Gazzetta di Modena

Cadelbosco Sopra

Ingegnere molla tutto per seguire la passione della pasta fresca

Roberto Gianpietri
Ingegnere molla tutto per seguire la passione della pasta fresca

La scelta del 31enne albinetano Marco Manfredi

21 agosto 2022
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Cadelbosco sopra Domanda numero uno: si dice rezdora o rezdor? «Boh – dice lui con un sorriso –, proprio non saprei». E non lo sappiamo neppure noi perché col dialetto e le sue regole occorre sempre fare attenzione. Domanda due: c’è qualcun altro come lui? «Che io sappia, direi di no. Ma non lo escludo. In tanti hanno scelto di mollare tutto». Chi è lui? Lui è Marco Manfredi, 31enne albinetano. Ed è probabilmente uno dei pochi – definiamolo così - “ingegneri/rezdora” d’Italia. «Sono ingegnere civile, laurea triennale a Parma e magistrale a Modena con tesi su caratteristiche chimico-meccaniche di materiali edili. Per due anni e mezzo ho lavorato in un’azienda di progettazione-direzione d’infrastrutture. Ci occupavamo anche della gestione di alcuni impianti in giro per lo Stivale, le trasferte erano abbastanza frequenti».

Poi?

«Poi ho capito che non faceva per me, che non era la mia strada. Ho sempre avuto la passione per la cucina, in particolare per la pasta fresca. Così ho deciso di mollare tutto e di intraprendere questa nuova avventura. Ho iniziato nel gennaio 2020 avviando una Iad (impresa alimentare domestica, ndr) ad Albinea. Producevo pasta fresca con consegna a domicilio. Dopo poco più di un mese d’attività è scoppiata la pandemia: subito ci sono state diverse difficoltà. Poi, invece, la gente si è abituata alle consegne a domicilio e il lavoro nel giro di poco è ripartito».

È così che è nata “Nonna Diana”?

«Esattamente. Per quasi due anni ho lavorato ad Albinea, in casa. Il lavoro continuava per fortuna a crescere, così ho deciso di fare il grande salto. Subito ho pensato di aprire qualcosa ad Albinea, poi a Reggio. Ma in città il mercato della pasta fresca è copertissimo. Alla fine, attraverso il passaparola, si è presentata questa bella realtà-opportunità a Cadelbosco in via Buonarroti 3/e: aveva già una clientela consolidata, a me adesso il compito di ampliarla. Una bella sfida, affrontata con grande entusiasmo».

Qui ha aperto il laboratorio-rivendita a gennaio ‘22. Come va?

«Per il momento sono molto contento. In estate, superato San Giovanni e le sue celebri tortellate, c’è un calo fisiologico. Sono questi i mesi in cui ci si ricarica in vista del Natale, quando ci sarà da correre».

Diana è sua nonna: le passa i segreti delle ricette?

«A dir la verità, non tanto. Qualcuna gliela ho “estorta” (ride, ndr). Oggi ha 94 anni, vive a Sologno. È appassionata di cucina, spesso ero da lei e mi ha trasmesso la passione».

Dica la verità: rimpiange la vita di prima?

«Ciò che faccio ora è impagabile. Produrre pasta fresca e prodotti gastronomici è qualcosa di unico. Seguo la stagionalità dei prodotti, tutte le materie prime sono reggiane. Insomma, tante soddisfazioni che non mi fanno rimpiangere nulla della vita di prima. Essere “ingegnere/rezdora”, come hai detto, fa proprio per me».