Lavoratori Maserati in Serbia, dove si assembla la Grande Panda
Proposta di trasferta di 6 mesi con possibilità di tornare a casa a Modena ogni 45 giorni
MODENA. La notizia l’abbiamo riportata ieri su queste colonne e ha ricevuto ulteriori conferme. Maserati ha chiesto nei giorni scorsi ad alcuni lavoratori impiegati nello stabilimento di Modena di valutare una trasferta volontaria in Serbia, nella città di Kragujevac, dove si produce la nuova Grande Panda. Lo stesso è accaduto a Cassino.
La proposta
La trasferta proposta avrebbe una durata di 6 mesi, sarebbe pagata 135-140 euro al giorno e prevedrebbe la possibilità di rientrare a Modena ogni 45 giorni con un volo pagato da Stellantis. Quella che ieri ci segnalavano con amarezza gli operai del Tridente per la Fim-Cisl Emilia Centrale assume oggi «un grande valore sindacale e politico».
I timori
«Il fatto numericamente riguarda pochissime unità, è tutto tranne che un terremoto. Assume, invece, un grande valore sindacale e politico dal momento in cui Stellantis sta applicando questa strategia anche in altri stabilimenti in giro per l’Italia, come quello di Termoli e quello di Torino. Qui le proposte avanzate puntano verso la Francia» spiega Alessandro Bonfatti, segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale.
L’esponente sindacale invita a «guardare questa vicenda dal punto di vista di Modena, cuore e cervello del Tridente: anche se parliamo di un numero esiguo di persone potenzialmente coinvolte, anche se parliamo di scelte volontarie, l’azienda si può comunque permettere il lusso di indirizzare competenze molto qualificate verso l’estero per il semplice fatto che la produzione è largamente insufficiente rispetto al potenziale della forza lavoro. Competenze che sono la dimostrazione di come Modena abbia tutte le carte in regola per poter giocare una partita di rilancio importante».
Chi lavora nello stabilimento oggi ha un Contratto di solidarietà e questo ammortizzatore, in scadenza ad aprile, è destinato a quanto pare ad un rinnovo.
La crisi
«Del resto, veniamo da un 2024 segnato a fuoco da una flessione produttiva del 79% – prosegue Bonfatti – Richiamo tutto questo perché è evidente che la priorità aziendale non dovrebbe e non deve essere quella di proporre trasferte volontarie ma, bensì, quella di indicare una missione produttiva certa, fatta di investimenti per il lancio di nuovi modelli. Una strategia che oltre al fattore produttivo si occupi in modo scrupoloso del marketing, della promozione del brand, fino ad ora del tutto assenti. Auspichiamo che il nuovo corso annunciato in merito possa raggiungere urgentemente i risultati necessari. Certamente occorre una nuova e forte visibilità dei modelli Maserati sui media e sui social media. Così come l’annunciata rivisitazione della rete di vendita è quanto mai necessaria per raggiungere con precisione i clienti che vogliono un prodotto di fascia alta, sportiva e del lusso. Qui non si tratta di essere inguaribili ottimisti quando chiediamo di investire in Maserati, che è tutto tranne che un marchio decotto – chiosa ancora il sindacalista – Pretendiamo da Stellantis un cambio di passo».
Intanto tra gennaio e febbraio il marchio del Tridente ha immatricolato il 29% di vetture in meno rispetto allo stesso periodo del 2024, bimestre già negativo.