Invasione di pannelli solari: campi grandi come paesi e boom di richieste in provincia
Sindaci in rivolta ma con le mani legate: non possono opporsi ai progetti se arriva l'approvazione del ministero. A Novi è stato depositato un progetto che prevede un campo fotovoltaico di 95 ettari, pari a 133 campi da calcio
MODENA. Se tutti i progetti andranno avanti, il colpo d’occhio per chi sorvola la pianura sarà notevole: una serie quasi ininterrotta di campi fotovoltaici, che in alcuni casi saranno grandi come interi paesi. Un’esagerazione? Mica tanto, come sanno bene a Novi, dove il progetto depositato al ministero, in attesa della Valutazione di impatto ambientale, prevede un campo grande 95 ettari: poco meno di un milione di metri quadrati - 950mila metri, per la precisione - ovvero le dimensioni del centro di Rovereto, frazione che conta 3500 residenti. O ancora, per chi preferisce quel parametro, 133 campi da calcio in pannelli solari. Perché se il caso fotovoltaico è emerso la settimana scorsa con il clamoroso stop del Comune di Carpi a una delibera presentata dalla giunta, in realtà la questione è molto più ampia, e attraversa buona parte della provincia, a partire dalla Bassa, dove si concentra la maggior parte delle richieste.
Obiettivi nazionali
Facendo un passo indietro, la situazione modenese si inserisce in un contesto in cui il Paese sta investendo fortemente sul fotovoltaico, considerando che l’obiettivo per il 2030 (che comprende anche l’eolico) è arrivare a una produzione di 60-65 gigawatt da queste due fonti di energia rinnovabile, mentre al ritmo attuale di installazione sarà difficile superare i 50 gigawatt. Una situazione che, anche grazie ai finanziamenti e al calo del costo della materia prima, ha portato a un vero e proprio boom di richieste in tutta la provincia.
Fotovoltaico e agrivoltaico: cosa cambia
L’altro aspetto da chiarire è la differenza tra fotovoltaico e agrivoltaico: nel primo caso i pannelli solari sono a terra, e di conseguenza con l’installazione il terreno viene reso impermeabile e viene impedita la crescita della vegetazione, mentre con l’agrivoltaico i pannelli sono installati su pali alti, e dunque il terreno resta permeabile e adatto alla coltivazione (almeno sulla carta).
Boom di richieste
Una distinzione che ha portato a un boom di richieste di campi agrivoltaici, meno “problematici” perché non hanno bisogno di espropri, o comunque li richiedono in misura molto minore, rispetto a quelli fotovoltaici. Una situazione che negli ultimi mesi ha portato a una pioggia di richieste in provincia: se il caso più noto è quello di Carpi - dove il Consiglio, anche grazie al non voto della maggioranza, ha respinto la delibera sulla variante urbanistica per la costruzione di un elettrodotto a servizio dell’impianto agrivoltaico Cascinetto - i progetti presentati al ministero per la Valutazione per l’impatto ambientale sono decine, e soprattutto di dimensioni molto rilevanti. Il campo agrivoltaico previsto a Rovereto di Novi con un avviso pubblico del 27 marzo 2024, appunto, è gigantesco, ma anche a Mirandola è stato presentato un progetto simile, e così via, da San Felice fino al territorio comunale di Modena, ma anche a Formigine, le proposte presentate al ministero sono davvero tante e di dimensioni che vanno dai 10 ai 100 ettari, spesso anche confinanti, come nel caso di quello di Novi e quello di Carpi.
Comuni impotenti
Verrebbe da dire che se i progetti sono troppo impattanti, i Comuni possono dire di no: sbagliato, perché la normativa attuale, come sottolineato in Consiglio comunale dal sindaco di Carpi Riccardo Righi, non dà poteri alle amministrazioni locali. In sostanza, considerando che si tratta di investimenti per l’energia rinnovabile, se il ministero dà l’ok alla Valutazione di impatto ambientale, per i progetti non ci sono particolari intoppi: nel caso di Carpi il voto in Consiglio era legato alla necessità di fare espropri per l’elettrodotto, ma il Comune non si può esprimere sul campo agrivoltaico in sé. Una situazione emersa dieci giorni fa, quando l’assessora regionale all’Ambiente e alla Programmazione territoriale Irene Priolo ha incontrato gli amministratori locali nella sede della Provincia: diversi i sindaci che hanno espresso grande preoccupazione per una situazione che rischia di compromettere l’equilibrio agricolo di buona parte della provincia. Per quanto riguarda le imprese che presentano la domanda, si tratta spesso di piccole società, anche se spesso dietro ci sono importanti fondi di investimento, confermando così la natura speculativa di diverse iniziative.
Una situazione che anche la Regione sta tentando di arginare, con il progetto di una legge, alla quale sta lavorando il consigliere regionale Luca Sabattini (Pd) che avrebbe il compito proprio di provare a regolamentare un mondo che al momento sembra simile al far west, almeno per i Comuni, che si vedono piovere addosso campi grandi come interi paesi senza poter esprimere un parere vincolante.