Serramazzoni, il Forno Bonvicini e Verucchi festeggia i suoi 50 anni in centro
Doppia targa da Comune e Lapam alla storica attività artigianale in piazza Tasso: le due famiglie hanno sempre lavorato insieme e nella bottega col tempo sono entrati i figli. Una realtà in costante dialogo con il paese, come dimostra il tifo per gli illustri sportivi di casa Luca Toni e Rachele Barbieri
SERRAMAZZONI. Due targhe per ricordare l’anniversario speciale. Sono state consegnate ieri al Forno Bonvicini e Verucchi di Serramazzoni per i suoi 50 anni di attività. Una presenza storica nel cuore del paese, in piazza Tasso, e che rappresenta un esempio di passaggio generazionale avvenuto con successo. Ed ecco il doppio riconoscimento, arrivato sia dal Comune (oltre al sindaco Simona Ferrari, il vice Fabio Gorrieri, l’assessore Annamaria Dallari e la consigliera Alessandra Preti) che dalla Lapam (il direttore generale Carlo Alberto Rossi, la responsabile di Pavullo Romana Pollacci e quello di Serra Alessandro Venturelli), di cui il forno è sempre stato associato.
La storia
Quella del forno è una storia che inizia nel 1974 in realtà a Pavullo, in un intreccio profondo tra due famiglie. Giorgio Bonvicini, che già a 11 anni aveva iniziato a impastare pane e focacce al forno di Giliardo Fagioli a Pavullo («così ero sicuro di mangiare» dice), decise di aprire un’attività propria a Madonna dei Baldaccini assieme alla moglie Donatella Verucchi e al fratello di lei, Vincenzo Verucchi, con l’aiuto dei genitori di Donatella, Lidia Ballati e Gregorio Verucchi. Nel 1976 si creò l’opportunità di spostarsi a Serramazzoni, ed è nato il forno Bonvicini e Verucchi di piazza Tasso, con la presenza anche, dal 1978, di Silvana Bonvicini (sorella di Giorgio e moglie di Vincenzo Verucchi) e di suo fratello Ignazio Bonvicini, che assicurava i dolci avendo la pasticceria in paese. Il gruppo poi si è arricchito negli anni di Marzia Bonvicini (commessa), della sorella Manila e del fratello Michele (che preparano e impastano tutte le sere), figli di Donatella (prematuramente scomparsa nel 2009) e Giorgio. Un’altra colonna è Riccardo Verucchi, figlio di Silvana, che cuoce tutte le notti dalle 22 alle 5. C’è un passaggio ai giovani, insomma, nonostante che Giorgio e Vincenzo continuino a dare una mano. «Adesso però non dormo più sui sacchi di farina, ma mi porto un materassino» precisa Giorgio, 73 anni. Poi vanno ricordate la storica commessa Graziana, andata da poco in pensione, ed Elisabetta Mattioli che è subentrata. Il tutto al servizio di una produzione «tutta artigianale e fatta a mano – precisano – senza alcun ricorso al congelato». Dal pane francese, che è stato la prima specialità di Giorgio, al pane comune, integrale e semi-integrale, il pane pugliese, quello con i 5 cereali, con curcuma e segale, con sesamo... E poi pizze e focacce tutte lievitate naturalmente, con la voglia sempre di innovare. Una realtà apprezzata a livello locale (rifornisce anche il Conad) e non solo, viste le consegne quotidiane fino in pianura (Maranello, Fiorano e Spezzano). Ma una realtà anche in continuo dialogo col paese: vedi il tifo sportivo per le squadre di Serra e i campioni come Luca Toni e Rachele Barbieri. Ma vedi anche le vetrine con le speciali creazioni di pane che Silvana e socie preparano sempre per le ricorrenze.
L’omaggio
Insomma, più che mai doveroso l’omaggio per i 50 anni: «Per noi è un orgoglio annoverare tra gli storici soci Lapam un’azienda come questa – ha sottolineato Carlo Alberto Rossi – profondamente legata al tessuto sociale locale. Un’azienda dove è avvenuto con successo il passaggio generazionale grazie alla passione tramandata ai figli, e ciò la rende una perla rara di questi tempi. Rappresentate una realtà importante per il territorio, continuate così». «La storia del Forno Bonvicini e Verucchi dimostra una solidità non comune – ha detto il sindaco Simona Ferrari – nella capacità di tramandare il mestiere ma anche di saperlo innovare. Grazie per quello che avete rappresentato per il paese in questi 50 anni: noi ve ne auguriamo almeno altri 50 e 50». «Siamo noi che ringraziamo – ha risposto Silvana – per il bellissimo rapporto che abbiamo costruito con il paese».
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