La frana di Boccassuolo “mangia” le case e continua a scendere. Il sindaco Braglia: «Aiutateci»
Colpito il primo abitato a Palagano: gli edifici stanno crollando A rischio anche un traliccio che dà energia a cinque comuni
PALAGANO. La frana di Boccassuolo ha raggiunto le prime case. O meglio, le sta mangiando. Lo scenario è drammatico: il movimento franoso, da sottoterra, ha raggiunto il primo abitato alzando gli edifici di diversi centimetri, staccando le fondamenta dal terreno. I muri, su cui sono ben visibili delle crepe enormi, hanno iniziato a spostarsi e le case stanno crollando a vista d’occhio, accartocciandosi su di esse senza poter opporre resistenza a madre natura, troppo forte. Alcune erano seconde case, in altre le persone ci abitavano. E ora sono state evacuate.
Situazione drammatica
«In prossimità delle abitazioni si sente lo scricchiolio delle mura, è un rumore terribile – ha raccontato il sindaco di Palagano Fabio Braglia, sul posto da giorni – siamo al lavoro per cercare di drenare le acque e accompagnare la frana. Ma sta facendo il suo corso e possiamo fare poco altro». Il fiume di terra lungo ormai 3 chilometri si sta muovendo perle vie sotterranee a un ritmo di circa 4 metri all’ora. Questa tipologia di frana, infatti, «si muove prima nel sottosuolo e poi affiora – ha spiegato ancora Braglia – Il terreno si alza e le case cadono a pezzi. Ci sono crepe enormi».
Famiglie senza casa
In tutto il numero di abitazioni isolate è salito a 20. E tre nuclei familiari sono rimasti isolati (in tutto 8 persone) tra cui una famiglia con bambini residente in via La Lissandra, una delle vie rese inagibili dalla frana insieme a via Comunale per Cento Croci e via Motrona. Per gli altri proprietari di una decina di seconde case, è scattata l’ordinanza di allontanamento a firma del sindaco.
Grande apprensione
«Anche via La Lissandra ora è inagibile: fortunatamente abbiamo portato via la famiglia (ora in albergo) appena in tempo, altrimenti saremmo dovuti andare con l’elicottero. La frana è partita dal monte Cantiere, poi scendendo ha portato con sé tutto quello che si trovava in mezzo. Da dove è arrivata ora al fiume Dragone non ci sono più strade, ma l’apprensione è alta anche per i tralicci di alta tensione: uno in particolare, dista ormai solo qualche decina di metri dalla frana. Se dovesse inghiottirlo sarebbe un disastro: tutta questa fetta di montagna rimarrebbe senza corrente elettrica, in tutto sono cinque comuni - ha proseguito Braglia -. Il personale delle aziende incaricate dal Comune sta lavorando senza sosta ormai da giorni per cercare di contrastare la discesa di quello che dall’alto appare come un vero fiume di fango. Il suo corso è inesorabile. Una situazione che non può più essere gestita a livello locale. E infatti il sindaco ha già premuto con forza il bottone rosso dell’emergenza, attivando Regione e Governo.
L’appello del sindaco Fabio Braglia
«Chiedo lo stato di emergenza regionale e nazionale, ho già parlato anche con de Pascale. Ho chiesto aiuto perché abbiamo bisogno di risorse, quando la frana arriverà in fondo dobbiamo poter programmare dei passaggi alternativi per garantire servizi imprescindibili alle persone che vivono qua, Ho bisogno di aiuto, abbiamo bisogno di aiuto. Da soli non ce la facciamo. Ringrazio di cuore le forze dell’ordine, la protezione civile e tutti gli enti coinvolti, oltre alle aziende che stanno lavorando senza sosta».l