seguito sono stati Alain Prost e Nigel Mansell. Michael Schumacher aveva una passione incredibile per la guida, lui le ferie le passava girando su un kart. Era una persona d’oro, estremamente umile: se c’erano dei problemi durante le gare non colpevolizzava mai nessuno, partiva sempre dal presupposto che a sbagliare poteva essere stato lui. Non era quasi mai così. Ho terminato la mia carriera in pista nel Gp del Giappone nel 2003. Poi ho iniziato a occuparmi del Programma XX e F1 Clienti della Ferrari, e nel 2021 mi sono lanciato con questa nuova avventura, la SIM. I motori sono il filo conduttore della mia vita», conclude Debbia.

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