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Ioannis Sarris, dalla Grecia alla Primavera del Modena calcio: «Realizzo un sogno»

di Camilla Zacchini, Sara Jade Bazaracai e Sofia Camola
Ioannis Sarris, dalla Grecia alla Primavera del Modena calcio: «Realizzo un sogno»

Il calciatore della Primavera gialloblù a 360 gradi: «Ambientarsi in Italia e lasciare la famiglia non è stato facile, ma i miei compagni e la società gialloblù mi hanno aiutato»

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MODENA. Conosciamo Ioannis Sarris, il 17enne calciatore della Primavera del Modena, che oggi si racconta alla Gazzetta di Modena. L’intervista, nella sala stampa dello Stadio Braglia, si è svolta in lingua inglese: per questo abbiamo deciso di pubblicare anche l’intervista in inglese, nell’articolo qui affianco.

Tra difficoltà personali, nuove sfide da affrontare e sogni da realizzare, il giovane ci offre il quadro completo della sua fiorente carriera. I suoi desideri hanno preso forma proprio nel suo paese d'origine, la Grecia, posto in cui è nato e cresciuto fino ad oggi, prima di trasferirsi, quasi due anni fa, qui a Modena. Aiutato dai compagni e dalla società calcistica sia a superare la mancanza di casa e della famiglia, Sarris ha già fatto passi da gigante, imparando a lasciarsi dietro le complessità del suo percorso dando spazio e aprendosi ad una nuova dimensione lontana dalla sua.

Dicci qualcosa di te.
«Ciao a tutti, mi chiamo Ioannis Sarris, vengo dalla Grecia e abito qui da ormai due anni. Sono un ragazzo normale che va a scuola come tutti gli altri».

Quindi, visto che vai anche a scuola, come sei riuscito a bilanciare lo studio e gli allenamenti?
«È stato abbastanza difficile anche perchè non molti ragazzi della mia età hanno la mentalità di intraprendere questo percorso. Anche in Grecia ho avuto diverse opportunità di vivere da solo, quindi trasferirmi non è stato così impegnativo».

Com'è stato lasciare la tua casa e trasferirsi qua completamente da solo?
«Inizialmente è stato difficile, perché vivere senza la famiglia da piccoli è stato abbastanza complicato, ma con il tempo conosci persone nuove, ti ambienti e impari a vivere da solo in un luogo diverso».

Cosa ne pensa la tua famiglia della tua carriera calcistica?
«La mia famiglia ha piena fiducia in me, loro sanno che giocare a calcio è la mia passione e diventare calciatore è sempre stato il mio sogno. Non ho mai dubitato del loro supporto».

Hai avuto un modello d'ispirazione all'interno della tua famiglia?
«Probabilmente mia mamma, ma in realtà tutta la famiglia per me è importante, perché alla fine è l'unica cosa rimarrà per sempre».

Quando hai realizzato che volevi fare del calcio la tua carriera?
«Quando da piccolo ero a casa da solo, ho iniziato a giocare con un pallone, e poi i miei genitori mi hanno mandato in Accademia e da quel momento ho iniziato ad amare il calcio e ho capito che era la mia passione».

E da bambino, avresti mai immaginato di raggiungere questo livello?
«Da bambino speri sempre di poter realizzare i tuoi sogni ma non avrei mai immaginato di arrivare così lontano».

È stato difficile ambientarsi?
«Si, ma i miei compagni mi hanno aiutato molto ad adattarmi e abituarmi a questa nuova vita. Grazie a ciò siamo diventati amici e tutto è diventato più semplice. Anche i miei tutor mi hanno aiutato molto».

Stai imparando l'italiano?
«Si, all'inizio è stato difficile ma per impararlo davvero devi provare e esercitarti tutti i giorni. Anche grazie alla scuola, sto imparando in fretta».

Come calciatore, quali sono i tuoi punti di forza, sono solo fisici o anche mentali?
«Penso che una mentalità forte sia la cosa più importante in tutto quello che fai nella vita, e quindi anche nel calcio. Avere una forte mentalità ti permette di andare più lontano».

Pensi che la salute mentale sia importante quanto la forza fisica?
«Io credo che la salute mentale abbia uguale importanza della salute fisica. Prima devi preoccuparti della tua salute mentale, poi la forza fisica passa in secondo piano».

Che obiettivi ti sei prefissato nel 2025, e ne hai già conseguito qualcuno?
«Il mio obiettivo per quest'anno è sicuramente giocare più volte nella prima squadra e allenarmi sempre in modo completo».

Prima di una partita hai qualche rito scaramantico o tradizione?
«Mi piace ascoltare la musica e rilassarmi per poi dare il meglio in campo».

Che consigli daresti ai ragazzi che vogliono perseguire la tua stessa carriera?
«Bisogna credere in se stessi e fare di tutto per le cose che si amano. Credete e sognate».l

*studentesse del liceo Muratori-San Carlo, classe 5AL