Filippo Capitani corona alle Hawaii l’Ironman supremo: «Il sogno è realtà»
L’impresa del triatleta formiginese classe 1985, cresciuto nell’Atletica Rcm Casinalbo, nella tappa finale del Mondiale di Kailua-Kona: «Prova massacrante, ma che emozione»
FORMIGINE. Un sogno per pochi eletti. Conquistare l’Ironman supremo, nella tappa finale del Mondiale di Kailua-Kona, alle Hawaii, dove tutto ebbe inizio, va oltre l’immaginabile per un triathleta. Filippo Capitani, classe 1985 da Formigine, racconterà un giorno questo meraviglioso sogno ai piccoli Fabio e Federico, di appena 2 anni e 4 mesi, che lo aspetteranno a casa mercoledì. Lo farà insieme alla moglie Chiara Zini, che lo ha accompagnato da vicino in ogni istante di questa lunga rincorsa di due anni al traguardo di Kona.
L’impresa alle Hawaii
Racconteranno loro di un’impresa indimenticabile, vissuta a tutto gas nella culla della triplice, fra corone di fiori, pesci tropicali e distese infinite di terra lavica. Una massacrante, inebriante cavalcata verso la gloria, attraverso 3,8 chilometri di nuoto nelle acque cristalline di Kailua Bay, 180 chilometri a capo chino in sella alla bicicletta e 42,195 chilometri di corsa sui saliscendi che conducono nell’Olimpo del Triathlon su distanza Ironman. «È stato un secondo viaggio di nozze, questa fuga a due alle Hawaii – scherza Capitani, medaglia al collo, dedicando l’impresa alla sua famiglia – Senza il supporto di Chiara non avrei mai potuto raggiungere questo traguardo ed essere qui insieme è bellissimo. Preparare questa gara con due figli piccoli è stata una sfida nella sfida, ma sono sempre stato un gran testone e la soddisfazione oggi è doppia».
Tutto è nato a luglio del 2019
Riavvolgendo il nastro: luglio 2019, tappa austriaca di Klagenfurt, esordio su distanza Ironman in 9h26’09”. Settembre 2022, Ironman Italy di Cervia, strepitosa quinta posizione di categoria M35-39, in 8h37’26”, che vale lo storico pass per le finali mondiali del Circuito Ironman a Kona. «Due anni di pensiero fisso, nel pieno di una routine familiare con due gemelli appena nati, fatta di mille gioie quotidiane e altrettanti incastri – riassume Filippo – il fato ha voluto che le finali mondiali del circuito siano state alternate, maschili e femminili, fra Nizza e Kona dal 2023. Avrei potuto optare per Nizza un anno fa, ma Kona la fai una volta nella vita e ho optato per il 2024».
E l’occasione della vita Filippo l’ha colta alla perfezione, chiudendo, nella notte italiana fra sabato 26 e domenica 27 ottobre, la sua favolosa esperienza in 10h14’14”: 1h04’39” per i 3,8 chilometri a nuoto, 5h13’40” per i 180 chilometri in bici e 3h48’46” per i 42 chilometri di corsa. «Emozione e soddisfazione uniche, ma è stata una delle cose più dure che abbia mai fatto – non si nasconde il campione cresciuto nell’Atletica Rcm Casinalbo e oggi portacolori de La Bottega di Casinalbo e Modena Runners Club – La prima frazione è stata come nuotare in un acquario: c’erano pesci tropicali ovunque, di tutti i colori. Una bellezza di gran lunga superiore anche alla remota paura di eventuali squali. Non c’era tempo di preoccuparsi, visto che, partendo tutti insieme, non ricordo di aver mai preso tanti colpi in acqua come stavolta. Passando alla bici, il tracciato è un continuo su e giù, con 1.772 metri di dislivello complessivi. Distese immense di terra lavica e scenari mozzafiato, ma me li sono goduti poco, perché lo sguardo è rimasto sempre fisso sul contachilometri».
Di una bici da crono decisamente speciale, peraltro. «Un colpo di fortuna unico. La bici me l’hanno prestata una coppia di abitanti locali, conoscenti di alcuni amici di Formigine. Era perfetta per la mia misura, modello top e mi ha evitato tutti i rischi logistici di un trasporto dedicato dall’Italia».
La parte tremenda è stata la corsa, solitamente punto di forza di Filippo. «Il percorso è davvero micidiale, tutto un saliscendi, con lo strappo di Palani Hill, al 12° chilometro, che spezza le gambe: una salita al 6,6% con 37 di dislivello in appena 500 metri, per poi immettersi su un tratto lunghissimo di rettilineo in tangenziale, tutto al sole e di nuovo su e giù fino alla fine, con lo spettro dell’Energy Lab a metà gara. I 30 gradi di temperatura e il clima umido hanno fatto il resto. L’ho pagata cara, ma l’importante era arrivare alla fine e ce l’ho fatta. Merito anche della pioggia ristoratrice negli ultimi due chilometri gara».
Lo speciale body degli amici di Casinalbo
C’è da giurare che una riserva di energia extra sia spuntata fuori all’improvviso anche dai fiori intarsiati sullo speciale body, creato apposta per l’evento. «È stato il regalo più bello, quello dei miei amici de La Bottega di Casinalbo. È un body speciale, me l’hanno consegnato in una festa a sorpresa poco prima di partire: bellissimo, lo ha disegnato il nostro stylist, che fa cose strepitose. Ci sono dettagli continui nascosti qua e là, addirittura i nomi dei miei figli e ne continuo sempre a scoprire qualcuno. È stato come avere tutti quanti insieme a me».
Assieme ad una medaglia da collezione, tornano istantanee ed emozioni in serie a Modena da Kona. «Non si può raccontare, devi avere la fortuna di viverla – conclude Capitani – È un’atmosfera unica, con 5mila volontari al completo servizio degli atleti. Ci si sente eroi. La cosa più incredibile è che, in questa settimana, puoi uscire a qualsiasi ora del giorno e della notte e trovi sempre qualcuno in giro che corre, nuota o pedala. Sempre, in ogni angolo dell’isola. Senza parlare della parata delle nazioni, quando ho rappresentato l’Italia con altri 56 atleti azzurri, sfilando per Kona con bandiera e divisa di rappresentanza consegnata dalla Fitri. È veramente il sogno di ogni triathleta».
Sarà bello svegliarsi dal sogno, a Formigine, con quella medaglia al collo.
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