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Carpi a punto, obiettivo centrato

nostro servizio di Fabio Garagnani
Carpi a punto, obiettivo centrato

Il bunker di Pillon tiene contro la corazzata di Beretta: è un altro passo verso la tranquillità

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SIENA. Finisce con un nulla di fatto la sfida tra Siena e Carpi, al termine di 90 minuti che non verranno ricordati nella storia del calcio. Nulla han fatto i biancorossi per vincerla, lasciando Lamanna completamente inoperoso. Poco, pochissimo han fatto i padroni di casa, a lungo con la palla tra i piedi ma senza troppe idee per aggirare il bunker allestito da Pillon, sul finale irrobustito da una difesa a cinque.

In avvio non ci sono sorprese nel modulo biancorosso: è un 4-3-3 con Bianco davanti alla difesa e Sgrigna perno centrale dell'attacco. La risposta del tecnico senese Beretta è affidata al 3-4-1-2, nel quale Rosina spazia sulla trequarti alle spalle della coppia d'attacco Rosseti-Scapuzzi. Pesa, sull'Artemio Franchi, la crisi societaria: nelle parole dello speaker, "l'affetto di Siena vale più di uno stipendio", e nell'abbraccio collettivo dei bianconeri, che prima del fischio iniziale tiene insieme i titolari con l'intera panchina.

La prima occasione del match è proprio per i padroni di casa: al 7' il Carpi pasticcia su calcio d'angolo, Giacomazzi riesce a rimetterla in mezzo per Rosseti ma l'anticipo di Gagliolo al vertice dell'area piccola è provvidenziale e allontana il pericolo. Non è però un Siena arrembante. Il Carpi riesce a controllare grazie al gran lavoro di Bianco che bracca Rosina nella zona centrale impendendo il giro palla e costringendo l'ex campione di Russia a cercare spazio sulla destra.

La manovra offensiva fa invece leva sui movimenti di Sgrigna, che arretra spesso per creare spazi ai compagni. Al 17' è proprio Sgrigna a uscire vincente da una mischia a centrocampo sfruttando un errore di Pulzetti e involandosi verso la porta. La conclusione dall'interno dell'area è potente ma fuori misura. Un minuto dopo la conclusione di Memushaj si perde a lato di una decina di centimetri.

Quando però i padroni di casa trovano lo spazio e il tempo per le giocate, riescono ad imporre la qualità nel palleggio. Succede al 22' con la sventagliata di Valiani sulla sinistra per Feddal, sul cross di prima intenzione interviene Concas, il movimento lascerebbe intendere un tocco col braccio, l'arbitro lascia correre. Succede davvero poco altro nel primo tempo. Il Siena predomina nel possesso palla, ma conta solo per le statistiche.

Il Carpi infatti si muove con attenzione, copre bene il campo senza mai farsi sorprendere e soffre il giusto sui calci da fermo. Ma non riesce più a ripartire. Ancora proteste tra i padroni di casa per una trattenuta di Romagnoli su Giacomazzi ma quando l'arbitro manda tutti negli spogliatoi, il pubblico del Franchi è sollevato solo dal sole, che torna a fare capolino dopo la pioggia iniziale.

Alza il baricentro, il Siena, al rientro dagli spogliatoi, ma la manovra vive quasi esclusivamente sulla fiammate di Rosina: cerca intelligentemente spazio lontano dalle maglie biancorosse svariando su tutto il fronte dell'attacco ed è sempre pericoloso sui calci da fermo.

Come al 14' quando, sugli sviluppi di un corner, Feddal fa ponte, Scapuzzi può battere dal limite dell'area piccola, ma davanti a Colombi c'è una vera e propria muraglia biancorossa che riesce a ribattere. Il Carpi si fa vedere al 21' con l'azione personale di Sgrigna al limite, sinistro alto. E' solo un alleggerimento. Il Capri è rinunciatario.

Le azioni d'attacco sono spesso confezionate dalla sola coppia Sgrigna-Concas, senza che il resto della squadra segua, mentre in difesa sia Pesoli che Romagnoli appaiono insuperabili. A Pillon non basta: al 27' getta nella mischia Legati aggiungendo un centrale in un inedito 5-4-1 che sa tanto di linea Maginot. Ma a dispetto dell'originale, questa regge all'assalto finale.

Grazie a Colombi, che respinge la punizione dal limite di Rosina, a Pesoli, che si immola ribattendo di testa dall'altezza del dischetto il sinistro del solito Rosina, e all'imprecisione di Pulzetti, che spara alto. L'ultima occasione capita sui piedi di De Vitis su corner, oltre la traversa. Finisce tra pioggia e tuoni. Al Carpi va bene così.

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