Commercio, il centro si svuota: dal 2012 persi 26 negozi su 100
L’indagine dell’ufficio studi di Confcommercio: calano tutte le attività, tranne alloggi brevi e ristoranti
MODENA. Per farsi un’idea, basta fare un giro in centro: i negozi tradizionali arrancano, anche perché è sempre più difficile trovare giovani disponibili a prendere in mano le attività al momento del pensionamento dei titolari, tanto che alcune tipologie di esercizio non si trovano proprio più. Ma in una realtà con il segno meno, non tutti chiudono: bar e ristoranti, per esempio, ce ne sono senza dubbio più che dodici anni fa, tanto che alcune vie del centro hanno una concentrazione decisamente importante di pizzerie. Lo stesso discorso vale per l’accoglienza turistica, anche se a fiorire non sono gli hotel, ma gli alloggi brevi.
La fotografia
Una realtà complessa che l’ufficio studi di Confcommercio nazionale ha fotografato con un’interessante indagine dedicata ai centri urbani del nostro Paese e al processo di desertificazione delle città. Nel dettaglio, ieri l’associazione ha presentato un’analisi sull’evoluzione delle attività commerciali, dell’alloggio e della ristorazione nelle città italiane negli ultimi dodici anni. Un’approfondita indagine che fotografa dunque l’evoluzione del commercio al dettaglio, confermando con la forza dei numeri il processo di desertificazione dei centri e la sostituzione di tante attività che chiudono con affitti brevi, bar e ristoranti.
I numeri del centro
Ma qual è dunque la situazione di Modena? L’analisi prende in considerazione le attività al dettaglio sia in centro storico sia per il resto della città. Ebbene, partendo dal centro, nel 2012 gli esercizi al dettaglio erano 691, scendendo a 586 nel 2019 e a 512 a giugno 2024. Il che significa che in dodici anni, il centro di Modena ha perso il 26% dei negozi al dettaglio, più di un quarto. Analizzando la categoria in maniera più approfondita, i negozi che vendono prodotti alimentari sono passati da 68 (nel 2012) a 55 (2019), mentre nel 2024 erano 56. Passando al commercio al dettaglio ambulante, si passa da 45 esercizi nel 2012 a 41 nel 2019 e 38 nel 2024, mentre tengono i tabaccai, che dodici anni fa erano 30 e oggi sono 31. Crollano invece i negozi che vendono articoli culturali e ricreativi: nel 2012 erano 58, nel 2019 sono scesi a 40, nel giugno scorso erano 30. Per cercare il segno più, bisogna spostarsi verso il settore alloggi e ristorazione: nel 2012 le attività erano 277, mentre nel 2019 sono salite a 306, per passare a 323 nel 2024, con una crescita del 17%.
I numeri fuori dal centro
Ma come vanno le cose uscendo dal centro? Fondamentalmente male, anche se con un calo meno brusco rispetto al cuore della città: gli esercizi al dettaglio fuori dal centro erano 1.047 nel 2012 e sono calati a 920 nel 2019, per scendere ancora a 847 nel giugno del 2024. Se in centro il calo in dodici anni è stato del 26%, in periferia la perdita è stata di 19 esercizi su 100, comunque un dato che non può certo far sorridere. Anche fuori dal centro, per trovare il segno più bisogna guardare al settore alberghi, bar e ristoranti. In questo caso, però, la crescita è più contenuta rispetto al centro: gli esercizi erano 635 nel 2012, per scendere a 622 nel 2019 e tornare a crescere nel 2024, quando erano 650.
© RIPRODUZIONE RISERVATA