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Il caso

Allarme suicidi in carcere: Andrea Paltrinieri fu aggredito da altri detenuti e ricoverato al Policlinico

di Daniele Montanari

	Andrea Paltrinieri, in carcere per il femminicidio di Anna Sviridenko, è morto suicida
Andrea Paltrinieri, in carcere per il femminicidio di Anna Sviridenko, è morto suicida

Gli avvocati dell’uomo che a giugno 2024 uccise l’ex moglie Anna Sviridenko avevano sottolineato il pericolo di gesti autolesionisti alla luce di quell’episodio. Lo conferma la delibera con cui la Camera penale di Modena Carl’Alberto Perroux ha proclamato per il 24 gennaio un giorno di astensione dall’attività giudiziaria, da parte degli avvocati, per le tre morti in una settimana al Sant’Anna

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MODENA. Andrea Paltrinieri aveva subito una grave aggressione in carcere la scorsa estate, che l’aveva condotto in ospedale. E questo una volta di più testimonia delle condizioni difficili in cui stava vivendo al Sant’Anna di Modena. Lui, come gli altri detenuti. L’ingegnere 49enne è stato trovato morto martedì 7 gennaio nella sua cella per inalazione del gas di una delle bombolette per scaldare cibo e bevande. Un gesto che, nella sua dinamica, è apparso inequivocabilmente suicida. Ma la sua condizione di forte sofferenza in carcere si era manifestata già poco dopo il suo ingresso.

L’aggressione

Paltrinieri era finito in carcere subito dopo l’episodio choc della sera del 10 giugno 2024, quando si presentò davanti al Comando provinciale dei carabinieri con un furgone in cui aveva messo il cadavere della moglie Anna Sviridenko, dottoressa 41enne di origini bielorusse, strangolata. Venne subito arrestato per omicidio aggravato. All’interno del Sant’Anna per lui sono emersi ben presto problemi di convivenza. Sfociati quest’estate in una brutale aggressione, non ancora chiaro se da parte di uno o più detenuti. Sta di fatto che Paltrinieri riportò gravi lesioni al volto, serie a tal punto da richiedere un ricovero al Policlinico di Modena nel reparto di chirurgia maxillo facciale. Un ricovero di diversi giorni che ha richiesto terapie specifiche. Il decorso è stato positivo, e rientrata la fase di crisi l’uomo è stato ovviamente ricondotto in carcere, per il proseguimento del periodo di custodia cautelare legato alla gravissima accusa di femminicidio.

A rischio suicidio

A quanto è dato sapere, Paltrinieri successivamente non ha subito altri gravi episodi di aggressione. Ma la sua convivenza all’interno del carcere ha continuato ad essere molto problematica. Così problematica che in autunno i suoi avvocati, Carla Manzini e Domenico Giovanardi, si sono seriamente preoccupati per le sue condizioni. Temevano in sostanza che potesse fare gesti autolesionisti. Lo conferma la delibera con cui ieri la Camera penale di Modena (Carl’Alberto Perroux) ha proclamato per il 24 gennaio un giorno di astensione dall’attività giudiziaria, da parte degli avvocati, per le tre morti registrate al Sant’Anna nel giro di otto giorni. Nel documento, sul caso di Paltrinieri è evidenziato che a fine novembre i suoi legali avevano depositato «una valutazione tecnica a doppia firma attestante una condizione di particolare fragilità e di potenziale rischio suicidiario». Rischio che purtroppo si è tramutato in tragedia reale.

Tre morti in una settimana

Al Sant’Anna si è registrata il 31 dicembre la morte di un 37enne macedone e il 4 gennaio di un 29enne marocchino. Poi, il 7 gennaio, di Paltrinieri. «Pare evidente una stretta relazione tra i tre episodi – sottolinea l’avvocato Roberto Ricco, presidente della Camera penale – che devono essere necessariamente letti anche alla luce del più ampio quadro di disagio nel quale versa la casa circondariale modenese». Da qui l’astensione, per denunciare una volta di più «le condizioni inumane e degradanti in cui versano gli istituti di pena italiani».

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