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L’operazione

Tentato omicidio di un giovane a Bologna, arrestato un 29enne modenese: «Fu lui a sparare» – Video


	I due indagati ripresi dalle telecamere
I due indagati ripresi dalle telecamere

Le indagini per l’agguato a un ventenne avvenuto lo scorso 9 giugno in via Audinot hanno portato in carcere anche un 31enne romeno residente a Bentivoglio: «Tutto è nato per questioni di droga»

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BOLOGNA. La squadra mobile della polizia di Stato di Bologna ha individuato e portato in carcere – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Andrea Salvatore Romito su richiesta del pm Luca Venturi – i due uomini ritenuti responsabili del tentato omicidio di un ventenne italiano avvenuto in via Audinot a Bologna lo scorso 9 giugno. Il giovane, poi risultato coinvolto in un’attività di spaccio per cui ora è indagato, fu raggiunto da due colpi di arma da fuoco al gluteo, con fuoriuscita dall’addome, e fu portato all’ospedale Maggiore in codice di massima gravità, subendo anche un intervento chirurgico. I due arrestati – un 29enne italiano che vive a Modena, ritenuto l’uomo che ha sparato, e un 31enne romeno che abita a Bentivoglio – sono indagati per tentato omicidio, tentata rapina, tentata detenzione di droga e porto illegale di arma comune da sparo. Il 29enne è stato arrestato ieri nella sua casa a Modena, mentre il 31enne è stato rintracciato non a casa sua, a Bentivoglio, ma in zona Corticella.

L’operazione illustrata dalla polizia

Illustrando l’operazione, il dirigente della squadra mobile Roberto Pititto – alla sua ultima conferenza stampa a Bologna, visto che a breve andrà a dirigere la Squadra mobile di Roma – ha ricordato che la vittima, dopo essere stata colpita, gettò la droga che aveva con sé – 150 grammi di hashish e 106 di marijuana – sotto ad alcune auto parcheggiate in via Andrea Costa, prima di raggiungere porta Sant’Isaia, dove fu poi trovata. A segnalare la sparatoria furono degli studenti residenti in via Audinot, che agli investigatori dissero di aver visto due persone sparare due colpi e dire “fermati", “ti sparo” e “l’hai preso”, per poi scappare in direzione di via Saragozza, ricostruzione poi confermata dalle immagini delle telecamere. Inizialmente, ha proseguito Pititto, il ventenne colpito si era dimostrato poco collaborativo e aveva anche resettato il suo telefono per “coprire” le tracce della sua attività e dei suoi contatti con i due uomini che gli avevano sparato. Attraverso attività tecniche come il controllo di celle e tabulati, però, la squadra mobile ha scoperto che i contatti con i due venivano tenuti su Telegram, che garantisce una maggiore riservatezza rispetto ad altri canali di comunicazione.

Come si è arrivati ai due indagati

In ospedale, la vittima aveva raccontato di essere andata con un amico nei pressi di via Audinot, dove aveva incontrato i due per acquistare della droga. Questi ultimi, secondo la sua versione, erano particolarmente agitati perché lo avevano visto maneggiare la droga come se volesse saggiarne la qualità, e poi uno gli aveva puntato contro una pistola, sparandogli dopo che aveva tentato di scappare. Alcune conversazioni captate durante il ricovero in ospedale – ad esempio una con il padre, in cui il ragazzo diceva di aver avuto dei problemi con il cellulare che lo avevano costretto a resettarlo – hanno insospettito gli investigatori, e altri dialoghi con alcuni amici hanno convinto la polizia che questi amici sapevano cosa era successo, tanto che uno aveva la foto dell’autore del tentato omicidio. Questa foto era poi stata “girata” a un terzo conoscente, dal quale gli investigatori hanno acquisito l’immagine. Grazie a quella è stato identificato il 29enne italiano residente a Modena, che ha qualche precedente per reati contro il patrimonio e una segnalazione per droga, e in seguito dall'analisi dei tabulati del suo telefono e dei suoi contatti la polizia è risalita al 31enne romeno residente a Bentivoglio, che ha alcuni precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona.

Tutto è nato per questioni di droga

In sostanza, dall’esame dei dispositivi elettronici delle persone coinvolte è emersa «un’attività di approvvigionamento di sostanza stupefacente tramite Telegram e un'attività di spaccio portata avanti dai due indagati nelle loro abitazioni», così come il fatto che anche la vittima «aveva un ruolo rilevante nell'attività di spaccio». Nella prima perquisizione a casa del modenese sono infatti stati trovati circa 200 grammi di hashish e marijuana, e altri 400 grammi di hashish sono stati trovati ieri, al momento del suo arresto. La sera del tentato omicidio, spiega la Questura, «gli indagati avevano concordato con la vittima, tramite contatti su Telegram, un incontro finalizzato all’acquisto di droga, che si è trasformato in un tentativo di rapina quando i due, dopo aver visionato le sostanze, nello specifico hashish e marijuana, hanno tentato di sottrarle alla vittima, esplodendo due colpi di arma da fuoco per poi darsi alla fuga».