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Il lutto

L’amico e parrucchiere Germano Malagoli ricorda Cesare Ragazzi: «Era un genio dello spot»

di Michele Fuoco

	Il parrucchiere Germano Malagoli (in foto a destra) ricorda Ragazzi (a sinistra)
Il parrucchiere Germano Malagoli (in foto a destra) ricorda Ragazzi (a sinistra)

Ragazzi, scomparso a 83 anni, fu il primo testimonial del trapianto di capelli: da un piccolo laboratorio a Bazzano è arrivato ad aprire 80 centri in Italia e otto all’estero. L'amico Malagoli: «Era un uomo di spettacolo, una persona affabile, simpatica. Abbiamo vissuto mezzo secolo insieme»

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MODENA. Aveva messo in testa capelli a calvi e a persone stempiate, con un trapianto non invasivo. Questa è “l’idea meravigliosa” di Cesare Ragazzi venuto a mancare per un malore sabato 28 dicembre, all’età di 83 anni, nella sua casa a Bazzano (Bologna).

Il lutto
Lascia la moglie Marta e i figli Nicola, Simona e Alessia. I funerali si svolgeranno lunedì 30 dicembre alle 10 presso la chiesa parrocchiale del suo paese natale. Ragazzi aveva potuto godere di una notorietà sempre maggiore, a partire dal 1968, quando iniziò l’attività a Bazzano con un piccolo laboratorio, fino ad aprire, nel tempo, 80 centri in Italia e otto all’estero.
La dichiarazione di fallimento della società da parte del Tribunale di Bologna, nel 2009, non ha fatto dimenticare il suo volto che spesso si vedeva in televisione. Tante le amicizie in varie città, anche a Modena. “Storica” l’amicizia con Germano Malagoli il parrucchiere.

Il ricordo di Malagoli
«Due amici che parlavano – dice Germano – prevalentemente della vita di tutti giorni, ma anche dei capelli. Soprattutto lui che viveva esclusivamente per i capelli. Aveva trasformato la parola “capelli” in Cesare Ragazzi: l’associazione tra i due era inevitabile. Era consapevole di essere “il re del pelo” e tale si definiva. Ci siamo conosciuti negli anni settanta, tramite Luciano il parrucchiere, dove Cesare andava a vendere le parrucche, perché era di moda in quegli anni che le donne portassero la parrucca. Siamo diventati amici anche perché ero un suo “concessionario” per Modena. Inventò il nuovo sistema di togliere le parrucche dalla testa agli uomini, attuando la sua “idea meravigliosa” del trapianto passivo completamente rivoluzionario. Il trapianto passivo consisteva in una lente che consentiva di metterci capelli, uno alla volta».

Un'amicizia fraterna, oltre il lavoro
A Germano piace mettere in luce di essere stati molto amici anche al di fuori dell’attività professionale. Un’amicizia fraterna. «Lo avevo coinvolto nel Premio “Al braghier” per i giornalisti modenesi, durato una decina d’anni. Si svolgeva al Club La Meridiana di Casinalbo e, nell’ultima edizione, nei locali ora di Bottura. Io sono stato l’ideatore e sponsor, ma sponsor anche lui. Notevole un ritorno di immagine che determinava la sua presenza. Un uomo spettacolo, una persona affabile, simpatica. Lo conoscevano tutti. Era famoso in tutta Italia. È stato ospite a casa mia per lo meno cento volte. Non guardava ciò che mangiava, il suo sguardo era rivolto alla televisione perché ci teneva alla sua pubblicità. Memorabile “Salve sono Cesare Ragazzi…” anche sulle televisioni private. Era un genio dello spot. Sapeva giocare a tennis, a golf ed era bravo a sciare. Straordinario chitarrista. Abbiamo trascorso serate bellissime. Suonava la chitarra e cantava le canzoni di De Andrè e quelle degli anni 60 e 70. Spesso cantavamo anche noi amici. Gli piaceva andare anche in discoteca, Abbiamo vissuto mezzo secolo insieme».