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Andrea Malagoli, palmares da campione: «Ma ho ancora fame di successi»

di Ernesto Bossù
Andrea Malagoli, palmares da campione: «Ma ho ancora fame di successi»

Il bomber modenese del Trissino e della Nazionale: «Un giorno tornerò a casa… Il terzo posto al Mondiale con l’Italia gran risultato ma ha lasciato l’amaro in bocca, l’emozione pià grande la vittoria dell’Eurolega nel 2022»

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MODENA. Sei campionati italiani di hockey su pista vinti, due Coppe Italia alzate che fanno il paio con tre Supercoppe nazionali conquistate. Ma nel palmares sono conservati trofei ottenuti anche al di là dei confini dello stivale, su tutti la vittoria dell’Eurolega nella stagione 2021-2022 – che sostanzialmente è paragonabile alla Champions League del calcio – in cui ha tra l’altro segnato una doppietta. Guai a dimenticare, poi, la Coppa intercontinentale. Nell’albo dei modenesi che hanno fatto la storia dello sport c’è senza dubbio anche Andrea Malagoli. Classe 1991, laureato in Terapia occupazionale, percorso a cui ha fatto seguito un master a Milano, veste, dal 2019, la maglia del Trissino, società di hockey su pista tra le più titolate in Italia. Al contrario di quanto suggerito dal numero sei, quello che porta sulla parte posteriore della divisa, Malagoli di ruolo è attaccante. Un vero e proprio bomber – 194 reti all’attivo solo in maglia bluceleste – che anche in nazionale fornisce prestazioni di altissimo livello. L’ultima appena una decina di giorni fa, quando Malagoli, insieme ai compagni azzurri, tra cui il mirandolese Davide Gavioli, ha vinto la “finalina” dei campionati mondiali di Hockey su pista ospitati a Novara, dove la nazionale si è classificata terza ottenendo la medaglia di bronzo 21 anni dopo l’ultimo successo. E fa niente se, come dice lui stesso, «abbiamo vinto, sì, ma non la partita più importante»: la mentalità del campione è quella, ed è la stessa che gli ha permesso di guardare tutti dall’alto negli ultimi anni. Malagoli con il suo sport riesce a vivere. Allenamento ogni mattina, pranzo e poi di nuovo preparazione, stavolta in palestra. Questo è positivo, senza dubbio, «ma non scontato. Per avere uno stipendio che permetta di concentrarsi solo sullo sport, nell’hockey bisogna attestarsi su livelli altissimi e, poi, diversi colleghi che giocano anche in serie A1 non riescono a mantenersi solo di questo perché magari sono in una squadra di media classifica. Insomma, c’è un lato positivo ma anche uno negativo».
Il movimento hockeystico italiano, in aggiunta, «vive di momenti alterni: laddove c’è una progettualità, e quindi una proprietà che investe, va tutto bene; ma poi, al primo flop, spesso si abbandona tutto. Credo manchi la continuità in alcune realtà».
Ovviamente non in quella di Trissino, dove Malagoli gioca. Si diceva: società seria, tra le più titolate in Italia e una delle più forti in Europa. La preparazione per il nuovo campionato, che inizierà il 12 ottobre, è stata complessa, per motivi positivi: «Degli undici componenti del team, solo quattro hanno ripreso ad allenarsi all’inizio del raduno. Gli altri, me compreso, erano tutti in nazionale a giocarsi il mondiale».
Mondiale a cui l’Italia si è classificata terza. Badate bene, però: «Non è stata l’emozione più bella della mia carriera. Volevamo vincere la competizione davanti ai nostri tifosi ma non ci siamo riusciti. E nonostante il buon risultato, che pure non è stato all’altezza di quanto sperato, credo che sia imparagonabile all’emozione che ho provato quando ho alzato la coppa di Eurolega con Trissino nel 2022».
A riguardarsi indietro, Andrea Malagoli è soddisfatto. «Ho indossato per la prima volta i pattini a tre anni. A Modena ho esordito in A2 nel 2011 – ricorda con tanta felicità – e se in futuro dovesse capitare l’occasione di tornare…».
L’ipotetica è d’obbligo: «A Trissino sto davvero bene, e voglio proseguire qui. Quello che voglio dire è che una volta appesi i pattini al chiodo, spero ci possa essere qualche opportunità».
Magari da allenatore, magari da dirigente. In ogni caso Malagoli sarebbe una risorsa per l’Hockey italiano. Ma non è ancora tempo di pensarci: «Con la squadra voglio riportare a Trissino il campionato e la Coppa Italia, cercando di mantenere la Supercoppa. Insomma, di lavoro da fare ce n'è ancora tanto».