Ma quale addio, Greg Paltrineri rilancia: «Punto alle Olimpiadi di Los Angeles»
Il campione carpigiano, nuotatore azzurro più medagliato della storia dei Giochi olimpici, mette nel mirino l’appuntamento del 2028 negli Usa: «Voglio vincere nel fondo dopo la delusione di Parigi nella Senna»
Poco più di quattro mesi sono passati dalla conclusione delle Olimpiadi di Parigi, ma quando si ha la competizione nel sangue possono essere sufficienti per sciogliere le riserve e rilanciarsi, nonostante l’età, verso nuovi traguardi. È questo il caso di Gregorio Paltrinieri, il nuotatore italiano più medagliato della storia nelle manifestazioni a cinque cerchi, che alla soglia dei 30 anni superati non è sazio e, intervistato dal quotidiano La Repubblica, ha lanciato la sfida verso Los Angeles 2028 dove cercherà principalmente dal mare di alimentare ulteriormente il proprio palmares. «Devo ancora vedere cosa e come fare – ha raccontato Greg –, forse dovrò correggere in corso d’opera. Di certo voglio vivere questi anni provando un’altra forma di me, avvicinandomi in un modo ancora una volta diverso al nuoto».
Voglia di riscatto
In cantiere, quindi, c’è un Paltrinieri 3.0 dopo quello dominante sulle lunghe distanze in vasca nei primi anni di carriera e dopo quello che si è diviso fra piscina e acque libere, cambiando anche la sua nuotata per mantenersi al top nonostante il passare degli anni e l’emergere di tanti nuovi talenti. A far scattare la molla nella testa del campione carpigiano sono state le gare nella Senna, dove non si è espresso ai suoi livelli: «Voglio vincere nel fondo, farò tutto in funzione di questo. Il mio focus sarà improntato sul mare per fare qualcosa di grande, che non ho ancora fatto, e la piscina non la escludo a priori, ma solo se mi farà sentire cose anche funzionali alle acque libere. Il fatto di non aver performato a Parigi come avrei voluto mi fa dire che posso fare ancora molto bene».
La gara deludente nella Senna
Paltrinieri torna poi a rivivere per qualche istante la gara che lo ha visto chiudere, mestamente, al nono posto sulla distanza dei 10 chilometri: «È stato un incubo, ripensandoci la vedo come una delle più brutte gare della mia vita. L’ho gestita male e ha scardinato tutto quello che pensavo e conoscevo di me. E dire che era anche la gara in cui mi sentivo più pronto, invece è cambiato tutto in un nanosecondo. Mi sono tuffato e reso subito conto che era una situazione inadatta alle mie capacità, non avevo idea di come nuotare soprattutto a favore di corrente e alla fine ero distrutto».
Ripartire dopo la delusione
Una parentesi non fortunata che, però, regala gli stimoli per ripartire dopo una sosta voluta ed anche forzata a causa dell’incidente rimediato cadendo in bici un’ora dopo la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi: «Ho ricominciato ad allenarmi solo da qualche settimana, ma con calma e solo la mattina perché al pomeriggio riposo e mi dedico alla fisioterapia. Per durare quattro anni devo trovare qualcosa che mi diverta e per cui abbia desiderio di lottare. Al momento non ci sono progetti a breve termine a parte i Mondiali a Singapore la prossima estate».
Entusiasmo come spirito guida
Obiettivo alla portata o meno sarà solo il tempo a dirlo, ma Paltrinieri è fortemente determinato anche grazie ad un’idea ben chiara nella sua mente: «Certamente dovrò dosarmi fisicamente, ma ormai ci sono tanti esempi di atleti che vanno avanti. Magari sono solo un sognatore che vede solo le cose belle e forse nel nuoto è più complicato, ma sono convinto di potercela fare. La parte più importante è l’entusiasmo di buttarmi in acqua, la testa è fondamentale».