Da Mirandola al bronzo mondiale con l'Italia: Gavioli, star dell’hockey su pista
Classe 1998, ha segnato 2 gol nella finale per il 3° posto che ha riportato l'Italia sul podio iridato dopo 21 anni: «Ho provato con calcio e tennis, ma questo sport dà emozioni uniche»
MIRANDOLA. Poco più di una settimana fa l’Italia dell’hockey su pista è tornata sul podio mondiale dopo ventuno anni dall’ultima volta. Una medaglia di bronzo dal sapore speciale, frutto di anni di duro lavoro e gioco di squadra.
Uno dei protagonisti della manifestazione, autore di due gol su tre nella finale del terzo e quarto posto, è Davide Gavioli, mirandolese classe 1998. «Sapevamo di poter fare bene – racconta – e siamo sempre scesi in campo con la faccia giusta. L’obiettivo, non lo nego, era il primo posto, la tanto sognata medaglia d’oro. Poi, si sa, nello sport non sempre si ottiene ciò che si vuole».
Già in passato la squadra allenata dal ct Alessandro Bertolucci aveva dimostrato di avere molte carte da giocare. «È stato un percorso – continua Gavioli – iniziato tanti anni fa. La squadra ha continuato a crescere e a migliorare, e con lei anche i singoli giocatori. Volevamo la medaglia e abbiamo giocato convinti di potercela fare. È stato davvero molto emozionante».
La semifinale persa con l’Argentina – poi caduta in finale contro la Spagna – è stato un duro colpo, ma i ragazzi di Bertolucci sono riusciti a reagire e a trasformare la frustrazione della sconfitta in energia positiva. «Abbiamo messo subito la testa e posto e per la finale del terzo posto eravamo tutti determinati. Certo, il tifo incredibile del Pala Igor ha aiutato tanto». L’intero evento è stato organizzato a Novara e a vedere le finali sugli sugli spalti c’erano più di 3.500 persone. «Giocare davanti a tutta quella gente è stato bellissimo. Siamo stati felici di vincere il bronzo di fronte a quel pubblico meraviglioso, che ci ha dato tanta carica in tutte le partite».
Sulle tribune, testimoni delle due perle di Davide nella finale per il terzo posto, c’erano anche gli amici mirandolesi, la fidanzata Caterina e la famiglia. «Di solito – confida il giocatore – quando segno dedico il gol alla mia morosa, ma questa volta era più speciale del solito e ho voluto dedicarli anche ai miei amici e alla mia famiglia».
Lo sportivo ha cominciato a giocare a hockey su pista all’età di tre anni grazie a nonno Aldino e da allora non si è più fermato. «Quando ero piccolo ho provato tanti sport, come calcio, nuoto e tennis, ma niente mi dava più emozioni e soddisfazioni dell’hockey. Oggi sono un giocatore professionista ed è diventato il mio lavoro, mi sento molto fortunato».
Dopo i primi passi nella squadra dell’Hockey Pico a Mirandola, a soli 17 anni comincia a giocare in serie A2 per l’Hockey Correggio, dove diventa un giovanissimo capocannoniere nel campionato 2015-16. Poi il trasferimento a Viareggio e, dopo una breve parentesi a Lodi, nel 2020 Gavioli arriva a Trissino, in provincia di Vicenza. Qui, vince due Scudetti di Serie A, una Supercoppa italiana, una Champions League e, infine, una Coppa Intercontinentale. «Faccio allenamento tutti i giorni, spesso anche doppio, e tra campionato e Eurolega gioco almeno due partite a settimana. Per me non è un sacrificio, il mio lavoro è essere pronto per la partita e mi impegno tutti i giorni per essere all’altezza».
Il mirandolese ha una laurea triennale in Scienze motorie e ora sta studiando per la laurea magistrale in Management sportivo. Nonostante sia un atleta ambitissimo da tante squadre italiane ed europee, il suo legame con la città dei Pico è più forte che mai. «Mirandola è casa mia. È dove voglio vivere quando un giorno smetterò di giocare e dove sono i miei affetti più cari. Con Caterina ho appena comprato casa, sono sicuro che il mio futuro, come il mio presente, sarà qui».