Tortellini, si riaccende il derby. Bruno Barbieri in tv da Fazio: «Sono di Bologna, non di Modena»
Il siparietto del giudice di Masterchef a Che Tempo Che fa insieme ai colleghi Locatelli e Cannavacciuolo. Risponde anche Gianni Degli Angeli dell’associazione La San Nicola: «Bruno, sei impreciso, sono nati a Castelfranco»
MODENA. «A Bologna, ragazzi, non scherziamo!»: con queste parole lo chef Bruno Barbieri ha risolto – anzi, riaperto – una delle dispute più calde dell’Emilia: dove sono nati i tortellini? La scintilla è partita nello studio di Che Tempo Che Fa, quando Fabio Fazio ha messo i tre giudici di MasterChef (Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli) davanti alla domanda cruciale. E Barbieri, con l’autorità di chi la cucina emiliana ce l’ha nel Dna, ha risposto per primo, senza esitazioni, dando corda alle sue origini. Ma il dibattito, come spesso accade, non è finito lì.
Il siparietto tra Barbieri e Locatelli
Lo chef ha infatti aggiunto: «La verità è che a Modena li fanno piccolissimi, non ci sono paragoni dai. Si potrebbe aprire una parentesi sui tortellini…». Una battuta che non è piaciuta a tutti, specie a chi considera il tortellino un simbolo condiviso, più che un trofeo di guerra. A provare a smorzare i toni è stato Giorgio Locatelli, che ha cercato di spostare il discorso sul fascino universale del piatto: «Ci sono tanti modi di fare i tortellini. Io, per esempio, li ho cucinati col tartufo nel brodo per Re Carlo d’Inghilterra. Ne va matto!».
Ma proprio questa concessione alla creatività ha irritato Barbieri, che non ha lasciato correre: «Nel brodo non ci va il tartufo, è risaputo. Al massimo ci si può fare una crema», ha sentenziato, scuotendo la testa. E se Barbieri ha chiuso il dibattito in studio, fuori dalla trasmissione si è aperta una nuova pagina.
La replica di Giovanni Degli Angeli
Giovanni Degli Angeli, presidente dell’associazione del tortellino tradizionale La San Nicola, non poteva rimanere in silenzio: «Barbieri è stato impreciso – ha dichiarato con tono fermo –. Va bene semplificare, ma la storia è un po’ più complessa. I tortellini sono nati a Castelfranco, e questa è una cosa documentata. Certo, fino al 1929 Castelfranco era sotto Bologna, quindi in un certo senso Barbieri ha ragione, ma il luogo di genesi è il nostro». E Degli Angeli non si è fermato qui. Ha raccolto il guanto di sfida e ha tirato fuori i grandi nomi: Tassoni, Muratori, Ceri. Tutti concordi nell’attribuire a Castelfranco la maternità del tortellino. Non soddisfatto delle citazioni letterarie, Degli Angeli si è spinto anche sul fronte simbolico: «A Castelfranco abbiamo un monumento che celebra questa storia – ha sottolineato –. Si trova in piazza Aldo Moro e raffigura l’oste che spia dal buco della serratura. È stato finanziato dalla Dotta Confraternita del Tortellino di Bologna e dalla nostra associazione, a dimostrazione del fatto che questa tradizione unisce le due città. Ma è importante ricordare che il tortellino, così come lo conosciamo, è nato qui». Poi un’ultima stoccata: «Barbieri è un grande chef e un orgoglio per la nostra terra, ma qui ha parlato senza approfondire, è stato impreciso. Può dire quello che vuole, ma qui non si tratta solo di una questione di Bologna o Modena: è Castelfranco il vero centro di questa tradizione».
Una lezione di storia emiliana
Insomma, quello che doveva essere un momento leggero a Che Tempo Che Fa si è trasformato in una lezione di storia emiliana, in cui è stato nuovamente ribadito che tortellini sono molto più che un piatto: sono cultura, tradizione e, sì, anche una buona dose di campanilismo. Ma alla fine, l’unica cosa che conta davvero è che, ovunque li si faccia, siano buonissimi. E che il brodo – su questo Barbieri ha ragione – sia assolutamente senza tartufo».