Il Sassuolo fa l’impresa e rivede un po’ di luce
Berardi stende il Chievo: agganciato il Bologna e salvezza “virtuale”
INVIATO A VERONA. Questo Sassuolo ha sette vite come i gatti. Dopo il pareggio interno col Cagliari i neroverdi piazzano la zampata al Bentegodi e, se il campionato fosse finito ieri, sarebbero salvi in virtù del vantaggio negli scontri diretti col Bologna. Ma al termine però mancano ancora quattro giornate e il cammino è ancora complicatissimo dovendo affrontare Juve, Fiorentina, Genoa e Milan. Nonostante ciò i Magnanelli e compagni ci credono eccome, sono più che mai vivi e desiderosi di provare a conquistare quella che sarebbe un'autentica impresa. La marcia ingranata nel mese di aprile è senz’altro da salvezza: nelle ultime tre gare - infatti - il Sassuolo ha messo insieme 7 punti incassando appena un gol, peraltro su rigore. Ed è proprio dall’efficacia della fase difensiva che passa la rinascita di una squadra finalmente capace anche di soffrire e che, forse, dopo tanto tempo ha ritrovato il vero Berardi.
Floro Flores titolare
Noie muscolari dirottano Sansone in panchina: al suo posto gioca Floro Flores. L'altra novità nel 4-3-3 del Sassuolo è il rientro in difesa di Cannavaro dopo la squalifica. Nel Chievo manca il difensore Rubin con Frey dirottato a sinistra. Davanti tridente Hetemaj, Paloschi e Thereau, questi ultimi due reduci dalla scorpacciata di Livorno. Il Bentegodi è spazzato da un forte vento che infastidisce non poco i ventidue in campo. Bello il colpo d'occhio offerto dai tifosi neroverdi, almeno in 300. Tanti quante le presenze collezionate in maglia neroverde da Magnanelli.
Agazzi protagonista
Buon approccio al match del Sassuolo che, dovendo vincere a tutti i costi, fa la partita. C'è subito lavoro per Agazzi che prima anticipa Zaza in uscita poi, d'istinto, disinnesca un deviazione ravvicinata (palla colpita di ginocchio) ad opera di Cannavaro. Il Sassuolo insiste, Floro Flores manca il bersaglio di testa per una questione di centimetri prima che Agazzi, coi pugni, sventi una punizione di Berardi. L'ex portiere neroverde chiude la saracinesca anche su una conclusione da zero metri di Missiroli ma l'azione è invalidata da un precedente - quanto misterioso - fallo, forse di Antei.
Berardi colpisce
La gara si scalda nel finale di tempo. Il Chievo, assente ingiustificato dal campo per 39 minuti, si sveglia e Paloschi chiama a un miracoloso intervento Pegolo, sul tap in provvidenziale salvataggio di Longhi sulla linea. Lontano dall'azione Radovanovic (accusato dai neroverdi di non aver buttato fuori la palla con Floro Flores innescando l’azione di Paloschi) reagisce dando una manata a Zaza: Bergonzi e i suoi assistenti non vedono, a farne le spese col giallo sono Missiroli e Cesar - intervenuti nella mischia - a loro volta protagonisti di reciproche scorrettezze. Un attimo dopo, minuto 40, Floro Flores azzecca uno splendido lancio per Berardi che brucia due difensori, entra in area e scarica un destro che non lascia scampo ad Agazzi. Allo scadere del tempo Paloschi frana in area dopo un presunto contatto con Cannavaro: Bergonzi lascia correre.
Ziegler spreca
Ad inizio ripresa il gioco ristagna a metà campo, Corini rompe gli indugi e mette dentro Lazarevic (ex Modena) per Guana. A stretto giro di posta la risposta di Di Francesco che toglie Floro Flores, rispolvera Ziegler e passa al 4-4-2. Il Chievo spinge ma è il Sassuolo ad avere le occasioni migliori: Zaza scarica un sinistro addosso ad Agazzi, poi al 66' Berardi si beve mezza difesa clivense, crossa per Biondini, sulla respinta di un difensore la palla schizza a Ziegler che - solo lui sa come - calcia alle stelle un rigore in movimento.
Berardi, giallo e cambio
Col trascorrere dei minuti la gara s'innervosisce. Berardi colpisce Hetemaj e si prende un giallo che - come all'andata - gli farà saltare la sfida contro la Juventus. Un minuto dopo l'attaccante s'impappina in un contropiede uno contro uno con Frey per poi rovinargli addosso e rischiare il secondo giallo. Per evitare guai peggiori Di Francesco lo toglie inserendo Rosi varando un 4-5-1.
La trincea resiste
Il Chievo butta nella mischia prima Stoian e poi il vecchio Pellissier per l'asssalto finale. I neroverdi arretrano paurosamente il baricentro, si mettono in trincea e iniziano a stringere i denti con un occhio al cronometro. E rischiano di brutto come all'83' quando un colpo di testa di Thereau è prodigiosamente alzato sopra la traversa da Pegolo. Quattro minuti dopo un'inzuccata di Sardo finisce fuori bersaglio per un nonnulla ma è l'ultimo sussulto di un Chievo che, nei tre minuti di recupero, non riesce più a fare breccia nell'intasatissima area neroverde.
@Star_70_
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