Gazzetta di Modena

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La protesta

Minacciano di buttarsi dal tetto di un palazzo di 4 piani, poi desistono: «Senza stipendio da mesi»

di Lara Lugli

	La trattativa con uno dei due operai
La trattativa con uno dei due operai

Ore di apprensione per due operai in un cantiere edile in via Marx a Carpi: dopo una lunga trattativa, sono stati convinti a non compiere gesti sconsiderati. L’attacco della Cgil: «Questo è l’ennesimo caso di sfruttamento nel settore edile, servono interventi»

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CARPI. Sono state ore di apprensione quelle vissute questa mattina a Carpi in via Carlo Marx, dove due operai di un cantiere edile hanno minacciato di gettarsi dal tetto di un palazzo di quattro piani in fase di ristrutturazione perché «non pagati per i lavori». La loro protesta, drammatica e disperata, ha immediatamente fatto scattare l’allarme, mobilitando le forze dell’ordine, presenti sul posto fin dalle 10.30 circa, congiuntamente ai vigili del fuoco, ambulanza, carabinieri e Digos in stato di allerta.

La protesta dei due operai

I due operai, entrambi giovani poco più che ventenni di origini egiziane, sono saliti sul ponteggio dell’ultimo piano del condominio per denunciare «il mancato pagamento di diverse mensilità da parte di una ditta in subappalto Ideare Costruzioni (azienda di Reggiolo)», come ricostruito dalla Fillea Cgil di Modena. Verso le 12.30, due uomini e una donna hanno tentato una prima mediazione parlando con i lavoratori dal balcone del piano inferiore. Dopo momenti di forte tensione e diversi tentativi di instaurare un dialogo, uno dei due operai ha deciso di scendere per discutere direttamente con loro, mentre l’altro è rimasto ancora sul tetto, in un evidente stato di agitazione. Solo dopo un’ora di trattative, attorno alle 13.30, entrambi sono stati convinti a desistere e accompagnati in Comando per ulteriori accertamenti e verifica dei fatti.

I precedenti

Non è un caso isolato: il settore edile, in particolare nelle opere in subappalto, è spesso teatro di tensioni legate a pagamenti non ricevuti e condizioni di lavoro precarie. L’ultimo caso in provincia di Modena si verificò nel mese di marzo del 2023, quando tre lavoratori salirono fino alla cima di una gru nel cantiere dell’ex Amcm. Secondo i dati della Fillea Cgil, negli ultimi mesi sono aumentate le segnalazioni di operai che denunciano ritardi nei pagamenti e irregolarità contrattuali, una piaga che colpisce soprattutto i lavoratori stranieri.

La condanna della Cgil

A commentare duramente l’accaduto è Rodolfo Ferraro segretario della Fillea Cigil di Modena: «Ennesimo caso di sfruttamento nella provincia di Modena, servono drastici interventi. In edilizia si continuano a registrare gravi situazioni di sotto inquadramento, operai che per rivendicare il proprio salario, arrivano al compimento di gesti estremi. Ancora una volta la dimostrazione, che la catena del subappalto, rappresenti uno degli elementi negativi del processo di sfruttamento, che esaspera soprattutto i più fragili impedendo attraverso il lavoro un processo di emancipazione nella società. Il gesto estremo – sottolinea – potrebbe portare a una denuncia per procurato allarme da parte dei due operai, segno che, pur consapevoli delle conseguenze legali, hanno comunque scelto di portare avanti la loro protesta in virtù di un mancato diritto».

La vulnerabilità dei lavoratori edili

Oltre alla possibile denuncia per procurato allarme, il caso riaccende l’attenzione su un problema più ampio: la vulnerabilità dei lavoratori edili, spesso costretti a gesti estremi per far valere i propri diritti. Le verifiche della Fillea Cgil hanno inoltre evidenziato irregolarità nelle ditte coinvolte, entrambe reggiane, che non risultano iscritte alle Casse Edili di Modena, in violazione delle norme contrattuali. Un quadro allarmante, che richiede risposte immediate da parte delle istituzioni per garantire dignità e sicurezza ai lavoratori: «Dalle prime verifiche effettuate dalla Fillea Cgil Modena – prosegue Ferraro – entrambe le ditte, non risultano denunciate alle Casse Edili di Modena, in violazione alle norme contrattuali che aggravano ulteriormente una situazione già problematica di suo», conclude il segretario della Fillea Cgil.

Interviene l’assessore Calzolari

Sul tema, a nome della Giunta carpigiana, è intervenuta anche l’assessore Tamara Calzolari che, tra le altre, ha le deleghe a Diritti e pari opportunità e Lavoro: «Come amministrazione comunale – sottolinea Calzolari – chiediamo che la tutela dei diritti dei lavoratori sia una priorità per le aziende che lavorano sul nostro territorio, in particolare per quanto riguarda il giusto ed equo trattamento economico, prevedendo anche un salario minimo, e la sicurezza. Questi aspetti sono fondamentali su tutte le tipologie di contratto, specie quando ci sono appalti e subappalti».