«Se pedali ti ospito a casa gratis: la bellezza è nella condivisione»
Laura Vicini, ingegnera di 31 anni, è iscritta a “Warmshower” piattaforma internazionale per cicloviaggiatori
Reggio Emilia Da un australiano in viaggio con il suo ukulele a una coppia anglo-giapponese (lei di Londra, l’altra lei originaria di Hong Kong, dove si sono innamorate) che stava pedalando dalla Liguria al capoluogo emiliano. Sono solo alcune delle persone alle quali Laura Vicini, 31 anni e una laurea in ingegneria ambientale, ha aperto le porte della sua casa di Reggio Emilia negli ultimi anni attraverso “Warmshower”, piattaforma internazionale dove i cicloviaggiatori si accordano per essere ospitati da altri cicloviaggiatori in tutto il mondo. Certo il fatto che l’ospitalità sia gratuita è allettante, ma l’aspetto economico sembra non essere affatto la ragione principale della scelta. «C’è molto altro», conferma Vicini, «quello che spinge a vivere questa esperienza è l’immediato senso di amicizia che si crea tra l’ospite e chi ospita. Certo, trattandosi di sconosciuti, la fiducia è tutto, in contrasto con la cultura dominante che ci spinge a vedere l’altro con diffidenza».
Fiducia che è favorita, va detto, dalla recensioni che vengono lasciate alle persone iscritte sulla piattaforma. «Ma qualcuno, all’inizio, quando non si sono ancora potute accumulare, deve pur cominciare a darla per primo», aggiunge. L’australiano in viaggio in bici da Parigi alla Grecia che ha ospitato, infatti, non era mai stata recensito da nessuno. Ecco come funziona: alla persona (o persone) a cui si decide di fare alloggio si offre una doccia calda e un letto, che a volte è il divano o un posto in giardino dove piantare la tenda. «Ma il cuore dell’esperienza è lo scambio tra i cicloviaggiatori e le persone del posto. E vi assicuro che dopo una giornata in bicicletta, che è parecchio stancante a livello fisico, avere voglia dell’incontro non è banale». La 31enne reggiana, volontaria dell’associazione “Ingegneria senza frontiere Modena” e cittadina del mondo (alle spalle ha un anno di servizio civile in Perù e un mese di Servizio Volontario Europeo in Spagna), parla inglese e spagnolo, oltre che un po’ di francese e portoghese. Lingue che le sono servite per conoscere meglio i suoi ospiti e i loro viaggi. «Devo dire che finora ho incontrato persone davvero interessanti che, spesso, svolgevano professioni legate alla sostenibilità – racconta Vicini –. Arnault ed Eva, la coppia di francesi che si è fermata da me per due notti, entrambi medici, si erano presi un anno sabbatico e, dopo tre mesi in India, stavano facendo un viaggio in bicicletta da Lione a Istanbul. La prima sera loro hanno portato il vino, io ho messo in tavola il Parmigiano Reggiano, l’aceto balsamico e altri prodotti. Tutti quelli che ho ospitato perché si sono fermati a Reggio Emilia hanno visitato la città, che per loro era di passaggio». E la volta in cui è capitato che le scrivessero in cerca di un posto letto perché i posti in ostello erano al completo, la risposta è stata...no. «La mia casa non è un hotel – chiarisce – se apro le porte a qualcuno è solo perché alla base c’è il desiderio reciproco di uno scambio culturale e linguistico che è alla base della rete internazionale “Warmshower”. Se questa condizione manca, ad ospitare non sono disponibile». © RIPRODUZIONE RISERVATA