Arena, dalla Cina a Campogalliano: gli occhialini da nuoto saranno prodotti dalla Lar
Il colosso di abbigliamento per l’agonismo e il fitness torna a produrre in Italia: lo farà in provincia di Modena grazie a un accordo con l’azienda fondata dai fratelli Zini e dal 2012 di proprietà della famiglia Ferrini. A regime saranno realizzati 2 milioni di occhilianini all’anno
CAMPOGALLIANO. Arena, che produceva finora i suoi occhialini da nuoto in Cina, torna sui propri passi e accorcia la filiera riportandola in Italia, anzi nel Modenese. Nello specifico si parla del modello The One Plus, ora prodotto dall’azienda Lar di Campogalliano, dove ha inaugurato già da qualche mese un reparto automatizzato dedicato a questa creazione dell’azienda di abbigliamento per l’agonismo e il fitness con sede a Tolentino (Macerata), con un investimento iniziale di 3 milioni di euro.
L’accordo tra Arena e Lar
L’accordo tra le due imprese prevede una fornitura esclusiva decennale per Arena, con una capacità iniziale di 600mila occhialini per quest’anno, che saliranno a 2 milioni a regime, con un raddoppio degli impianti a Campogalliano. La scelta di Arena di tornare a produrre in Italia non è stata casuale, ma è ricaduta su un «impianto unico in Europa, che garantisce un anti-appannamento delle lenti due volte e mezzo più efficace rispetto alle tecnologie precedenti» dice Gabriele Ferrini, titolare di Lar. Un trattamento reso possibile da due anni di progettazione congiunta di tecnologie e vernici. «Per Arena – spiega invece Riccardo Monari, da 15 anni direttore di produzione della Lar– lavorano oggi 30 persone su turni continui, in un reparto isolato e specializzato». Lar ha iniziato negli ultimi anni un percorso di diversificazione industriale. L’obiettivo è arrivare a 80 milioni di euro di fatturato nel 2030. «Il reshoring (il ritorno al paese d’origine di aziende delocalizzate, ndr) non è solo una questione di costi – specifica l’amministratore delegato di Arena Peter Graschi – ma di capacità di reagire rapidamente ai mercati e di presidiare la qualità e il servizio ai clienti». Il modello di occhialini prodotto a Campogalliano, The One Plus, nelle ambizioni di Arena è destinato a diventare un best-seller globale e si distingue per innovazioni in termini di vestibilità e tecnologia. Costa 25 euro al pubblico.
La storia dell’azienda Lar
L’azienda Lar, fondata a Milano prima della Seconda Guerra Mondiale da due fratelli formiginesi, fu tra le prime imprese ad addentrarsi nel mondo della plastica, iniziando dal 1939 a produrre articoli in resina come pettini (i cui denti erano fatti a mano uno ad uno) e trousse da viaggio. A causa dei bombardamenti i due fratelli Zini tornarono poi a casa propria e ripartirono da un edificio in località Cameazzo. Lar nel tempo crebbe a Formigine ampliando le sue attività. L’azienda sostenne tra l’altro le sperimentazioni segrete dello studioso Giulio Natta, che portarono alla produzione del primo oggetto in moplen, un materiale ottenuto grazie alla lavorazione del polipropilene prodotto dalla società Montecatini: parliamo della plastica moderna, un’invenzione che ha fruttato a Natta il Premio Nobel per la Chimica nel 1963. Nel 2012 l’impresa si sposta da Formigine a Campogalliano, sulla strada per Reggio, in coincidenza con il passaggio di proprietà dagli eredi Zini alla famiglia Ferrini. Nel 2018 è stata fondata la Optic Farm di Lar e l'integrazione dell’occhialeria Lem spa nel gruppo nel 2023 ha consolidato ulteriormente la sua posizione di mercato. Oggi Lar conta su 22mila metri quadrati di superficie complessiva e più di ottocento clienti; produce secchi, flaconi, taniche, cassette, contenitori isotermici per alimenti, articoli sportivi e occhiali. E proprio in questo ultimo settore Lar sta investendo, e ha appena lanciato all’ultimo Salone internazionale dell’eyewear Mido di Milano attraverso un proprio marchio licenziatario, Fluxus, i primi occhiali griffati Arena e disegnati da Frank Stephenson. «Ma il mio passato – ha dichiarato nel novembre scorso Gabriele Ferrini – non è nell’industria, ma è quello di direttore d’orchestra: fino ai quarant’anni producevo dischi».
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