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Sassuolo, dura lezione: la Cremonese cala un poker al Mapei Stadium

di Paolo Seghedoni
Sassuolo, dura lezione: la Cremonese cala un poker al Mapei Stadium

Illusorio pareggio dal dischetto di Moro, poi il buio. Restano i problemi in difesa e la girandola di cambi non va

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REGGIO EMILIA. Quattro sberle in faccia e il Sassuolo si ritrova improvvisamente in serie B. Cioè non che fosse già tra i cadetti, ma la sconfitta brutta e inappellabile contro la Cremonese fa assaporare in pieno il pane duro della B, una categoria dove i nomi non hanno mai garantito punti.

Turn over massiccio
Grosso rivoluziona il Sassuolo dopo la gara infrasettimanale di Bari: esordio dal primo minuto per Moro, Antiste ritrova spazio tra i titolari, in mezzo si rivede Kumi, dietro c'è Romagna per lo squalificato Lovato. In panchina alcuni dei nuovi, tra cui Pierini subito a disposizione. La Cremonese parte subito tenendo in mano il pallino del gioco, ma la prima occasione è per la squadra di Grosso, con Thorstvedt che non riesce a concludere da pochi passi dopo una azione un po’ confusa.

Difesa, così non va
Il Sassuolo però fa una gran fatica a funzionare in tutta la fase difensiva, un problema storico che al momento non ha risolto nemmeno Grosso. Il primo gol della Cremonese è una antologia di queste fatiche: Collocolo con un passaggio fa fuori tre neroverdi (Odenthal uscito sulla trequarti, Boloca e Kumi), Jonhsen va dentro e mette per Nasti che arriva ben prima di Romagna e Doig per segnare. Il Sassuolo alza il baricentro e trova il pareggio, grazie al Var e a un fallo di mano di Vasquez, dal dischetto Luca Moro non trema e insacca dagli undici metri. Ma non è serata, perché 4 minuti dopo Johnsen fa fuori un tremebondo Odenthal e centra, la diagonale di Toljan è in ritardo e Collocolo riporta avanti i suoi. Prima della fine del tempo Johnsen, dopo aver fatto segnare due compagni si mette in proprio e infila sotto misura Satalino.

Cambi & caos
Grosso prova a correre ai ripari: Mulattieri e Pierini dall’inizio della ripresa, passaggio a una sorta di 4-4-2 atipico.

Il Sassuolo fa la partita, ma l’unica vera occasione è una sventola da 25 metri di Thorstvedt su cui è bravissimo Fulignati. Allora Grosso cambia ancora, Obiang per Moro e 4-2-3-1, poi dentro Russo per Caligara… cambi di modulo senza che cambi granchè, anche perché Mulattieri non inquadra la porta e Obiang, da mezzo metro, non riesce a capitalizzare una carambola grazie al riflesso di Fulignati. E alla fine arriva anche il gol dell’ex: Sernicola chiude la gara con un diagonale preciso a una manciata di minuti dal termine.

Testa, gambe e gioco
Che la serie cadetta fosse dura si sapeva, ma forse qualcuno a Sassuolo si era illuso che bastasse trattenere alcuni dei big per avere la strada libera per le posizioni di vertice della classifica. E invece non è così: servono la testa giusta per calarsi nella categoria, gambe capaci di reggere una stagione lunghissima, il gioco per valorizzare la qualità che c’è, ma che da sola non basta. In più il mercato è stato incerto e non risolto (giusto una domanda, Laurientè cosa farà?), tre centravanti giovanissimi (Mulattieri, Moro e Russo) e nessun attaccante d’esperienza arrivato. Alla fine, probabilmente, questa batosta può arrivare al momento giusto, giusto prima di una sosta in cui Grosso e la sua squadra dovranno lavorare molto.