Gazzetta di Modena

Sanità in Emilia-Romagna

Effetto Cau sui pronto soccorso: codici bianchi in calo del -15,5%

Evaristo Sparvieri
Effetto Cau sui pronto soccorso: codici bianchi in calo del -15,5%

Il bilancio della Regione sui primi cinque mesi del 2024 delle nuove strutture. L’assessore Donini: «Il sistema sta funzionando, l’Emilia diventa un modello»

15 luglio 2024
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Bologna Un calo del 15,5% degli accessi per i codici bianchi e del 9% per i codici verdi. E un gradimento dei cittadini che tocca una percentuale pari all’83%. È il bilancio stilato dalla Regione Emilia-Romagna sull’impatto da gennaio a maggio dei 42 Centri di assistenza urgenza (Cau) attivi in Emilia-Romagna in termini di riduzione della pressione degli accessi ai pronto soccorso. Una riduzione definita «costante», dato che solo due mesi fa le stesse percentuali, con un numero inferiore di Cau sul territorio, erano di circa la metà. Il futuro? Per il 2024 si prevedono 400mila accessi ai Cau, su un totale di 1,8/2 milioni di accessi al binomio Cau-pronto soccorso.

Le prescrizioni

I Cau sono stati istituiti dalla Regione per gestire le urgenze a bassa complessità, continuando a mantenere in capo ai pronto soccorso le emergenze. Queste le prime otto cause per cui i cittadini in questi primi cinque mesi del 2024 si sono rivolti ai Centri di assistenza urgenza: 22,18% lesione o dolore agli arti e contusioni; 10,96% tosse, congestione, mal di gola o febbre; 5,71% dolore addominale; 4,6% eritema/problemi cutanei; 3,7% lombalgia; 3,05% otalgia; 2,22% richiesta di prescrizione; 1,52% cefalea/emicrania. La statistica Se si confrontano i dati gennaio-maggio di quest’anno con quelli dello stesso periodo del 2019 (ultimo anno utile considerato che dal 2020 fino ai primi mesi del 2023 i pronto soccorso hanno affrontato l’emergenza Covid), il calo rilevato ai pronto soccorso diventa ancora più consistente: gli accessi di codici bianchi e verdi in pronto soccorso sono passati, infatti, da 142 a 97 per 1.000 abitanti (-32%). Complessivamente, considerando tutti i codici, gli accessi in pronto soccorso da gennaio a maggio 2019 erano stati 180 per 1.000 abitanti, contro i 159 dello stesso periodo 2024 (-21%). E le previsioni, secondo viale Aldo Moro, sono altrettanto buone, considerando che stanno aumentando i Cau attivi su tutto il territorio regionale: ora sono 42, a fine anno saranno 50.

Il commento

«La riorganizzazione dell’emergenza urgenza – sottolinea Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute – sta dando i suoi frutti. Nei primi cinque mesi di quest’anno è evidente il calo di accessi in pronto soccorso a favore, invece, dei Cau, che capillarmente coprono il territorio regionale. Il sistema sta funzionando, grazie anche al lavoro del personale sanitario e ai cittadini che hanno compreso quanto sia importante accedervi in modo appropriato. Per l’Emilia-Romagna è una sfida, un modello innovativo di sanità che vuole continuare a erogare cure e servizi di qualità e ad essere pubblica ed universalistica. Un modello che può diventare punto di riferimento a livello nazionale».

Le province

Secondo i dati elaborati dalla Regione che ha messo a confronto il periodo gennaio-maggio 2024 con lo stesso periodo del 2019, grazie ai Centri assistenza urgenza gli accessi di codici bianchi e verdi in pronto soccorso sono diminuiti in tutta l’Emilia-Romagna, in particolare: in provincia di Piacenza sono calati del 45% (da 149 accessi per 1.000 abitanti nel periodo gennaio-maggio 2019 a 82 nello stesso periodo del 2024), in quella di Parma del 52% (da 111 a 53), in quella di Bologna del 33% (da 168 a 113). E ancora in provincia di Ferrara del 37% (da 140 a 88), a Imola del 34% (da 119 a 78), in Romagna del 27% (da 139 a 102), in provincia di Reggio Emilia del 29% (da 117 a 83) e a Modena del 19% (da 153 a 124).

L’evoluzione

Da novembre 2023 a giugno 2024, sono stati rilevati 230mila accessi nei 42 Cau attivi in Emilia-Romagna. Nei primi sei mesi di quest’anno, anche per effetto del costante aumento dell’offerta di strutture, l’incremento di accessi tra un mese e l’altro è stato mediamente pari al 23%. Stabile all’83% la percentuale di persone che trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura. I tempi di attesa sono mediamente pari a 45 minuti, con accessi prevalentemente in orario diurno (82%). Nel 68% dei casi sono persone tra i 18 e i 64 anni. Per quanto riguarda il personale medico impiegato nelle strutture, nei Cau lavorano circa 480 medici, dei quali il 61% ha meno di 35 anni e il 50% è specializzando. Il gradimento Secondo l’indagine della Regione, per l’83% dei cittadini che si sono rivolti ai Cau, l’esperienza è stata “positiva” o “molto positiva”, sia in termini di accoglienza, sia di cura. Lo confermano i dati raccolti attraverso il questionario che la Regione Emilia-Romagna ha proposto in collaborazione con le Aziende sanitarie a partire dal 29 gennaio. Su circa 4.400 questionari (compilati su base volontaria e anonima da parte del paziente stesso o della persona che lo accompagna), inoltre, l’83,5% ritiene che il tempo di attesa sia stato “adeguato” o “ottimale”. E il 90,7% si è sentito accolto e ascoltato.  © RIPRODUZIONE RISERVATA