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Modena, senti Nereo Bonato: «Mandelli darà un’impronta ai gialli»

di Andrea Lolli

	Mister Mandelli e il ds del Cagliari Nereo Bonato
Mister Mandelli e il ds del Cagliari Nereo Bonato

L'intervista al direttore sportivo del Cagliari, che fu il primo a lanciare in B l'attuale tecnico dei canarini: «Paolo ha qualità tecniche, conoscenze di calcio e sa bene cosa proporre ai ragazzi per fare una gara importante. Dalla sua ha l’esperienza vissuta tanti anni fa a Sassuolo in una situazione delicata, con una classifica non semplice»

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MODENA. Una carriera spesa a forgiare generazioni di giovani calciatori, ma ora per Paolo Mandelli arriva la sfida più grande ovvero prendere per mano e provare a rialzare un Modena sempre più in crisi, che dopo dodici giornate di Serie B occupa il penultimo posto in classifica. Compito non facile quello affidato al tecnico della Primavera gialloblù che, però, ha dalla sua un precedente importante come quello della stagione 2010/11 quando subentrò ad Angelo Gregucci sulla panchina del Sassuolo portandolo ad una salvezza tutt’altro che agevole con due vittorie nelle ultime tre giornate.

Ad affidargli il delicato incarico allora fu il ds neroverde Nereo Bonato, attualmente in forza al Cagliari e con un passato anche sotto la Ghirlandina, che non ha dubbi sulle qualità di Mandelli, ma anche di Andrea Catellani e di Michele Troiano protagonisti allora in campo con i neroverdi.

Bonato, per Mandelli si spalancano nuovamente le porte della Serie B dopo l’esperienza del 2011. Che occasione sarà per un tecnico che lei conosce molto bene?
«Si tratta di una grande opportunità, Paolo conosce alla perfezione l’ambiente ed i giocatori, oltre ad avere un buon feeling con Catellani, quindi ci sono tutte le condizioni per fare un buon lavoro. Adesso credo che la cosa fondamentale sia preparare bene la prossima delicata gara con la Carrarese e cercare di portarla a casa in ogni modo poi ci sarà la sosta per fare valutazioni e avere il tempo di programmare il futuro».

Che allenatore è Paolo Mandelli?
«Ha qualità tecniche, conoscenze di calcio e sa bene cosa proporre ai ragazzi per fare una gara importante. Sarà decisivo fare in modo che la squadra recuperi energie fisiche e mentali per poter dare tutto in campo poi è normale che non si possa stravolgere tutto, ma Paolo dovrà mettere dentro qualche concetto che permetta ai ragazzi di avere idee precise su cosa fare. Dalla sua ha l’esperienza vissuta tanti anni fa a Sassuolo in una situazione delicata, con una classifica non semplice. In questo caso il tempo è maggiore e con l’esperienza acquisita in anni di lavoro credo abbia tutte le competenze per gestire al meglio il momento».

Corsi e ricorsi storici anche per la presenza di Catellani e Troiano.
«Oltre alle esperienze di Sassuolo e Modena hanno tutti e tre in comune anche quella di Ferrara. È un trio che conosco molto bene, sono tutti ragazzi dai sani principi con un’ottima conoscenza del calcio. Mi auguro per loro che facciano bene perché Modena è una piazza importante, che ha gettato le basi negli ultimi anni per un percorso molto importante. Nel calcio, si sa, le difficoltà ci sono sempre e quando capita bisogna fare fronte comune per affrontarle. Penso che i gialloblù abbiano tutti i mezzi per superarle a partire da una società di grande spessore e uno staff che può dire il suo. Il gruppo di giocatore è stato costruito per un campionato diverso, ma in B c’è sempre spazio anche per rimonte non preventivabili».

Che rapporto ha costruito in questi anni con la famiglia Rivetti?
«Li ho conosciuti anche per le operazioni fatte con il Cagliari e le ho trovate persone a modo. Ho grande fiducia che possano portare avanti un percorso dove già hanno ottenuto buoni risultati».

In conclusione, cosa potrà portare in più Mandelli a questo Modena?
«Non avrà grandi esperienze a livello di prima squadra, ma è da qualche anno a Modena, che ormai da tantissimo tempo è anche la sua città, e conosce le sfaccettature interne al club. Conosce anche tante dinamiche ed eventuali problematiche, inoltre la famiglia Rivetti è presente quotidianamente e se ha fatto questa scelta è sicuramente ponderata. La conoscenza diretta può aiutare nella valutazione sia umana che relativa alle competenze tecnico-tattiche», conclude Nereo Bonato.