Un anno di “Tulipano” a Serramazzoni, Alina e Sonny in festa: «Insieme abbiamo rilanciato il ristorante»
Recensioni al top su Google e TripAdvisor per il locale il locale di via XXIV Maggio, a 500 metri dal centro del paese, a cui i coniugi Mikeli hanno dato nuova vita dopo la chiusura: «Cucina tradizionale e anche pesce con materie prime ricercate, oltre a un menù fisso pensato per i lavoratori»
SERRAMAZZONI. Si sono rimboccati le maniche prendendo in mano un ristorante in difficoltà, e nel giro di un anno l’hanno portato ad avere recensioni al top: una media di 4,2 stelle (su 5) su Google e 4,5 stelle su TripAdvisor. Hanno ottimi motivi per essere fieri del loro lavoro Alina Vilciu e il marito Melson Mikeli, per tutti Sonny, che sabato festeggiano a Serramazzoni il primo anno de “Il Tulipano”, il locale a cui hanno cambiato volto al 611 di via XXIV Maggio, a 500 metri dal centro del paese. Sarà festa dalle 18 alle 20 con spritz e buffet offerto a tutti, con la qualità tipica della casa.
La storia di Alina, Sonny e de “Il Tulipano”
Il loro impegno è anche un bell’esempio di integrazione: moldava lei (arrivata bimba a Serra) e albanese lui (arrivato a 16 anni), nella loro vita si sono fatti voler bene mettendoci anima e corpo nelle cose, tra mille sacrifici, riuscendo anche a gestire i loro due bimbi. Hanno preso in mano un locale rimasto vuoto e gli hanno dato nuova vita, sotto la guida di Alina, che è a tutti gli effetti la “padrona di casa”. «Ho pensato di chiamarlo il Tulipano perché amo i fiori e i tulipani sono un bellissimo segno di rinascita a primavera – spiega – mi sembrava un richiamo adatto per la nuova vita che abbiamo dato a questo locale. Sonny, che nella vita ha cominciato come muratore, ha rimesso a nuovo tutto facendo pavimenti e rivestimenti bellissimi. Io ho organizzato la cucina in modo molto semplice: puntando sulla qualità a un buon prezzo. Significa scegliere materie prime ricercate: tortelli, tortellini, lasagne, tagliatelle e pappardelle fatte in casa; carne da mucca irlandese che a noi costa il doppio, ma che è impareggiabile nella tagliata; cozze solo di Sardegna e gamberi dello Ionio. Sì, perché oltre alla cucina tradizionale, qui dal venerdì alla domenica facciamo anche pesce. Poi tante altre cose: grigliate miste, carne di filetto, cotolette... E la pizza, con l’impasto speciale che Sonny ha imparato a fare da un suo amico che fa pizza napoletana a Milano. Il tutto anche da asporto, sia a pranzo che a cena, in un’ottica di servizio al territorio. Facciamo anche un menù fisso a 15 euro dal martedì al venerdì con primo, secondo, contorno, bere e caffè. È pensato per i lavoratori, perché sappiamo cosa vogliono dire i sacrifici».
Come è nata l’idea di rilanciare il ristorante
Con la riapertura, Alina e Sonny, tramite il viavai di persone, hanno riportato vita in quest’angolo, e sicurezza, dato che sono sempre aperti tutti i giorni mezzogiorno e sera, a parte il lunedì. «Io ho iniziato a lavorare a 16 anni proprio qui, come cameriera – nota Alina – poi ho fatto altro. Quando ho visto la chiusura, ne ho parlato con Sonny e ci siamo detti: perché non ci proviamo noi? Così sono diventata imprenditrice dove avevo iniziato, e adesso ho dei dipendenti. È una piccola favola per me, un sogno e un’ambizione realizzati. E noi, se la gente continuerà a premiarci, puntiamo a fare sempre meglio. Intanto, aspettiamo tutti per la nostra piccola, ma sentita festa».
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