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Silvio Berlusconi alla Madonnina, la nuova avventura calcistica di Boahene

di Matteo Pierotti

	Silvio Berlusconi Boahene con il dirigente della Madonnina Prandini
Silvio Berlusconi Boahene con il dirigente della Madonnina Prandini

Il diciannovenne, diventato famoso per il nome scelto dal padre e tifoso del Milan, giocherà in Prima categoria con la squadra del quartiere cittadino che ha lo stesso nome del simbolo della città di Milano

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MODENA. La Madonnina è quella di Modena, società dell’omonimo quartiere cittadino, e nulla c’entra con il simbolo della città di Milano. E lui si chiama Silvio Berlusconi, ma non pensate al Cavaliere: è Silvio Berlusconi Boahene, la cui storia fece il giro d’Italia quando il padre lo registrò all’anagrafe proprio con questo nome per poi rifarla lo scorso anno, quando Boahene tornò alla ribalta dopo le prime amichevoli estive con la Virtus Castelfranco, nel campionato di Eccellenza del calcio dilettantistico dell’Emilia Romagna.

Una nuova squadra: la Madonnina

Oggi diciannovenne, Silvio Berlusconi Boahene è da alcune ore un nuovo giocatore della Madonnina, società modenese che milita in Prima categoria. Squadra più azzeccata per un ulteriore richiamo al vero Silvio Berlusconi non ci sarebbe potuta essere. Boahene, di ruolo centrocampista, è dunque pronto a vivere una nuova esperienza calcistica nel Modenese dopo non aver trovato troppo spazio a Castelfranco.

La storia del nome

Il padre di “Silvio”, Anthony Bohaene, operaio metalmeccanico ghanese di 36 anni che vive a Modena, chiamò figlio così «per dargli il nome di un grande capo politico, di cui mi piaceva tutto e a cui devo il mio permesso di soggiorno». In Africa, Antonhy, con il nome d’arte B.Brown, era apprezzato cantante di hip-life, genere a metà tra musica religiosa e hip-hop. Dopo aver cantato per le comunità africane, e non solo, in giro per l’Europa nel 2002 arrivò in Italia, a Palermo. Dopo due anni vissuti in Sicilia decise di trasferirsi a Modena con i due figli più grandi: Nanama, ai tempi 16enne, e Isaac, che ne aveva otto. Poi lo raggiunse anche il più piccolo, di cinque anni. Quando fu il momento di registrarlo all’anagrafe, Antonhy Bohaene non ebbe esitazioni e lo chiamò “Silvio Berlusconi”. Senza, pare, nessuna osservazione dall’ufficiale comunale.