Baby gang sgominata, sostegno social ai cinque minori: «Entrano ed escono»
Ondata di supporto da parte di alcuni coetanei, anche il sindaco Massimo Mezzetti nel mirino
MODENA. Non sono bastati. L’arresto, le misure cautelari, gli attimi di paura vissuti dai loro coetanei rapinati nei mesi scorsi. Evidentemente, non sono bastati. La mattina del 7 gennaio, la polizia di Stato, i carabinieri e la polizia locale di Modena, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica per i Minorenni di Bologna, hanno arrestato cinque giovani, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, accusati di rapina aggravata e lesioni. Come sempre, abbiamo riportato la notizia sia sulle nostre pagine, sia sul nostro sito web, tra articoli online e la rubrica social “Gazzetta in pillole”.
Le offese sui social
Ed è stato proprio qui che il nostro account di Instagram è stato invaso da commenti derisori, come faccine che ridono ed emoticon di pagliacci. Tra queste, ci sono anche offese dirette ai lettori che esprimevano la loro opinione, non sempre – bisogna dirlo – in modo educato.
«Speriamo intervengano anche gli assistenti sociali», ha scritto un’utente. La risposta? «Ti auguro l’infertilità», corredata da risate e approvazioni degli amici virtuali degli arrestati. Bulletti con atteggiamento di sfida, definiamoli così. A preoccupare, però, è l’età dei proprietari di questi account. Tutti, dalle foto profilo, sono visibilmente minorenni. E tutti, nonostante l’accaduto, sembrano sostenere i compagni arrestati, come se fosse la normalità.
Uno di loro, a tal proposito, commenta: «Entrano ed escono, come sempre», allegando delle emoticon divertite fino alle lacrime. E un amico risponde: «Entro ed esco da una cella, per me è normale, come disse Simba la Rue» (noto cantante trapper, ndr).
Il sindaco nel mirino
«Almeno prendessero le persone giuste», scrive un altro riferendosi agli amici arrestati dalle forze dell’ordine. In una storia pubblicata su Instagram, poi, un ragazzo riprende le parole spese sui social dal sindaco Massimo Mezzetti in merito all’arresto dei giovani, e le commenta con: «Vi siete impegnati per prenderci dopo tre mesi», aggiungendo, anche in questo caso, delle emoticon che ridono di gusto.
Una sorta di scherno collettivo, insomma, che dà l’idea di un muro di arroganza o – peggio – d’indifferenza. C’è complicità verso le conseguenze, o almeno, questo è ciò che si può dedurre semplicemente scorrendo nella sezione commenti del nostro account Instagram, che sembra riflettere disinteresse per il peso delle azioni commesse, per le ripercussioni di esse e una distanza crescente tra chi prova a imporre un limite e chi, con superficialità, lo ignora. E anche per le vittime di quelle rapine che oltre alle lesioni causate dalle botte, dovranno lavorare duramente per risolvere il trauma che si crea quando si subiscono reati del genere.
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