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La storia di Gabriele che cura la malattia anche grazie a Vasco: «Le canzoni lo stanno aiutando»

di Ginevramaria Bianchi

	Gabriele e la figlia Silvia
Gabriele e la figlia Silvia

E il rocker riposta il video dove il 79enne canta Albachiara con la figlia Silvia

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MODENA «Io mia figlia la portavo ai concerti di Vasco Rossi, cantavo sempre Vasco Rossi con lei. Perché lui è un poeta, ci ha insegnato ad amare», afferma fieramente Gabriele Negri, 79enne piacentino reduce da emorragia celebrale. A riprenderlo è sua figlia Silvia, infermiera 52enne, che incalza la sua argomentazione, dicendogli: «Ma davvero?». «Sì -prosegue lui - È una passione che ci legava». «E lo sai che sono io tua figlia?», suggerisce Silvia.

A quel punto le dà un bacio sulla fronte, e dopo un attimo di esitazione le dice: «Davvero? Sei tu?». Purtroppo da tempo non la riconosce più: la patologia che lo affligge tende a portargli via i volti, i nomi, le certezze. Ma non Vasco e le sue poesie. E così, quando Silvia gli suggerisce di cantare insieme Albachiara, la voce incerta del padre si fa improvvisamente sicura intonando una parola dopo l’altra, senza sbagliare un verso. È questo il cuore del video che Silvia ha pubblicato su TikTok, e che ha totalizzato mezzo milione di visualizzazioni, arrivando addirittura a Vasco Rossi in persona, che l'ha commentato scrivendo: “Un video Kom...movente. Forza Silvia”.

Silvia, quando ha realizzato che la musica poteva essere una chiave per suo padre?

«Ho lavorato per tempo in una Rsa, e so che la musicoterapia può stimolare la memoria e le emozioni. Così ho iniziato a usarla nei momenti più difficili della giornata, quando diventa cosciente della sua patologia e appare smarrito o frustrato. Io lo seguo tutti i giorni insieme ai miei due figli Mattia e Giulia, che gli sono molto legati, e a mia mamma Giovanna. Sappiamo che cantare lo distrae e fa in modo che la sua mente si alleni».

Nel video cantate Albachiara. Ricorda altri brani?

«Ricorda tutto. Spesso fa riferimento a quando Vasco è arrivato ultimo a Sanremo ingiustamente, oppure quando mi portò al mio primo concerto, che era proprio di Vasco. Avevo 15 anni. Spesso le commenta anche le canzoni, quando scegliamo cosa cantare. Ad esempio, dice che “Colpa d’Alfredo” è un po’ troppo pesante per essere canticchiata ad alta voce - dichiara ridendo -. Tutto nasce da una grande passione, che ha sempre avuto. Non ricordo viaggio in famiglia fatto senza una canzone di Vasco in sottofondo. Il suo, nei confronti del Kom, è un vero e proprio amore. Ma gli piace cantare altre canzoni, anche perché, su molte cose è cosciente e tende a riconoscere quasi tutti i suoi cari. E il fatto che ricordi questi dettagli, mi dà la speranza che prima o poi torni a riconoscere anche me».

Com'è nata l'idea di registrare quel video?

«È stato quasi un gioco, era un video del tutto casalingo che nemmeno avrei mai pensato di postare. Non mi sarei mai aspettata che così tante persone si sarebbero riconosciute nella nostra storia».

E si sarebbe mai immaginata che arrivasse fino a Vasco?

«Assolutamente no, io nemmeno sapevo come taggare Vasco sui social, me lo hanno dovuto spiegare i miei figli. Quando ho scoperto che Vasco lo aveva condiviso, mi si è aperto il cuore. Anche in questo caso ha dimostrato che dietro l'immagine del rocker duro c'è una persona profondamente sensibile».

Suo padre sa di essere diventato “famoso”?

«All'inizio rideva incredulo. Poi il giorno dopo si era già dimenticato tutto. Quando gli ho mostrato di nuovo il video e gli ho raccontato che Vasco l'aveva visto, si è emozionato di nuovo. È davvero felice».

Vuole dire qualcosa alle persone che stanno vivendo una situazione simile alla sua?

«Di lasciarsi andare quando serve. Piangere non è un segno di debolezza. Bisogna trovare un modo per trasformare il dolore in qualcosa di positivo, per loro e per noi. Mio padre non mi riconosce, ma so che mi sente. È ora di restituire ai nostri cari tutto l'amore che ci hanno dato quando eravamo piccoli e, per farlo, dobbiamo essere forti».