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Il giallo di Vitriola

Scomparsa di Daniela Ruggi, il sindaco di Montefiorino replica alla madre: «Non era più in grado di fare servizio sugli scuolabus»

di Daniele Montanari
Scomparsa di Daniela Ruggi, il sindaco di Montefiorino replica alla madre: «Non era più in grado di fare servizio sugli scuolabus»

Maurizio Paladini risponde alle considerazioni della mamma della 31enne di Vitriola di Montefiorino di cui non si hanno più notizie dal giorno delle dimissioni dall’ospedale di Sassuolo

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MONTEFIORINO. «Daniela Ruggi non era più in grado di svolgere il servizio sui nostri pulmini scolastici». Così il sindaco di Montefiorino Maurizio Paladini replica alle considerazioni della madre della 31enne di Vitriola di cui si sono perse le tracce dal 18 settembre.

La lettera aperta della madre

Attraverso i suoi avvocati, Guido Sola ed Elena Lenzini, la madre ha sottolineato che Daniela amava lavorare come assistente sugli scuolabus comunali, a contatto con i bambini, e che quando non gli è stato rinnovato il contratto di lavoro «ha iniziato a chiudersi in se stessa, iniziando anche a non curare la propria persona». La madre insomma è sembrata incalzare il Comune su quanto fatto (e non fatto) per Daniela.

La replica del sindaco

Ma il sindaco non ci sta, e accende i riflettori sul rovescio della medaglia: «Ci è dispiaciuto, ma abbiamo dovuto tenere casa Daniela per le condizioni in cui si trovava – sottolinea Paladini – non era più idonea a fare assistenza ai bambini. Se è vero che la madre e la famiglia erano in contatto così costante con lei, mi chiedo cos’abbiamo fatto per metterla nelle condizioni di trovare un altro lavoro».

Lo “sceriffo” unico indagato

Per la scomparsa di Daniela, finora l’unico indagato, con l’accusa di sequestro di persona, è Domenico Lanza, il 66enne di Polinago soprannominato “lo sceriffo” per la sua passione per le armi. Che gli è costata l’arresto, dopo che i carabinieri hanno trovato nella sua casa di San Martino armi clandestine, di cui due alterate. Ha detto che si tratta di armi ereditate dal padre e che lui non ha mai utilizzato. E ha garantito che con la scomparsa di Daniela non c’entra nulla.

Il figlio dell’indagato

Il figlio, che abita con la madre a Cavriago (tra i coniugi i rapporti sono interrotti da vent’anni) è convinto della sua innocenza e ha chiesto di poterlo vedere in carcere. «Continua a dirmi che il padre ha la mania del cowboy, ma che non farebbe male a una mosca – nota l’avvocato Fausto Gianelli, che difende il padre – che non è mai stato un violento. Vuole andarlo a trovare in carcere per portargli degli indumenti, visto che lui ha solo quelli di mercoledì scorso, quando fu arrestato. Ho già chiesto l’autorizzazione al giudice, spero davvero che possano vedersi al più presto: farebbe bene a entrambi».