Fanano, la classe ritrova cinquant’anni dopo la vecchia maestra: «Le dobbiamo tutto»
Abbraccio commosso a Maria Vannini che ora ha 96 anni
FANANO. Gli ex alunni che vanno a trovare la loro maestra delle elementari 50 anni dopo. Lei che li riconosce ancora e che chiede informazioni sulle loro vite, chiamandoli “cocco” e “tesoro” come una volta. Perché, negli affetti, ci sono cose che il tempo non cambia.
Il legame
È una storia in pieno clima natalizio che porta a Fanano, e al forte spirito di comunità che ancora qui si respira. La maestra si chiama Maria Vannini, adesso ha 96 anni ma vive ancora a casa sua, circondata dall’affetto della famiglia. Molto più di una maestra in realtà: «È stata una seconda mamma per noi» dicono sicuri i suoi ex studenti degli anni Settanta. Ed ecco che un gruppo di loro, dopo essersi ritrovato per una cena di classe, vedendo una loro vecchia foto scattata dalla maestra in terza elementare, ha pensato a che bella sorpresa sarebbe stata per lei andarla a trovare insieme. Detto fatto: Simona Gruppi ha contattato Silvia, la figlia di Maria, che ha organizzato la visita nei giorni scorsi. E sono state grandi emozioni.
La visita
A casa della maestra si sono ritrovati dopo tanti anni Barbara Bonacorsi. Simona Gruppi, Ombretta Monari, Marco Benassi, Giuliano Dinelli, Alberto Cioni e Walter Lardi (Manuela Cattinari ha dovuto rinunciare all’ultimo causa febbre). Maria e la figlia li hanno accolti con grande calore, e ci sono stati momenti di commozione vera. Come quando la maestra ha regalato a ognuno una tazzina da caffè in ceramica con i cioccolatini e un bigliettino rosso. «Vi ho dato queste tazzine tutte uguali – ha detto – perché quando a casa vostra le userete, penserete a me o a voi come gruppo, e sarà come un ritrovarsi ancora assieme». A qualcuno è scappata una lacrima.
Molto più di una maestra...
«Il concetto di gruppo era fondamentale per la nostra maestra Maria – spiega Barbara Bonacorsi – era una pioniera, e si rifaceva alle idee di Célestin Freinet, promotore della pedagogia cooperativa. Ecco perché siamo ancora uniti in squadra: facevamo le cose insieme in classe, aiutandoci a vicenda. Non solo didattica frontale. E a distanza di tanti anni, siamo ancora un gruppo. Ma questo lo dobbiamo solo a lei, che è stata molto di più di una maestra per noi. Una volta alla settimana ci ritrovavamo al pomeriggio a casa sua, dove ci faceva il the coi biscotti, parlavamo di noi a ruota libera e ci faceva delle interrogazioni-gioco: se rispondevamo bene, ci dava delle piccole liquirizie a forma di animaletto. Teneva a noi come a dei figli: una volta si mise d’accordo con un taxista che l’indomani ci portò tutti al mare, perché c’era chi non l’aveva mai visto. D’estate scriveva a mano delle lettere a tutti i suoi alunni, per tenere vivo il legame anche durante le vacanze. Ci faceva tenere la corrispondenza con i bimbi di altre scuole. Durante i ricevimenti, voleva che anche noi venissimo ad ascoltare il colloquio con i nostri genitori: “Quello che ho da dire, ve lo voglio dire insieme perché deve aiutare il bimbo a crescere” diceva. E poi mille altre cose che l’hanno resa indimenticabile».
96 anni e non sentirli
Ecco perché l’incontro è stato così speciale: «L’abbiamo trovata in splendida forma, nonostante l’età – sottolinea Marco Benassi – con la stessa calma e gli stessi gesti di allora, di una dolcezza infinita. Non ha mai alzato la voce, ma ci ha insegnato tutto».