Roberto Reggiani, l’Olimpiade a distanza col cuore per il Qatar
Dopo sette Olimpiadi vissute “in presenza” e sempre da assoluto numero 1, può anche capitare per una volta di seguirne una “a distanza”: Roberto Reggiani, modenese, numero 1 assoluto in campo mondiale nella storia del beach volley, sta seguendo i Giochi di Tokyo in modo del tutto anomalo.
«Con il cuore mi sento là con i ragazzi del Qatar, ma in realtà in Giappone non sono andato, troppe restrizioni che hanno portato a questa decisione».
Reggiani, 65 anni il prossimo 19 agosto, 30 spesi per rendere “grande” la pallavolo sulla sabbia, è comunque assolutamente coinvolto nella vicenda: «E come potrei non esserlo, due dei miei ragazzi, Cherif e Ahmed sono in piena corsa per una medaglia».
Per chi fosse digiuno di beach e non conoscesse le sue stelle, va subito detto che i due sono accreditati della prima testa di serie nel tabellone del torneo olimpico maschile e, soprattutto, che questi ragazzi sono una creazione assoluta di Roberto Reggiani.
«Sette anni fa quando iniziai la mia avventura da direttore tecnico della squadra di beach volley del Qatar mi chiesero di puntare su due giovani che potessero avere un futuro in quella disciplina, io risposi subito “fatemi lavorare su Cherif e Ahmed, possono diventare dei big di questo sport”. E non mi sono sbagliato».
Oggi la coppia qatariota, che di nascita è senegalese e gambiana, è considerata il massimo sulla sabbia.
«Sono fortissimi, saltano 1,04 da fermi, sono diventati delle stelle, ma quello che mi dà più soddisfazione è vedere che sono rimasti i meravigliosi ragazzi che io avevo conosciuto: ogni volta che giocano arrivano i loro messaggi sul mio telefonino, è bello sapere che due ragazzini allora 17enni, oggi, divenuti campioni pensano subito a me dopo essere scesi in campo».
Visto il programma di oggi, che prevede i quarti di finale del torneo di beach volley tra Cherif-Ahmed e gli azzurri Nicolai-Lupo, è naturale chiedersi per chi farà il tifo Roberto Reggiani, italiano di Modena, ma qatariota nel cuore.
«Bella domanda, a cui rispondo solo che Nicolai-Lupo sono formidabili, ma che Cherif-Ahmed... possono batterli».
Restrizioni a parte, non le manca l’atmosfera olimpica?
«Quella delle altre sette che ho vissuto certamente, ma a Tokyo è tutto blindato, non sarebbero stati i Giochi a cui io sono abituato, quindi non ho rimpianti».