Caso Daniela Ruggi, c’è la perizia dei Ris sulla casa dello “sceriffo” Domenico Lanza: scarcerazione vicina
I carabinieri di Parma hanno trasmesso il documento in Procura a Modena al pm Laura Galli. L’avvocato Fausto Gianelli: «Attendo una risposta a breve, per poi procedere con istanza immediata di dissequestro della sua casa a San Martino di Polinago»
POLINAGO. È stata consegnata in Procura a Modena ed è stata esaminata dal pm la relazione dei carabinieri del Ris di Parma sull’abitazione e l’auto di Domenico Lanza, unico indagato per la scomparsa di Daniela Ruggi. A questo punto, la sua scarcerazione dovrebbe essere questione di pochi giorni.
La relazione
L’avvocato del 67enne, Fausto Gianelli, aveva chiesto ai carabinieri del reparto scientifico la maggior celerità possibile nella redazione del documento, perché da esso dipendeva la permanenza in carcere del suo assistito. Lanza infatti dal 5 dicembre 2024, dopo la perquisizione, ha visto la sua abitazione nella campagna di San Martino (Polinago) posta sotto sequestro mentre lui veniva arrestato per detenzione di armi alterate. E senza il deposito della relazione sulla casa, il suo legale non aveva modo di chiedere per lui gli arresti domiciliari, non avendo lui altro luogo in cui andare. L’ex moglie che vive a Cavriago (nel Reggiano) con il figlio, infatti, non ha dato disponibilità a ospitarlo. I carabinieri hanno accelerato il più possibile, e a meno di due mesi dal sopralluogo del 16 dicembre a casa di Lanza, hanno fatto pervenire al pm Laura Galli la relazione sui loro esami nella casa e nell’auto dell’uomo, indagato per sequestro di persona. Non dovrebbe essere emerso nulla di rilevante in merito al caso Ruggi, e a questo punto il dissequestro dovrebbe essere questione di poco.
L’avvocato
«Ho chiesto al pm l’autorizzazione per poter esaminare la relazione – spiega l’avvocato Gianelli – attendo una risposta spero a breve, per poi procedere con istanza immediata di dissequestro dell’immobile. L’istanza è già formalizzata, ma è indispensabile l’avvenuto esame della perizia prima di poterla presentare con probabilità di esito favorevole. Appena avrò la perizia in mano, procederò immediatamente con la richiesta, ben consapevole della sua importanza». L’avvocato infatti ha già sottolineato più volte la situazione di grande prostrazione in cui Lanza è precipitato dopo quasi due mesi e mezzo di carcere. Lui che, incensurato, si è trovato a 67 anni dalla sera al mattino alla prima esperienza carceraria, peraltro in un momento critico in cui al Sant’Anna sono morte quattro persone. «L’ho sentito spesso al telefono, trovandolo malissimo – ha evidenziato ripetutamente l’avvocato – mi ha detto più volte: “Io da qui non esco vivo”».
Perché è in carcere
Da qui la necessità di tirarlo fuori dal carcere il prima possibile, nell’ambito di una vicenda giudiziaria in cui peraltro il suo coinvolgimento sembra sempre più marginale. In tutti gli approfondimenti investigativi sulla scomparsa di Daniela Ruggi non è mai emerso finora nulla ai danni dello “sceriffo” di Polinago, così chiamato per la sua passione per il west e le armi. Passione che lo ha “inguaiato” in questa storia, visto che a portarlo in carcere è stato il ritrovamento di una pistola calibro 6,35 e di due pistole lanciarazzi risultate alterate e clandestine. È stato scagionato invece per il vecchio fucile, risultato arma da collezione non funzionante. È stato in carcere che ha ricevuto poi l’avviso di garanzia anche per la scomparsa di Daniela.