La Russia attacca per il premio consegnato al Campo di Fossoli a Stefania Battistini, l’inviata Rai nel Kursk
La giornalista ha ricevuto il riconoscimento “Odoardo Focherini” per la libertà di stampa, avendo raccontato l’orrore della guerra in Ucraina anche di fronte a un mandato di cattura. Maria Zakharova, portavoce del ministro Sergej Lavrov: «Insultate le vittime del nazismo sulle tombe»
CARPI. «Non diamo la democrazia per scontata». La giornalista Stefania Battistini ha ricevuto all’ex campo di Fossoli il premio Odoardo Focherini per la libertà di stampa, istituito da Fondazione Fossoli, Associazione Stampa Modenese e Diocesi di Carpi. Battistini è stata scelta dalla giuria «per aver raccontato, attraverso i suoi reportage, l’orrore della guerra in Ucraina senza lasciarsi fermare o intimorire nemmeno quando contro di lei, e il collega operatore Simone Traini, la Russia ha emesso un mandato di cattura». Il fatto risale al 6 agosto 2024. Battistini (inviata dalla Rai) e il cameraman Traini hanno varcato il confine della Russia entrando nel Kursk a bordo di un veicolo che trasportava militari ucraini.
Le parole di Battistini
«Questo premio mi ha colpito al cuore, perché Focherini ha combattuto non solo per la verità – ha commentato Battistini – ma per la salvezza dell’uomo. E l’idea di avere sempre l’uomo al centro della nostra professione è per me d’esempio e sono dunque felice di essere qui oggi, in un momento storico così convulso e complesso». Battistini ha ricevuto il premio da Paola Focherini, figlia dell’ex giornalista di Avvenire proclamato giusto tra le nazioni e beato per aver salvato ebrei durante la Shoah. Alla cerimonia c’erano il vescovo di Carpi, don Erio Castellucci, il sindaco Riccardo Righi, la presidente della Fondazione Fossoli Manuela Ghizzoni e il presidente dell’Associazione Stampa Modenese Pier Paolo Pedriali, che ha promosso all’ex campo il convegno “Libertà di stampa e democrazia”. «È per me particolarmente emozionante ripassare per questi luoghi, e comprendere che quel che è stato ottant’anni fa può riaccadere – ha aggiunto Battistini – perché ci sono molti segnali che ci indicano come nell’attacco della Russia all’Ucraina vi siano spunti genocidari. Per questo dobbiamo difendere quei valori per i quali i nonni, e padri, lottarono, spesso a costo della vita: perché non sono scontati».
L’attacco della Russia
Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri della Russia Sergej Lavrov, ha criticato la scelta di assegnare il premio a Battistini. «La libertà di stampa di oggi è forse una libertà di chiamare eroi i fascisti e di ricevere premi in nome delle loro vittime? – ha scritto Zakharova su Telegram – È proprio vero che nell’anno dell’ottantesimo anniversario della vittoria l'Italia non avrà una decina di giornalisti antifascisti che scriveranno del neonazismo in Ucraina? È proprio vero che i premi per la libertà di parola vengono assegnati solo ai propagandisti delle camicie nere?». Sia Battistini sia Traini sono ricercati dal Servizio di sicurezza federale russo (Fsb). «Tutta questa storia è un vero e proprio caos e non è altro che un grossolano e imperdonabile insulto alla memoria delle vittime del fascismo italiano e del nazismo tedesco – ha aggiunto Zakharova – una presa in giro dei loro ideali, commessa letteralmente sulle loro tombe».
La replica dell’Associazione Stampa Modenese
Una strumentalizzazione per Pedriali, che esprime vicinanza alla giornalista della Rai. «Il premio ha colto nel segno – ha detto il presidente di Assostampa – se addirittura il Cremlino si scomoda per attaccarlo con parole così violente come accaduto recentemente anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella». Pedriali ha quindi confermato «il bisogno di impegnarci nella difesa della libertà di stampa e per la pace».
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