Gazzetta di Modena

Reggio Emilia

Degrado al Parco del Popolo. «Almeno riaprite i bagni»

Elisa Pederzoli
Degrado al Parco del Popolo. «Almeno riaprite i bagni»

La siepe diventa una latrina. I cittadini: «Da tempo chiediamo risposte, ma il Comune tace»

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Reggio Emilia L’ultimo intervento è, di fatto, una “sottrazione”: quella delle statue delle Quattro Stagioni, trasferite in viale Umberto I, valorizzato come merita e definito il giorno del taglio del nastro «una meravigliosa porta a Sud della città di Reggio».

Eppure, anche il Parco del Popolo è a pieno titolo il miglior biglietto da visita del centro storico, quinta verdeggiante del maestoso Teatro Valli. E per molti, il primo vero incontro con il cuore storico della città: se non per altri, certo per chi sceglie Reggio per la sua apprezzata programmazione teatrale.

I Giardini – come li chiamano affettuosamente i reggiani – sembrano sempre fermi al palo. Quello di una bellezza indiscutibile, ma di un degrado serpeggiante vissuto da troppi come un fatto ineluttabile. E questo, nonostante lo stimolo che dovrebbe arrivare almeno dalla zona dei giochi che ogni giorno dell’anno pullula di vitalità grazie ai bambini che qui immaginano mondi e stringono amicizie che abbattono confini. E nonostante la resistenza di chi, da anni, non si arrende e denuncia situazioni intollerabili, propone misure, chiede interventi: i cittadini del gruppo “Dalla parte dei giardini pubblici”.

Dopo la battaglia per sistemare le panchine un anno fa – si era arrivati che la stragrande maggioranza era senza schienale o seduta – ora chiedono ancora, e con forza, la riapertura dei bagni pubblici. Una questione annosa, ma che – sono convinti – potrebbe aiutare a limitare, almeno in parte, il degrado che assedia una porzione dei giardini. Fino alla proposta per certi versi forte per chi è difensore del verde pubblico: «Ci tocca chiedere: almeno potate quella siepe, che a causa della chiusura dei bagni è diventata una latrina a cielo aperto. Ormai un evidente problema igienico. Forse ne disincentiverebbe questo tipo di utilizzo».

A parlare è Piera Vitale, parte degli attivisti. «Siamo un gruppo di cittadini che viviamo il centro – spiega –. Assistiamo al degrado e ne chiediamo ragione, ma soprattutto chiediamo un confronto anche propositivo. Lo abbiamo avuto nell’ottobre del 2021, con l’assessora Carlotta Bonvicini. Le panchine sono state sistemate, poi più niente. Non c’è stata data alcuna informazione sul progetto per il parco, non è stata data risposta alle nostre mail: il nostro spirito partecipativo finora è stato deluso. L’arrivo di Brunella nel chiosco è l’unica nota positiva, ha già dato un tocco diverso».

L’emergenza da settimane è la siepe che circonda una grata di servizio proprio dietro al Valli e ai bagni pubblici. «Con i bagni chiusi, è diventato luogo dove vengono espletati bisogno fisiologici... Chi passa assiste a una situazione indicibile».

Con un rimpallo su chi deve pulire, o intervenire sulla siepe. «Non vogliamo metterci in contrapposizione a viale Umberto o alle piazze, anche se dobbiamo dire che l’asportazione delle statue non è un di più, ma un di meno... Ma perché il parco viene lasciato in questo stato?».

Da tempo inoltre si assiste quotidianamente alla presenza di persone in evidente difficoltà che si accampano nel parco per dormire. «Con il monumento ai Concordi (imponente monumento funerario di epoca romana, ndr) che viene usato per appoggiarci a stendere le coperte usate per dormire – evidenzia Flavia Rossi, parte dello stesso gruppo di cittadini –. C’è un nutrito gruppo di persone con evidenti disagi e bisogni. Non è possibile che non si prenda atto di questa situazione». «Qui c’è la “scuola più bella del mondo”, il Diana, perché non può diventare il parco più bello del mondo?». Una battuta, certo. Ma intanto si pensa a una raccolta di firme.