"Un pozzo di scienza", con Hera esperti e studenti a tu per tu: alla scoperta della carne coltivata
La parola ai dottori Stefano Biressi e il dottor Luciano Conti su un tema di grande attualità. Il progetto di Hera coinvolge 2850 giovani mdoenesi
MODENA. La crescente domanda alimentare spinge la scienza verso soluzioni sostenibili. Durante l’evento "Un Pozzo di Scienza", il progetto di divulgazione scientifica del Gruppo Hera dedicato alle scuole superiori, esperti hanno discusso sull’impatto della carne coltivata e il suo potenziale per il futuro dell’alimentazione globale. Con una popolazione in aumento, la necessità di alternative sostenibili diventa sempre più urgente.
Secondo il dottor Stefano Biressi e il dottor Luciano Conti, la produzione alimentare deve adattarsi alla crescita demografica e ai limiti ambientali. Oggi, il 77% della terra coltivabile è usato per l’allevamento, un settore che contribuisce al 17% delle emissioni globali di gas serra. La carne coltivata offre una risposta concreta a questa problematica, riducendo la pressione sulle risorse naturali. Il processo di produzione prevede il prelievo di cellule staminali da un animale senza sacrificarlo. Queste cellule vengono poi coltivate in laboratorio e fatte sviluppare in muscoli e grasso. Il risultato… carne autentica, vera e propria, con gusto e valori nutrizionali equivalenti alla carne convenzionale.
Alcune aziende come Aleph Farms stanno sperimentando tecnologie avanzate, tra cui il bioprinting, per migliorare la struttura e la consistenza della carne. Questa tecnologia permette, infatti, di creare fibre muscolari stratificate in 3D, avvicinandosi sempre più alla texture della carne naturale.
Oltre a ridurre del 78% il consumo d’acqua, la carne coltivata produce minori emissioni e richiede un uso ridotto di antibiotici rispetto agli allevamenti tradizionali. L’OMS sottolinea che i rischi per la sicurezza alimentare sono simili a quelli di altri prodotti e possono essere gestiti con controlli adeguati. Inoltre, il processo di coltivazione avviene in ambiente sterile, riducendo la possibilità di contaminazioni batteriche.
Nel 2023, il settore ha attirato investimenti per 2,8 miliardi di dollari, con oltre 180 startup attive. Alcuni paesi hanno già approvato la commercializzazione della carne coltivata: Singapore è stato il primo nel 2020, seguito dagli USA e Israele, in Europa, invece, vorrebbero occuparsene aziende come Mosa Meat e Metatable che stanno lavorando per ottenere le approvazioni necessarie.
Sul lato economico, le previsioni indicano che il mercato della carne coltivata potrebbe raggiungere i 25 miliardi di dollari entro il 2030, segno di un crescente interesse per alternative alimentari sostenibili. Tuttavia, rimangono sfide legate alla produzione su larga scala e all’accettazione da parte dei consumatori. La carne coltivata rappresenta una delle innovazioni più promettenti per affrontare le sfide alimentari del futuro. Se le tecnologie continueranno a evolversi e le regolamentazioni si adatteranno, potremmo assistere a una trasformazione radicale nel modo in cui produciamo e consumiamo carne. Il futuro del cibo è già in movimento, e la scienza gioca un ruolo chiave in questa rivoluzione.l
* studente del liceo Muratori-San Carlo, classe 5F