In difesa del vero aceto balsamico contro i falsi: Unimore scende in campo con GreenTrace, ecco come funziona
Progetto della professoressa Caterina Durante con l’uso di tecniche di analisi avanzate
MODENA. Garantire la qualità e l’autenticità dei prodotti agroalimentari è una missione più che mai attuale: significa difendere il consumatore, tutelare il Made in Italy e dare valore al lavoro di chi produce con passione. Ecco, dunque, che in un’epoca in cui vanno di moda autentiche frodi agroalimentari, il progetto GreenTrace ambisce a ricoprire un ruolo di primaria importanza. Supportato dalla Fondazione di Modena, e frutto della collaborazione tra il gruppo di ricerca della professoressa del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di Unimore, Caterina Durante, il Consorzio Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp e il laboratorio di Modena dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, l’iniziativa ha un obiettivo che è ambizioso: sviluppare un sistema di verifica scientifica dell’autenticità dei prodotti, unendo tecniche analitiche avanzate, machine learning e una gestione dati all’avanguardia.
Di cosa si tratta
«GreenTrace – spiega la professoressa Durante – ha l’obiettivo di supportare l’autenticità di alcuni prodotti italiani di eccellenza, tra cui aceto Dop, Igp e miele italiano. Tre simboli della nostra cultura gastronomica, spesso minacciati da frodi e contraffazioni». Per il miele, chiosa la docente, «vogliamo verificare che la sua origine geografica sia davvero quella dichiarata. Per l’aceto balsamico, invece, puntiamo a riconoscere il grado di invecchiamento, individuando marker chimici distintivi per qualificarlo quale Dop o Igp».
La ricerca scientifica diventa così un’alleata della tradizione, con tecniche di fingerprinting che catturano l’essenza stessa del prodotto: spettroscopia e analisi volatilomica, tecniche che, senza l’uso di solventi chimici, permettono di creare una vera e propria “impronta digitale” per ogni campione analizzato. Questo un altro punto importante: «Vogliamo sviluppare strumenti che siano rispettosi dell’ambiente, affidabili e accessibili».
L’idea è semplice ma rivoluzionaria: usare la scienza per dare ai consumatori la certezza che ciò che acquistano sia autentico e di qualità, senza però impattare sull’ambiente. Un ulteriore elemento chiave del progetto è il database centralizzato, gestito dal team della professoressa del dipartimento di Ingegneria di Unimore Laura Po, che raccoglierà e organizzerà i dati analitici, creando una base di conoscenza solida e condivisibile: «E questo è fondamentale, perché grazie al supporto del Consorzio di Tutela avremo la possibilità di lavorare su un campionamento statisticamente significativo. La scienza, per essere efficace, deve poggiare su dati solidi e rappresentativi», prosegue Durante.
La ricerca
GreenTrace, dunque, è un progetto giovane, ma già ricco di entusiasmo e visione. Avviato a inizio dicembre, sta vivendo la sua fase iniziale, con la presentazione ufficiale prevista martedì presso la Camera di Commercio di Modena. Intanto, illustra Durante, «abbiamo già acquisito le prime fingerprint mediante tecniche di spettroscopia, un passo fondamentale verso la creazione di strumenti innovativi e di facile utilizzo». L’obiettivo è chiaro: sviluppare metodi che possano essere impiegati non solo in laboratorio, ma direttamente lungo la filiera produttiva. La sua forza sta anche nella rete di collaborazioni che lo sostiene: il Consorzio Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, il Consorzio Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, il Laboratorio di Modena dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi, l’Università di Copenaghen e diverse aziende del settore. Ma GreenTrace non parla solo agli addetti ai lavori. Il suo impatto si estende direttamente ai consumatori, con l’idea di integrare i risultati delle analisi in QR code nel sito web del progetto e nei social media ad esso dedicati. Così, «tutelare il consumatore, supportare il produttore e valorizzare l’aspetto economico-culturale sono gli obiettivi principali». Non è solo una questione di scienza, ma di fiducia. Fiducia nei prodotti che mettiamo sulle nostre tavole, nei produttori che lavorano con dedizione e nella capacità della tecnologia di difendere le nostre eccellenze. Ecco: «GreenTrace è un passo in avanti verso un futuro in cui tradizione e innovazione si incontrano per garantire qualità, autenticità e sostenibilità. L’innovazione rispetto ad un’ampia letteratura scientifica già presente in quest’ambito sta nel riuscire ad unire l’impatto ambientale nullo con la capacità di tutelare produttori onesti, Made in Italy e consumatori. Chissà, poi, che un domani non si possa ampliare il progetto verso anche altri prodotti», conclude Durante.
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