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Stop all’abuso degli antibiotici: solo le Ausl di Modena e Reggio hanno raggiunto l’obiettivo regionale

di Maria Sofia Vitetta

	Cala l'uso di antibiotici tra i bimbi (foto Freepik)
Cala l'uso di antibiotici tra i bimbi (foto Freepik)

In calo le somministrazioni anche tra gli over 75 e i bambini. L’infettivologo Stefano Zona: «Serve un’educazione sanitaria dei cittadini, che pensano di usare pediatri e medici come ricettifici»

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MODENA. Affrontare il problema del fenomeno dell’antibiotico-resistenza significa ridurre le prescrizioni delle terapie antibiotiche, proponendole in modo mirato ed incentivando un loro uso razionale. Per trovare una soluzione, l’Emilia Romagna si è prefissata obiettivi minimi che, nel 2024, sono stati raggiunti solo dall’Azienda Ausl di Modena, insieme a quella di Reggio Emilia.

L’obiettivo in Emilia Romagna

Gli obiettivi regionali sono stati formulati sulla base di alcuni indicatori combinati, due dei quali quantitativi, come il numero di prescrizioni eseguite sia per la popolazione totale che per quella pediatrica. Rispetto al 2023, le prescrizioni hanno subito complessivamente un calo, passando da 13,55 dosi giornaliere ogni mille abitanti a 13,06 e, prendendo in considerazione solo i soggetti pediatrici, sono diminuite da 937 a 872 ogni mille bambini. Gli altri criteri, invece, sono qualitativi e riguardano una diminuzione delle prescrizioni di molecole ad ampio spettro, soprattutto sopra i 75 anni.

I dati dell’Ausl Modena

«Con gli indicatori qualitativi, in particolare per quel che riguarda la popolazione over 75, abbiamo raggiunto un buon punteggio, con gli altri meno», afferma Stefano Zona, infettivologo e coordinatore del nucleo operativo “Uso razionale degli antibiotici” dell'Azienda Usl di Modena. Una terapia antibiotica antimicrobica genera germi multiresistenti che possono diventare la causa di alcune gravi infezioni respiratorie, delle vie urinarie o intraaddominali. Queste problematiche sono state riscontrate maggiormente nelle fasce d’età più avanzate e nei pazienti immunodepressi che vengono sottoposti a diverse terapie antibiotiche. Tuttavia, «somministrando un antibiotico anche al bambino o al giovane più sano, si danneggia la sua flora microbica intestinale e delle vie respiratorie che, se alterata, aumenta il rischio di essere più suscettibili a malattie».

Genitori e pediatri

Eppure, i pediatri vengono spesso incalzati dai genitori che, in modo insistente, richiedono di poter curare così il proprio figlio. Viene spesso giudicata in modo negativo la proposta di attendere qualche giorno per capire se questo trattamento sia realmente necessario per la guarigione del bambino. Questa diffidenza nei confronti del parere degli esperti è a volte dovuta alla mancanza di una corretta «educazione sanitaria dei cittadini, che pensano di utilizzare i pediatri ed i medici come ricettifici, al posto che trattarli da operatori sanitari». Una terapia antibiotica è utile in caso di infezioni non virali, ma batteriche e va portata a termine solo se funziona, altrimenti «va interrotta il prima possibile». Un altro problema rilevante riguarda gli odontoiatri, «che spesso richiedono cicli di terapia antibiotica anche quando non ce n’è bisogno».

Incontro e confronto

L’Ausl di Modena propone incontri e attività di sensibilizzazione tra medici di medicina generale e pediatri, promuovendo costantemente un confronto grazie anche ad eventi di formazione. Responsabilità finale e non ultima per importanza, però, è la scelta del cittadino, che dovrebbe evitare di «ricorrere al ‘fai da te’». E, «se degli antibiotici gli sono rimasti da terapie precedenti, può restituirli in farmacia, senza farne scorte a domicilio», conclude Stefano Zona.