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Da Modena all’Ajax: la favola di Luca Messori

di Davide Berti
Da Modena all’Ajax: la favola di Luca Messori

Il 16enne figlio dell’ex tennista Filippo è titolare nell’under 19 e sogna un posto in prima squadra

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Ci sono famiglie in cui lo sport è un segno del destino, un tratto del Dna. Non importa se prima era il tennis mondiale e oggi uno dei club di calcio più prestigiosi al mondo che ha appena messo sotto contratto un giovane modenese. Lo sport diventa storia, una storia che si rinnova e si racconta.

Chi conosce Filippo Messori sa bene che non gli è mai piaciuto troppo apparire. Nemmeno quando viaggiava in tutto il mondo a caccia di punti Atp. Lui, tennista di classe, grande doppista e singolarista instancabile fino ad arrivare alla posizione numero 138 al mondo, ora è tornato sotto i riflettori. E non si può tirare indietro se il merito questa volta non è della sua vittoria nell’unico confronto con un Roger Federer ad inizio carriera: una risata, nulla più, per commentare un risultato che resta storico. Gli si illuminano gli occhi di ghiaccio, invece, quando parla della sua famiglia. Questa volta tocca a Luca, il più piccolo dei tre figli, classe 2007, che ad appena 16 anni ha firmato il suo contratto da professionista con l’Ajax.

Tre anni, fino al 2027, c’è scritto nel foglio di carta che gli hanno messo sul tavolo all’Amsterdam Arena, prima delle foto di rito: «Ho rinunciato al tennis per giocare a calcio e quando è arrivata la prima lettera dell’Ajax sono impazzito di felicità».

Luca Messori, infatti, è modenese doc. Si è trasferito in Olanda quando il papà Filippo e sua moglie Ellis hanno deciso di andare a vivere a Bussum, venti chilometri da Amsterdam. Qui Filippo è responsabile di un circolo di tennis e padel e i suoi figli, allenati a racchetta e palline, hanno poi scelto il calcio: «E io sono felicissimo così, l’importante è che si divertano».

E così è: «Ci sosteniamo molto - racconta Filippo - io e mia moglie siamo molto orgogliosi delle scelte che hanno fatto i ragazzi e anche di questo traguardo raggiunto da Luca, che lo ha voluto con determinazione, facendo scelte coraggiose». Merito anche del grande feeling con i fratelli, Tommy e Alex, che sono i primi tifosi del fratello.

Ora Luca, contratto alla mano, è inserito nella rosa dell’under 19 come trequartista col vizio del gol: quattro marcature e un assist nella scorsa stagione, quella del suo rilancio, che ha radici lontane.

Arrivati in Olanda Luca non aveva più avuto dubbi: «L’Ajax ci faceva giocare in un campo stretto con una palla più piccola che non poteva mai uscire. A tutti ha regalato un minipallone e io non l’ho più mollato». Fino a quando, a 12 anni, ha deciso di rallentare un po’: meglio la squadra vicina a casa e un po’ più di tempo con gli amici. Sono gli anni in cui la passione cresce, si fortifica e Luca capisce che gli manca qualcosa: la maglia biancorossa di uno dei club più affascinanti del mondo. Decide di tornare, ma non è tutto così automatico nelle grandi squadre, ma lo fa con la naturalezza che lo contraddistingue: manda un messaggio a un suo ex allenatore dell’Ajax e gli chiede la possibilità di fare un provino per rientrare. Difficile pensare che in Italia possa accadere una cosa del genere. All’Ajax, dove il vivaio è da sempre una delle priorità, invece può succedere: pur essendo finiti gli stage gli hanno dato la possibilità di allenarsi con il team under 17 per alcuni giorni: «Dopo una settimana ci hanno convocato e dato la notizia che poteva rientrare». Adesso, dopo un anno, ha firmato un contratto da professionista, ha esordito nella primavera e gioca nell’under 19. Il sogno? Debuttare in prima squadra e tornare in Italia da campione, magari arrivare alla maglia azzurra (ha il doppio passaporto). Ma ora c’è l’Ajax.  l

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